Don Candeloro e C.
G.VERGA
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HOME RIASSUNTI Con queste doti innamor� la
figliuola di un oste che teneva bottega l� accanto. La ragazza era bruttina,
ma aveva una bella voce, e doveva avere anche un bel gruzzolo. - La voce �
tutto! - le diceva don Candeloro sgranandole gli occhi addosso, e
accarezzandosi il pizzo. - Grazia! Che bel nome avete pure! - Andava spesso
a far colazione all'osteria per amore della Grazia, e le confid� che pensava
d'accasarsi, dacch� aveva voltato le spalle alla vecchia baracca del padre,
e messo su di nuovo teatro che rubava gli avventori al SAN CARLINO, e al
TEATRO DI MARIONETTE. Si mangiavano fra di loro come lupi, padre e figlio, e
i suoi colleghi erano giunti ad ordirgli la cabala, e fargli fischiare la
Storia di Buovo d'Antona. - Spender� i tesori di Creso! - aveva fatto
voto quel d� don Candeloro battendo il pugno sulla tavola. - Ma non son chi
sono se non li riduco a chiuder bottega tutti quanti! - L'oste veramente non si
sarebbe lasciato prendere a quelle spampanate, perch� sapeva che gli
avventori seri preferiscono andare a bere il buon vino nel solito cantuccio
oscuro; e del resto, lui voleva un genero con una professione da cristiano,
come la sua, a mo' d'esempio, e non un commediante con la zazzera
inanellata, che parlava come un libro e gli incuteva soggezione. La catastrofe avvenne alla
gran scena in cui la bella Antinisca ritorna alla citt� di Presopoli,
e Guerino �quando la vidde� dice la storia �s'accese molto pi� del
suo amore�. Smaniava per la scena, sbalestrando le gambe di qua e di l�,
alzando tratto tratto le braccia al cielo, squassando il capo quasi colto
dal mal nervoso. Diceva, con la bella voce cantante di don Candeloro: Il babbo invece disse di no.
C'erano continuamente delle scene fra padre e figlia; quello ripetendo che
la storia non poteva durare, e minacciando la ragazza di tornare a
maritarsi, e metterle sul collo la matrigna. Lei dura nel proposito: o don
Candeloro, o la morte! Quando don Candeloro and� a far domanda formale,
vestito di tutto punto, l'oste rispose: Crescevano i figliuoli, e i
pesi del matrimonio; ma viceversa poi diminuivano gli introiti e il favore
popolare. Quella gran bestia del pubblico s'era lasciato prendere a certe
novit� che avevano portato Bracone il vecchio e il proprietario del SAN
CARLINO. Adesso nei teatrini di marionette recitavano dei personaggi in
carne ed ossa, la Storia di Garibaldi, figuriamoci, ed anche delle
farsacce con Pulcinella; e vi cantavano delle donne mezzo nude che
facevano del palcoscenico un letamaio. La gente correva a vedere le gambe e
le altre porcherie, tale e quale come le bestie, che don Candeloro ne
arrossiva pel mestiere, e preferiva piuttosto fare il saltimbanco o il
lustrascarpe, prima di scendere a quelle bassezze. Per non recitare alle
panche era arrivato a far entrare in teatro gratis dei vecchi avventori,
fedeli alle belle Storie d'Orlando e dei Paladini antichi, coi
quali almeno si sfogava dicendo vituperi dei suoi colleghi: Don Candeloro viaggi� per
valli e per monti, come i cavalieri antichi, con tutto il suo teatro
ammucchiato in un carro, e la moglie e i figliuoli sopra. Il guaio era che
non si trovava con chi combattere. Quei contadinacci ignoranti ed avari,
sfogata la prima curiosit�, voltavano le spalle alle �marionette parlanti� o
s'arrampicavano sul tetto del teatrino per godersi la rappresentazione
gratis. Arrivando in un villaggio, don Candeloro scaricava la roba sulla
piazza, pigliava in affitto una bottega, un magazzino, una stalla, quel che
trovava, e si mettevano a inchiodare e incollare tutti quant'erano. Le
stagioni duravano otto, quindici giorni, un mese, al pi�. Dopo, si tornava
da capo a correre il mondo, e in quel va e vieni la roba andava in malora;
si mangiavano ogni cosa le spese d'affitto e di viaggio, con dei carrettieri
ladri ch'erano peggio dei saracini, e non usavano riguardi neanche a Cristo.
Don Candeloro, avvezzo ad essere rispettato come un Dio da simile gentaglia,
voleva farsi ragione colle sue mani, in principio, sinch� si busc� una
grandinata di calci e pugni.
Racconti di
povera gente, avventure di artisti girovaghi, miseri guitti di provincia,
storie di arrampicatori sociali, ambienti sociali regolati dalla legge
dell'utile.
Don Candeloro
, figlio di burattinai, per abbellire i suoi burattini non guardava a spesa.
Aveva moltissimi ammiratori che a lui obbedivano, se nei suoi teatri,
infatti, si formavano risse bastava la sua voce a placare gli animi. Con i
suoi pregi fece innamorare, Grazia la figlia di un oste bruttina, ma
possedente e dotata di una splendida voce. Una sera le confid� di volersi
accasare, egli si dichiar� a Grazia perch� con i soldi di lei avrebbe
migliorato tantissimo il suo teatro e eliminato la concorrenza del teatro
San Carlino e del Teatro di Marionette. Ma il padre di Grazia voleva per sua
figlia un marito con un lavoro pi� serio, ma la figlia tutte le volte spiava
Don C da una finestra lasciata aperta (apposta) da lui dietro il palco. Lei,
innamorata cominciava ad errare i conti dell'osteria e tutti i clienti si
lamentavano. Un giorno Grazia, che osservava come al solito la scena dei
burattini di don C dalla finestra, si lasci� trasportate dalla storia in cui
la bella Antinisca ritorna alla citt� di Presopoli, e incontra il suo
innamorato Guerino. Dopo la rappresentazione Don C promise a Grazia che
l'avrebbe sposata e che lei avrebbe interpretato la voce di donna (al posto
del ragazzetto con la voce stridula) per i suoi burattini. Ma il padre di
lei cerc� di impedire la loro unione. Allora Calderolo le disse di scappare
con lei, ma portando i soldi del padre. Il padre, che era molto furbo, non
fece trovare i soldi e lei arrivo da Don C solo con qualche straccio e poche
monete. Don era un uomo di parola e decise di sposarsi lo stesso. Il giorno
della cerimonia il padre di Grazia si present�, per sfregio, con una bella
donna che aveva assunto all'osteria per rimpiazzare la figlia. La famiglia
cresceva e gli affari andavano male: i soldi diminuivano ,gli altri teatri
non avevano pi� marionette, ma attori veri e per questo avevano molto pi�
spettatori. Don C un giorno sfece il teatro, carico moglie e figli su un
carro e cominci� a fare il nomade con il suo teatro. Ma le sue marionette
non avevano successo, la gente voleva dei veri attori e lui che fino a quel
momento aveva sempre rifiutato di recitare (considerando la recitazione
bassa e volgare) un giorno dopo l'ennesimo fallimento, annunci� che la parte
di Orlando, nei Reali di Francia, l'avrebbe sostenuta don Candeloro in
persona . Sali sul palco con tutta la sua famiglia, ma il pubblic� non
apprezzo neanche questo tentativo e in ogni luogo in cui andava a proporre
la storia dei reali di Francia subiva lo stesso trattamento. Poi lui ,che
aveva sempre odiato certi comportamenti ,costrinse moglie e figlia a mettere
le gambe in mostra e lui stesso si dipinse la faccia per fare il pagliaccio.
Don Candeloro era proprio artista nel suo genere: figlio di burattinai,
nipote di burattinai - ch� bisogna nascerci con quel bernoccolo - il suo
pane, il suo amore, la sua gloria erano i burattini. - Non son chi sono se
non arrivo a farli parlare! - diceva in certi momenti di vanagloria come ne
abbiamo tutti, allorch� gli applausi del pubblico gli andavano alla testa, e
gli pareva di essere un dio, fra le nuvole del palcoscenico, reggendo i fili
dei suoi �personaggi�.
Per essi non guardava a spesa. Li perfezionava, li vestiva sfarzosamente,
aveva ideato delle teste che movevano occhi e bocca, studiava sugli autori
la voce che avrebbe dovuto avere ciascuno di essi, Almansore o
Astiladoro. Quando declamava pei suoi burattini, nelle scene culminanti,
si scaldava cos�, che dopo rimaneva sfinito, asciugandosi il viso, nel
raccogliere i mirallegro dei suoi ammiratori sfegatati, come un attore
naturale.
Di ammiratori ne aveva da per tutto, alla Marina, alla Pescheria, certuni
che si toglievano il pan di bocca per andare a sentire da lui la Storia
di Rinaldo o Il Guerin Meschino, e se l'additavano poi,
incontrandolo per la strada, colla canna d'India sull'omero e la sua bella
andatura maestosa, che sembrava Orlando addirittura. Era un gran
regalo quando egli rispondeva al saluto toccando con due dita la tesa del
cappello. Se nasceva una lite in teatro, e venivano fuori i coltelli,
bastava che don Candeloro si mostrasse fra le quinte, e dicesse: - Ehi
ragazzi!... - con quella bella voce grassa.
Giacch� s'era fatta anche la voce, come il gesto e la parlata, sul fare dei
suoi �personaggi� e pareva di sentire un Reale di Francia anche se
chiamava il lustrastivali dal terrazzino.
Lui con dei contanti avrebbe fatto cose da sbalordire. Insino il balletto e
la pantomima avrebbe portato sul suo teatro; tutto colle marionette. - Ci
aveva qualcosa l�! - e si picchiava la fronte dinanzi alla Grazia,
fissandole gli occhi addosso come volesse mangiarsela, lei e la sua dote. Si
scervell� un mese intero, col capo fra le mani, a cercare un bel titolo pel
suo teatrino, qualcosa che pigliasse la gente per gli occhi e pei capelli,
l�, nel cartellone dipinto e coi lumi dietro. - Le Marionette parlanti!
- S�, com'� vero ch'io mi appello Candeloro Bracone! parlanti e viventi
meglio di voi e di me! Non deve passare un cane che abbia un soldo in tasca
dinanzi al mio teatro, senza che dica: �Spendiamo l'osso del collo per
andare a vedere cosa sa fare don Candeloro!� -
- Quello � un tizio che ci farebbe muovere a suo piacere come i burattini,
te e me! - disse alla figliuola. - Bada ai fatti tuoi: le buone parole,
qualche risatina anche, con gli avventori. E poi orecchie di mercante. Hai
inteso? -
Ma il tradimento gli venne da un finestrino che dava sul palcoscenico, al
quale la ragazza correva spesso di nascosto a mettere un occhio, e dove si
scaldava il capo con tutte quelle storie di paladini e di principesse
innamorate. Don Candeloro, dacch� s'era dichiarato con lei, lasciava
socchiusa apposta l'impannata, e le sfuriate di amore, Rinaldo e gli
altri personaggi, le rivolgevano lass�; tanto che la ragazza ne andava in
solluchero, e aveva a schifo poi di lavare i piatti e imbrattarsi le mani in
cucina.
�Non pur me, ma infiniti signori questo amore ha fatto suoi vassalli,
principessa adorata!...�
- Tu non me la d�i a intendere! - brontolava l'oste colla figliuola. - Che
diavolo hai in testa? Mi sbagli il conto del vino... Gli avventori si
lamentano... Questa storia non pu� durare -.
�O Dio, dammi grazia ch'io mi possa difendere da questa fragil carne, tanto
ch'io trovi il padre mio, e la mia generazione�.
E la bella Antinisca, dimenandosi anch'essa, e lagrimando (si capiva
dalle mani che le sbattevano al viso):
�O Signor mio, io speravo sotto la vostra spada di esser sicura del Regno
che voi mi avete renduto, per questa cagione vi giuro per li Dei che come
sapr�, che voi siete partito, con le mie proprie mani mi uccider� per vostro
amore, e se mi promettete, che finito il vostro viaggio ritornerete a me, io
vi prometto aspettarvi dieci anni sena prender marito�.
�Non per Dio, sarete vecchia� disse il Meschino. �Questo non curo,
pur che voi giuriate di tornare a me, di non pigliare altra donna�.
(Veramente la bella Antinisca aveva una voce di grilletto che faceva
ridere gli spettatori, giacch� don Candeloro per le parti di donna aveva
dovuto scritturare a giornata un ragazzetto che cominciava adesso a farsi
grandicello, e per giunta recitava come un pappagallo, talch� alle volte il
principale, sdegnato, gli assestava delle pedate, dietro la scena). Allora
la bella Antinisca cadde d'un salto fra le braccia del Guerino,
piegata in due dalla tenerezza, e Grazia, arrampicata al finestrino, si
sent� balzare cos� il cuore nel petto, che le sembrava proprio di essere nei
panni dei due felici amanti, allorch� il Meschino, in presenza di
Paruidas, Armigrano e Moretto, giur� per tutti i
sagramenti di farla sua donna e legittima sposa.
- Quando saremo marito e moglie, le parti di donna le farai tu! - le aveva
detto don Candeloro. E la ragazza, ambiziosa, si sentiva gonfiare il petto
dalla gioia, a quelle scene commoventi che facevano drizzare i capelli in
capo ad ognuno, e si vedevano degli uomini con tanto di barba piangere come
bambini, fra gli applausi che parevano subissare il teatro. - S�! s�! -
disse Grazia in cuor suo.
- Tanto onore e piacere. Ma ciascuno sa i fatti di casa sua. Sono vedovo,
non ho altri figliuoli, e mi abbisogna un genero che mi aiuti...
- Allora vuol dire che non son degno di tanto onore! - balbett� don
Candeloro facendosi rosso, e piantandosi di tre quarti, colla canna d'India
appoggiata all'anca.
- Nossignore, l'onore � mio.
- L'onore � vostro, ma vostra figlia non me la date...
- Nossignore. Come volete sentirla?
- Va bene. Umilissimo servo! - conchiuse don Candeloro calcandosi con due
dita la tuba sull'orecchio, e se ne and� mortificatissimo.
- Senti - disse poi alla Grazia dal finestrino. - Tuo padre � un ignorante
che non capisce nulla. Bisogna prendere una risoluzione eroica, hai capito?
-
La ragazza esitava a prendere la risoluzione eroica di infilare l'uscio e
venirsene a stare con lui, per costringere poi il babbo ad acconsentire al
matrimonio. Ma don Candeloro aveva il miele sulle labbra, e sapeva trovare
delle ragioni alle quali non si poteva resistere. Le diceva di fare
nascostamente il suo fagotto... con giudizio, s'intende... - C'era anche la
sua parte nei denari del padre, - e venirsene dove la chiamavano i cieli. -
Non hai giurato per gli Dei di essere mia donna e legittima sposa? -
Il vecchio per� era un furbo matricolato, il quale cantava sempre miseria, e
nascondeva i suoi bezzi chiss� dove. Grazia non port� altro che quattro
cenci in un fazzoletto, e quelle poche lire spicciole che aveva potuto
arraffare al banco. - Come? - balbett� don Candeloro che si sentiva gelare
il sangue nelle vene. - In tanto tempo che ci stai, non hai saputo far di
meglio?... -
Questo era indizio che non sarebbe stata buona a nulla, neppure per lui; e
le questioni cominciarono dal primo giorno. Basta, era un gentiluomo, e la
promessa di Candeloro Bracone era parola di Re. Il bello poi fu che lo
stesso giorno in cui andarono all'altare, lui e la sposa, il suocero volle
fargli la burletta di andarci lui pure, insieme a una bella donnona colla
quale aveva combinato il pateracchio l� per l�. - Senza donne non possiamo
stare n� io n� il mio negozio, cari miei, - gli piaceva ripetere, con quel
sorrisetto che mostrava le gengive pi� dure dei denti, e faceva venire la
mosca al naso. - State allegri e che il Signore vi prosperi e vi dia molti
figliuoli. Alla mia morte poi avrete quel che vi tocca -.
I figliuoli vennero infatti a tutti e due, genero e suocero, uno dopo
l'altro. Ma l'oste prometteva di metterne al mondo quanto il Gran Sultano,
e di campare gli anni del Mago Merlino. Ogni volta che gli partoriva
la moglie o la figliuola, invitava tutto il parentado a fare una bella
mangiata.
- Perch� non mettere le persiane verdi alle porte, come certi
stabilimenti?... Sarebbe pi� pulito. Dovrebbe immischiarsene la Questura,
per Satanasso! -
Per� l'ignoranza e l'ingratitudine del pubblico gli facevano cascare le
braccia. Non valeva proprio la pena di sudare coi libri, e spendere dei
tesori per dare roba buona a degli asini. - Volete lavare la testa
all'asino? - Gli stessi burattini recitavano svogliatamente, vestiti come
Dio vuole. - Ci si perdeva l'amore dell'arte e d'ogni cosa, parola di
gentiluomo! - Dov'erano andati i bei tempi in cui si facevano due
rappresentazioni al giorno, la domenica e le feste, e la gente assediava la
porta, quend'era annunziato sul cartellone un �personaggio� nuovo? Don
Candeloro, colla barba di otto giorni e la zazzera arruffata, passava le
giornate intere nella bettola del suocero, a dir corna dei suoi colleghi, o
a litigare colla moglie, ora che in casa pareva l'inferno. Grazia, adesso
che aveva visto cosa c'era dietro le belle scene impiastricciate, stava con
tanto di muso a rammendar cenci anche lei, a stemperar colori, e rompersi
braccia e schiena, vociando come un pappagallo per le Artemisie e le
Rosalinde, dall'avemaria a due ore di notte; che specie quando il
Signore le mandava dei figliuoli (e succedeva una volta all'anno) era
proprio un gastigo di Dio.
- Tu non sai far altro, per Maometto! - le rinfacciava il marito furibondo.
L'oste dava soltanto buoni consigli: - Non vedete che gli avventori corrono
al vino nuovo? Cambiate il vino -. Ma don Candeloro non si piegava.
Piuttosto avrebbe tolto su baracca e burattini, e sarebbe andato pel mondo a
far conoscere chi era Candeloro Bracone, giacch� i suoi concittadini non
sapevano apprezzarlo. La piazza �non faceva pi�� per lui! Se c'era ancora un
po' di buon senso e di buon gusto dovevasi andare a cercarlo in provincia,
dove non erano ancora penetrate quelle sudicerie. Finalmente spiant� davvero
il teatro, mise ogni cosa su di un carro, e via di notte, per non dar gusto
ai nemici. L'oste prese lui a pigione il magazzino per metterci delle botti,
e allargare il negozio, ora che la figliuolanza era cresciuta.
- Te l'avevo detto, - disse alla Grazia. - Quello non � mestiere da
cristiani. Se fossi rimasta a vendere del vino. non saresti ridotta adesso a
far la zingara. Ben ti stia! -
E ci dovette arrivare anche lui, Candeloro Bracone, a fare il pagliaccio se
volle aver gente nel suo teatro, e a rappresentare le pantomime nelle quali
pigliavasi le pedate nel didietro dal minore dei suoi ragazzi per far ridere
�la platea�. Quando vide che il pubblico non ne mangiava pi� in nessuna
salsa delle �marionette parlanti�, e ci voleva dell'altro per cavar soldi da
quei bruti, ebbe un'idea luminosa che avrebbe dovuto fare la fortuna di un
artista, se la fortuna baldracca non ce l'avesse avuta a morte con lui... -
Ah, vogliono i personaggi veri?...-
Un bel giorno si vide annunziare sul cartellone che la parte di Orlando,
nei Reali di Francia, l'avrebbe sostenuta don Candeloro in persona
�fatica sua particolare!� E comparve davvero sul palcoscenico, lui e tutta
la sua famiglia, in costume, e armato di tutto punto: delle armature
ordinate apposta al primo lattoniere della citt�, e che erano costate gli
occhi della testa. Il pubblico sciocco invece, al vedere quei ceffi di
giudei che toccavano i cieli col capo, e suonavano a ogni passo come scatole
di petrolio, si mise a ridere e a tirare ogni sorta d'immondizie sui
Paladini, massime allorch� ad Orlando cadde di mano la spada, ed
egli, tutto chiuso nell'armi, non pot� chinarsi per raccattarla. Urli,
fischi e mozziconi di sigari in faccia ai Reali. Un putiferio da
prendere a schiaffi tutti quanti, o da passar loro la spada attraverso il
corpo, se non fosse stata di latta, pensando a tanti denari spesi
inutilmente.
Da per tutto, ove si ostinava a portare i Paladini di Francia �con
personaggi veri� trovava la stessa accoglienza: torsi di cavolo e bucce
d'arance. Il pubblico andava in teatro apposta colle tasche piene di quella
roba. Non li volevano pi� neanche �coi personaggi veri� i Paladini!
Volevano le scempiaggini di Pulcinella, e le canzonette grasse
cantate dalle donne che alzavano la gamba.
- E tu fagliele vedere le gambe! - disse infine alla moglie don Candeloro
infuriato. - Diamogli delle ghiande al porco! -
Lui stesso, colle sue mani, dovette aiutare la Grazia ad accorciare la
gonnella, litigando con lei che pretendeva di non esser nata per quel
mestiere, e si vergognava all'udire i complimenti che il pubblico
indirizzava ai suoi stinchi magri. - Per che cosa sei nata? per far la
principessa? Il pane te lo mangi, per�! - Lui invece era preso adesso dalla
rabbia di mostrare ogni cosa, a quegli animali, la moglie, la figliuola
ch'era pi� giovane e chiamava pi� gente. - Anch'io, se vogliono vedermi!...
Voglio calarmi le brache in faccia a quelle bestie! - Faceva delle risate
amare, povero don Candeloro! Cercava le farsacce pi� stupide e pi�
indecenti. Si tingeva il viso per fare il pagliaccio. Sputava sul pubblico,
dietro le quinte! - Porci! porci! �
Il tono usato dall'autore � sarcastico e grottesco.
C�� uno stile comico e grottesco molto amaro che dipinge la vita picaresca
di un gruppo di miserabili guitti capeggiati da don Candeloro, istrione e
puparo alle prese con un pubblico di contadinacci ignoranti e avari, per il
quale recita farsescamente la storia di paladini.