Rifugio d’uccelli notturni
In alto c’è un pino distorto;
sta intento ed ascolta l’abisso
col fusto piegato a balestra.
Rifugio d’uccelli notturni,
nell’ora più alta risuona
d’un battere d’ali veloce.
Ha pure un suo nido il mio cuore
sospeso nel buio, una voce;
sta pure in ascolto, la notte.
(Salvatore
Quasimodo)
Tre terzine di novenari
L’autore con una bella similitudine ci dice che il suo animo si può paragonare al pino contorto, proteso sull’abisso che, a sera pullula di uccelli notturni fra i suoi rami e ascolta il loro battito d’ali. La solitudine, comunque, non lo spaventa se il cuore è pronto ad ascoltare .
Nella poesia la presenza della natura è caratterizzata da alcune immagini sinistre, come il pino distorto su una cima non precisata.E’ notte, non c’è luce, e il pino ospita uccelli notturni.Inoltre il buio dell’ora rende tutto misterioso , anzi il pino sembra una strana figura protesa ad ascoltare l’abisso cioè ciò che è sottostante e nella notte sembra immerso in una profondità abissale.Nell’ultima parte il poeta si sofferma sul proprio cuore, che a sua volta ha in sé un proprio nido ; il suo cuore, come il pino, è sospeso nel buio, vive una sorta di inquietudine e la notte rimane in ascolto come per affievolire la tensione interiore.
Figure retoriche: similitudini e metafore