GIACOMO LEOPARDI: LA QUIETE DOPO LA TEMPESTA

GIACOMO LEOPARDI:  LA QUIETE DOPO LA TEMPESTA

HOME PAGE    DIDATTICA SCUOLA    POESIE 200-900    COMMENTI POESIE FAMOSE    LETTERATURA


POESIE POCO FAMOSE 

 
*

LEOPARDI,  LA QUIETE DOPO LA TEMPESTA

 LA QUIETE DOPO LA TEMPESTA

Passata � la tempesta:
Odo augelli far festa, e la gallina,
Tornata in su la via,
Che ripete il suo verso. Ecco il sereno
Rompe l� da ponente, alla montagna;
Sgombrasi la campagna,
E chiaro nella valle il fiume appare.
Ogni cor si rallegra, in ogni lato
Risorge il romorio
Torna il lavoro usato.
L'artigiano a mirar l'umido cielo,
Con l'opra in man, cantando,
Fassi in su l'uscio; a prova
Vien fuor la femminetta a c�r dell'acqua
Della novella piova;
E l'erbaiuol rinnova
Di sentiero in sentiero
Il grido giornaliero.
Ecco il Sol che ritorna, ecco sorride
Per li poggi e le ville. Apre i balconi,
Apre terrazzi e logge la famiglia:
E, dalla via corrente, odi lontano
Tintinnio di sonagli; il carro stride
Del passegger che il suo cammin ripiglia.

Si rallegra ogni core.
S� dolce, s� gradita
Quand'�, com'or, la vita?
Quando con tanto amore
L'uomo a' suoi studi intende?
O torna all'opre? o cosa nova imprende?
Quando de' mali suoi men si ricorda?
Piacer figlio d'affanno;
Gioia vana, ch'� frutto
Del passato timore, onde si scosse
E pavent� la morte
Chi la vita abborria;
Onde in lungo tormento,
Fredde, tacite, smorte,
Sud�r le genti e palpit�r, vedendo
Mossi alle nostre offese
Folgori, nembi e vento.

O natura cortese,
Son questi i doni tuoi,
Questi i diletti sono
Che tu porgi ai mortali. Uscir di pena
E' diletto fra noi.
Pene tu spargi a larga mano; il duolo
Spontaneo sorge: e di piacer, quel tanto
Che per mostro e miracolo talvolta
Nasce d'affanno, � gran guadagno. Umana
Prole cara agli eterni! assai felice
Se respirar ti lice
D'alcun dolor: beata
Se te d'ogni dolor morte risana.

 

Parafrasi
La tempesta � ormai trascorsa, sento gli uccelli cantare per festa, e la gallina, tornata sulla strada che ripete il suo verso.  Ed ecco che il sereno rompe le nuvole l� da occidente, verso la montagna; la campagna si libera dalle nubi e verso la valle appare chiaro e ben distinto il fiume. Ogni animo si rallegra, da ogni parte riprendono i  consueti rumori e riprende il  lavoro. L�artigiano, con il lavoro in mano, si avvicina cantando verso l�uscio a guardare il cielo umido; esce fuori la giovane ragazza  per vedere se sia possibile raccogliere l�acqua della pioggia da poco caduta; e l�ortolano ripete per il sentiero il risaputo richiamo giornaliero. Ecco che ritorna nel cielo il sole, eccolo che sorride per i poggi e per i casolari. La servit� apre le finestre, apre le porte dei terrazzi e delle logge: e dalla strada principale si sente un tintinnio di sonagli; il carro del viandante che riprende il suo viaggio stride.
Ogni cuore si rallegra. Quando la vita � cos� dolce e cos� gradita come ora? Quando l�uomo si dedica con cos� tanto amore alle proprie occupazioni come in questo momento? O torna al lavoro? O intraprende una nuova attivit�? Quando si ricorda un po� di meno dei suoi mali? Il piacere � figlio del dolore, � solo una gioia vana (un illusione), frutto del timore ormai passato, � frutto di quella paura che scosse chi odiava la vita ed ebbe terrore della morte; a causa della quale le persone fredde, silenziose, pallide sudarono ed ebbero il batticuore nel vedere fulmini, nuvole e vento diretti a colpirci.
O natura benevola, sono questi i tuoi doni, sono questi i piaceri che tu porgi ai mortali. Fra noi il piacere � uscire dalla paura, cessare di soffrire. Tu spargi in abbondanza dolore; il dolore nasce spontaneamente: e quel nostro piacere che ogni tanto per prodigio e per miracolo nasce dal dolore, � un gran guadagno. O genere umano caro agli dei! ti puoi ritenere molto felice se ti � concesso di tirare il respiro da qualche dolore: ti puoi ritenere beato se la morte ti guarisce da ogni dolore.

 

 

Commento

Giacomo Leopardi narra che dopo una tempesta si sentivano gli uccelli che facevano festa e la gallina che ritornava nella sua via ripetendo il suo verso.
Cos� ritornava il sereno dove si irrompeva a ponente nella montagna e cos� la nebbia scomparsa dalla campagna e in questo il fiume si vedeva finalmente chiaro nella valle.
Per queste cose il cuore delle persone si rallegrava e cos� da ogni parte si risentiva il rumorio perch� le persone ritornavano a svolgere il loro lavoro; l'artigiano si affacciava sull'uscio a vedere l'umido cielo cantando con il lavoro nelle sue mani; a gara usciva fuori le ragazze a raccogliere l'acqua della pioggia appena caduta; l'erbaiolo andava per ogni sentiero facendo il suo grido di richiamo quotidiano.
Il sole ritornava illuminando le case di campagna; la famiglia apriva i balconi e le terrazze: nella via si sentiva in lontananza il rumore dei sonagli; il carro strideva del carrettiere che riprendeva il suo cammino.
Questo mi fa capire che una volta la vita era pi� calma, silenziosa e piena di sapori antichi che facevano sognare.
Invece oggi la vita � frenetica, piena di rumori e non si riesce pi� a respirare aria buona poich� � tutto inquinato.

Il poeta se la prende con la natura che non d� soli questi piaceri ai mortali, anzi d� molti dispiaceri che non si possono evitare.

 

FIGURE

Enjambements = sereno v. 4, duolo v. 47, umana v. 50.

Rime semantiche = montagna campagna v. 5-6, sentiero giornaliero v. 17-18, offese cortese v. 40-42.
Rime asemantiche: tempesta festa v. 1-2, felice lice v. 51-52, morte smorte v 35-38.

Allitterazione della R nei versi 9-10 significa rumori da attivit� umane.

Onomatopea v. 23 � il cigolio del carro.

Termini aulici e letterari: (augelli, romorio, fassi) sia termini quotidiani (gallina, tempesta, artigiano); essi vengono anche accostati (v. 2, augelli-gallina), creando un contrasto di registro del tutto originale.

Le figure retoriche del significato sono anch�esse rare: v�� una personificazione nel v. 19 (�il Sol� sorride�) e una metafora nel v. 32 (�Piacer figlio d�affanno�); vi sono per� alcune importanti ironie, come quelle del v. 42 (�natura cortese�), del v. 44 (�diletti�), dei vv. 50-51 (�Umana prole cara agli eterni�).
Anche per quanto riguarda la struttura sintattica, le due parti in cui la lirica � divisa differiscono molto. Nella prima, i periodi sono semplici, infatti prevale la paratassi; � presente anche una chiusura chiastica (vv. 8-25) che incornicia il quadretto delle presenza umane: ci� conferisce allegria e dinamismo.
Nella seconda, i periodi sono lunghi, complessi, sono presenti molte inversioni (per far risaltare le aspre e drammatiche parole in fine verso): questo per dare ancora di pi� una sensazione d�angoscia. Vi sono infine alcune anafore: �Ecco il sol che ritorna, ecco sorride� (v. 19), che sottolinea la gioia;
�Apre i balconi, apre terrazzi� (vv. 20-21), che d� l�idea del moltiplicarsi delle azioni.
 

 

 

 
 


Classifica di siti - Iscrivete il vostro!

Informativa Privacy Cookie Policy
- � POESIA E NARRATIVA -