I tre cani di ITALO CALVINO

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I tre cani     di ITALO CALVINO

 

 
C�era una volta un vecchio contadino che aveva un figlio e una figlia.
Quando venne a morire, li chiam� al suo capezzale e disse :
- Figlioli miei, sto per morire e non ho nulla da lasciarvi:
solo tre pecorine nella stalla. Cercate di andare d�accordo,
e non avrete da patir la fame.
Quando fu morto, fratello e sorella seguitarono a stare insieme:
il ragazzo andava dietro alle pecore e la ragazza stava a casa a
filare e a far da mangiare. Un giorno che il ragazzo era con le
pecore nel bosco, pass� un omino con tre cani.
- Buon giorno a te, bambino.
- Che belle pecorelle hai!
- Anche lei ha tre bei cani.
- Ne vuoi comprare uno?
- Quanto costa ?
- Se mi d�i una pecorella, io ti do uno dei miei cani.
- E poi cosa mi dice mia sorella?
- Cosa ti deve dire? Di un cane avrete pur bisogno, per guardare le pecore!
Il ragazzo si persuase: gli dette una pecora e si prese un cane.
Chiese come si chiamava e l�omino gli disse: - Spezzaferro.
Quando fu ora d�andare a casa, aveva il cuore che gli batteva perch�
certo sua sorella l�avrebbe strapazzato.
Ma alla fine per le pecore, un cane ci voleva.
L�indomani il ragazzo and� nello stesso posto e incontr� di
nuovo quell�omino con i due cani e la pecorella.
- Buon giorno a te, bambino.
- La pecorella mi muore di malinconia, - disse l�omino.
- Anche il mio cane muore di malinconia, - disse il bambino.
- Allora dammi un�altra pecorella, e io ti do un altro cane.
- Mamma mia! Mia sorella mi voleva mangiare, per una pecora sola!
Figuriamoci se ne do via un�altra!
- Guarda: un cane solo non ti serve a niente: se vengono due lupi,
come ti salvi?
E il ragazzo acconsent�.
- Come si chiama?
- Schiantacatene.
Quando rincas� alla sera con una pecora e due cani, e la
sorella gli domand�: - Le hai riportate tutte le pecorelle?
- non sapeva cosa rispondere.
Disse: - S�, per� non c�� bisogno che tu venga nella stalla,
le mungo io.
Ma la ragazza volle andare a vedere e il fratello fin� a letto
senza cena. - Se domani non tornano tutte le pecore io
ti ammazzo, - gli disse la sorella.
L�indomani, mentre pascolava nel bosco, vide passare l�omino
con le due pecore e l�ultimo cane.
- Buon giorno a te, bambino.
- Io ora ho questo cane che muore di malinconia.
- E la mia pecorella anche.
- Dammi quella pecorella e prenditi questo cane.
- No, no, non parliamone nemmeno.
- Ora ne hai due: perch� non vuoi il terzo? Almeno avrai tre
cani uno meglio dell�altro.
- Il suo nome?
- Spaccamuro.
- Spezzaferro, Schiantacatene, Spaccamuro, venite con me.
Quando fu sera, il ragazzo di tornare a casa dalla sorella non
ebbe il coraggio. �E� meglio che vada a girare il mondo�, pens�.
E cammina e cammina, con i cani che gli battevano la strada per
boschi e per valli. Cominci� a piovere a dirotto, si era fatto
buio e non si capiva pi� dove andare. In fondo al bosco, vide
un bel palazzo illuminato, cinto da un alto muro. Il ragazzo
bussa; nessuno apre. Chiama; nessuno risponde. Allora:
- Spaccamuro, aiutami tu.
Non aveva ancora finito di dirlo, che Spaccamuro con due
zampe aveva rotto la muraglia.
Il ragazzo e i cani passarono, ma si trovarono di fronte a
una fitta cancellata di ferro.- Spezzaferro, a te!- disse il
ragazzo, e Spezzaferro con due morsi mand� il cancello in pezzi.
Ma il palazzo aveva una porta, chiusa da pesanti catenacci.
- Schiantacatene!-chiam� il ragazzo, e il cane con un morso
liber� la porta che si aperse.
I cani si infilarono per le scale, e il ragazzo dietro.
Nel palazzo non si vedeva anima viva. C'era un bel caminetto
acceso e una tavola imbandita con ogni ben di Dio.
Si sedette a mangiare, e sotto la tavola c'erano tre scodelle
con la zuppa per i cani. Finito di mangiare and� di l� e c'era
un letto pronto per dormire e tre cucce per i cani. La
mattina quando s'alz� trov� preparato lo schioppo e il cavallo
per andare a caccia. And� a caccia, e quando rincas� trov� la
tavola preparata per il pranzo, il letto rifatto, e tutto
lustro e pulito. Cos� passavano i giorni, e lui non vedeva mai
nessuno e tutto quel che desiderava l'aveva, insomma viveva da
signore. Allora cominci� a pensare a sua sorella, che poverina
chiss� che vita faceva, e si disse: voglio andare a prenderla
e farla stare insieme a me, tanto adesso che si sta cos� bene
non mi sgrider� pi� se non riporto a casa le pecore.
L'indomani prese con s� i cani, mont� a cavallo, tutto vestito
da signore, e and� a casa da sua sorella. Quando arriv�,
la sorella, che stava sulla soglia a filare, lo vide venire
da distante e disse: �Chi sar� mai quel bel signore che
viene da me?� Ma quando vide che era suo fratello sempre
con quei cani invece delle pecore, cominci� a fargli una
delle solite sue scene.
Ma il fratello le disse: -Va l�, cosa vuoi ancora sgridarmi,
che io faccio una vita da signore e sono venuto a prenderti
con me, ora che non abbiamo pi� bisogno delle pecore!
La iss� a cavallo e la condusse nel palazzo dove visse anche
lei da gran signora. Tutto quel che le veniva in mente, subito
l�aveva. Per� i cani continuava a non poterli soffrire,
e tutte le volte che il fratello rincasava, lei riattava
a brontolare.
Un giorno che il fratello era andato a caccia coi tre cani,
lei usc� in giardino e vide laggi� in fondo una bella
melarancia, and� per coglierla e mentre la spiccava dal ramo,
salt� fuori un Drago e le s�avvent� contro per mangiarla.
Lei cominci� a piangere e a raccomandarsi, a dire che
non era lei, ma suo fratello che era entrato per primo
nel giardino, e che caso mai doveva esser mangiato suo
fratello. Il Drago le rispose che suo fratello non si
poteva mangiare perch� era sempre con quei tre cani. La ragazza
chiese al Drago che le dicesse che cosa doveva fare, e lei,
pur di salvarsi la vita, gli avrebbe fatto mangiare suo
fratello; e il Drago le disse di far legare i cani con
catene di ferro, al di l� del cancello e del muro del
giardino. La ragazza promise e il Drago la lasci� andare.
Quando il ragazzo torn� a casa, la sorella cominci� a
brontolare che non voleva pi� avere intorno qui
cagnacci mentre mangiava, perch� puzzavano. E il
fratello, che aveva sempre la pazienza di contentarla in
tutto, and� a legarli come lei diceva. Poi lei gli disse
d�andarle a prendere quella melarancia che era in fondo al
giardino, e il ragazzo ci and�. Stava per spiccarla, quando
salt� fuori il Drago. Il ragazzo, comprendendo il tradimento
della sorella, chiam�: - Spezzaferro! Schiantacatene! Spaccamuro!
- E Schiantacatene schiant� le catene, Spezzaferro spezz�
le sbarre del cancello, Spaccamuro aperse il muro a zampate;
arrivarono addosso al Drago e lo sbranarono.
Il ragazzo torn� dalla sorella e disse: - Basta! E� questo
il bene che mi vuoi? Mi volevi far mangiare dal Drago!
Adesso con te non ci voglio pi� stare.
Sal� a cavallo e and� in gire per il mondo, coi tre cani.
Arriv� da un Re, che aveva una sola figlia, e c�era un Drago
che se la doveva mangiare. Si present� dal re e gli disse che
voleva questa figlia in sposa. Il Re gli disse: - Mia figlia
non te la posso dare perch� la deve mangiare un terribile
animale; se per� tu sei buono a liberarla, resta inteso che � tua!
- Bene, Maest�, ci penso io; non vi preoccupate - .
And� a cercare il Drago, l�attacc� e i cani se lo mangiarono.
Torn� vincitore e il Re lo fidanz� a sua figlia.
Venne il giorno delle nozze, e lo sposo, dimenticando
quel che era stato, fece venire sua sorella. Dopo lo sposalizio,
la sorella che aveva sempre il dente avvelenato contro
il fratello disse: - Stasera voglio preparare io il letto
a mio fratello, - e tutti, credendo a un gesto da brava
sorella, dissero di s�. Invece lei, nel posto dello sposo,
mise sotto le lenzuola una sega affilata. La sera il fratello
si coric� e rest� tagliato in due. Lo portarono in chiesa
con gran pianti, coi tre cani fedeli dietro al feretro: poi
chiusero la porta e i tre cani restarono dentro a guardare
la salma, uno dalla parte destra, uno dalla parte sinistra
e uno dalla parte della testa.
Quando i cani videro che non c�era pi� nessuno, uno di loro
parl� e disse: - Ora vado e lo piglio.
E un altro: - E io lo porto.
- E io l�ungo, - disse il terzo.
Cos� due dei cani andarono via e tornarono con un vasetto
di unguento, e l�altro che era rimasto di guardia unse la
ferite con quell�unguento e il giovane torn� sani di nuovo.
Il Re fece ricercare chi aveva messo la sega nel letto, e
scoperto che era stata la sorella, la fece condannare a morte.
Il giovane ora era felice con la sua sposa, tanto pi� che
il vecchio Re, stanco, abdic� e lui sal� al trono. Ma aveva
un unico dispiacere, che i tre cani erano spariti e per
quanto li avesse fatti cercare per tutto il Regno non
era stato possibile trovarli. Pianse, si disper�, ma
dovette rassegnarsi.
Una mattina, gli fu annunziato un Ambasciatore, e
quest�Ambasciatore gli fece noto che c�erano tre
bastimenti ancorati al largo che portavano tre gran
personaggi, e questi personaggi volevano riannodare
la loro antica amicizia con lui. Il giovane Re sorrise,
perch� lui era sempre stato un contadino, e gran
personaggi non ne aveva mai conosciuti. Ciononostante segu�
l�Ambasciatore per incontrare questi che si dichiaravano
suoi amici. Trov� due Re e un Imperatore che gli fecero
grandi feste dicendogli: - Non ci riconosci?
- Ma guardate che dovete esservi sbagliati, - disse lui
- Ah, non avremmo mai creduto che ti saresti dimenticato
dei tuoi fedelissimi cani!
- Come? - esclam� lui - Spezzaferro, Schiantacatene e
Spaccamuro? Trasformati in questo modo?
Gli risposero: - Eravamo stati trasformati in cani da
un Mago, e non potevamo tornare quelli che eravamo,
finch� un contadino non fosse messo in trono. Dunque
dobbiamo essere grati a te, come tu devi essere grato
a noi, perch� ci siamo aiutati a vicenda. D�ora in
avanti saremo sempre buoni amici e in ogni circostanza
ricordati che hai due Re e un Imperatore sempre disposti
ad aiutarti.
Si trattennero diversi giorni in citt� tra grandi feste.
Venuto il giorno della partenza, si divisero augurandosi
ogni bene e furono sempre felici. 



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