GARCIA LORCA :  LA AURORA   ("Poeta en Nueva York")


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G. LORCA (1929-1930) 

LA AURORA (1929-1930)

 ("Poeta en Nueva York")

L'aurora di New York ha

quattro colonne di fango

e un uragano di nere colombe

che guazzano nelle acque putride.

L'aurora di New York geme

per le immense scale

cercando nei cantoni

balsami di angoscia disegnata.

L'aurora arriva e nessuno l'accoglie nella sua bocca

perché non c'è domani né speranza possibile.

A volte il denaro in sciami furiosi

trapassa e divora bambini abbandonati.

I primi che escono sentono sulle loro ossa

che non vi sara' paradiso né amori sfogliati;

sanno che vanno a un fango di numeri e di leggi,

a giuochi senz'arte, a sudori senza frutto.

La luce è sepolta da catene e rumori

in un'impudica sfida di scienza senza radici.

Nei sobborghi c'è gente che vacilla insonne

come appena uscita da un naufragio di sangue.

L’aurora di cui parla il poeta non nulla  della bellezza naturalistica. Lo spettacolo è cupo: la luce del giorno sorprende gli operai perché i loro sogni angosciosi non li hanno fatto riposare. Questa umanità sofferente irradia per il poeta, come un ricamo di fiori, non vivaci per la loro bellezza, ma vistosi per i travagli degli umili. La popolazione dei sobborghi , all’aurora , non riesce ad accogliere questa luce perché è schiacciata da una società calcolatrice che li rifiuta. Perciò procede vacillante come in un naufragio, sfinita dalle fatiche.

 

Parafrasi

 

L’aurora di New York ha quattro colonne di fango e una quantità di negre colombe che si agitano in acque infette. L’aurora soffre sulle interminabili scale, mentre tra i rifiuti perquisisce i fiori di individui emarginati, riconoscibili perché la luce mattutina ne precisa i lineamenti. Il chiarore si diffonde e nessuno lo riceve in sé, perché non c’è possibilità di futuro. Talvolta il denaro abbonda come uno sciame di api rabbiose, trafigge e divora i bambini fragili. Le prime persone , uscendo di casa, intuiscono che non vi saranno sogni, si addentrano in una realtà melmosa, calcolatrice,nei giochi meschini, in lavori faticosi. La luce è oppressa dai mille rumori cittadini  in una sfida insolente di una cultura senza tradizioni. Nei quartieri periferici vive gente laboriosa perché è appena sgusciata da sogni angosciosi.



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