APOLLINAIRE CAPOSEZIONE La mia bocca avr� ardori di geenna La mia bocca sar� per te un inferno di dolcezza e seduzione Gli angeli della mia bocca troneggeranno sul tuo cuore I soldati della mia bocca ti prenderanno d'assalto I preti della mia bocca incenseranno la tua bellezza La tua anima si agiter� come una regione durante il terremoto I tuoi occhi saranno carichi allora di tutto l'amore che si � accumulato negli sguardi dell'umanit� da quando esiste La mia bocca sar� un esercito contro di te un esercito pieno di contrasti Vario come un incantatore che sa variare le sue metamorfosi L'orchestra e i cori della mia bocca ti diranno il mio amore Te lo sussurra di lontano Mentre gli occhi fissi sull'orologio attendo il minuto stabilito per l'assalto. *** L'OMBRA DELLA LUNA La tromba suona e risuona Suona, si spengono i fuochi. Il mio povero cuore ti dono Per uno sguardo dei tuoi begli occhi Un solo moto della tua persona. Sono le dieci, tutto � spento, Ascolto russare la caserma, Viene dal Nord il vento, La luna mi fa da lanterna Grida un cane alla morte il suo lamento. La notte si consuma lenta lenta, Rintoccano le ore lentamente Tu che fai o mia bella indolente Mentre vegliando il tuo amante Ti sospira lontana e si tormenta? E io cerco nel cielo stellato Dove sono le stelle gemelle Mio destino che al tuo � legato Ma dove sono le nostre stelle? O cielo, campo di grano incantato! La notte si consuma dolcemente Sereno alfine m'addormento. I tuoi occhi che vegliano il tuo amante Non sono forse, mia bella indocile, Le nostre stelle del firmamento? *** La nudit� dei fiori La nudit� dei fiori � il loro odore carnale Che palpita e si eccita come un sesso femminile E i fiori senza profumo sono vestiti di pudore Essi prevedono che si vuol violare il loro odore La nudit� del cielo � velata di ali Di uccelli che planano d�attesa inquieta d�amore e di fortuna La nudit� dei laghi freme per le libellule Che baciano con azzurre elitre il loro ardore di spume La nudit� dei mari io la adorno di vele Che esse strazieranno con gesti di raffica Per svelare il loro corpo allo stupro innamorato di esse Allo stupro degli annegati ancora irrigiditi d�amore Per violare il mare vergine dolce e sorpresa Del rumore dei flutti e delle labbra appassionate *** FOTOGRAFIA M'attira il tuo sorriso come Potrebbe attirarmi un fiore Fotografia tu sei il fungo bruno Della foresta La sua bellezza I bianchi sono Un chiaro di luna In un pacifico giardino Pieno d'acque vive e d'indiavolati giardinieri Fotografia sei il profumo dell'ardore La sua bellezza E ci sono in te Fotografia I toni illanguiditi Vi si sente Una melopea Fotografia tu sei l'ombra Del sole Tutta la sua bellezza. *** LA PARTENZA E i loro volti erano pallidi Spezzati i loro singhiozzi. Come la neve dai petali puri O le tue mani sui miei baci Cadevano le foglie autunnali. *** Poesia di Guillaume Apollinaire Io penso a te, mia Lou, mentre sono di guardia Io penso a te, mia Lou, mentre sono di guardia Vedo lass� il tuo sguardo negli occhi delle stelle E nel cielo � il tuo corpo, consolante illusione Nata dal desiderio che attizzano le raffiche Attorno a me soldato perso nei suoi pensieri. Amore tu non sai che cosa sia l'assenza E forse non puoi credere che sembra di morire. Ogni ora all'infinito cresce la sofferenza. Quando il giorno finisce si comincia a soffrire E quando torna notte la pena ricomincia. Amore, io spero ormai soltanto nei ricordi Nelo loro specchio tornano giovinezza e bellezza. Invecchierai amore, invecchierai un giorno. E' lontano il ricordo come un corno da caccia. O lenta, lenta notte, o mio fucile peso. Poesia di Guillaume Apollinaire Addio L 'amore � libero non � sottomesso mai al destino Oh Lou il mio � anche pi� forte della morte Un cuore il mio ti segue nel tuo viaggio al Nord Lettere Invia anche lettere tesoro mio Oh fa piacere riceverne nella nostra artiglieria Una al giorno almeno una almeno te ne prego Lentamente ecco � scesa la nera notte Ora si rientra dopo aver comprato del tabacco Una due tre A te la mia vita A te il mio sangue La notte cuore mio la notte � cos� dolce e bionda Oh Lou il cielo oggi � puro come un'onda Un cuore il mio tI segue in capo al mondo L'ora � giunta Addio l'ora della tua partenza Ora si rientra Le nove meno un quarto Una due tre Addio da Nimes nel Gard XVI. *** 1909 La signora aveva un vestito In ottomano viola scarlatto E la sua tunica ricamata d'oro Era composta di due pannelli Che s'attaccavano sulle spalle Gli occhi danzanti come angeli Rideva rideva Aveva un viso dai colori di Francia Gli occhi blu i denti bianchi e le labbra molto rosse Aveva un viso dai colori di Francia Era scollata in rotondo E pettinata alla Recamier Con belle braccia nude Non si sentir� mai suonare la mezzanotte La signora nel vestito di ottomano viola scarlatto E in tunica ricamata d'oro Scollata in rotondo Portava a passeggio i suoi riccioli La sua fascia d'oro E trascinava le scarpette con le fibbie Era cos� bella Che non avresti osato amarla Amavo le donne atroci nei quartieri enormi Dove nasceva ogni giorno qualche essere nuovo Il ferro era il loro sangue la fiamma il cervello Amavo amavo il popolo abile delle macchine Il lusso e la bellezza sono solamente la sua schiuma Quella donna era cos� bella Che mi faceva paura. ***DANTE ALIGHIERI
Amor, che movi tua vert� Amor, che movi' tua vert� da cielo come 'l sol lo splendore, che l� s'apprende pi� lo suo valore dove pi� nobilt� suo raggio trova; e come el fuga oscuritate e gelo, cos�, alto segnore, tu cacci la viltate altrui del core, n� ira contra te fa lunga prova: da te conven che ciascun ben si mova per lo qual si travaglia il mondo tutto; sanza te � distrutto quanto avemo in potenzia di ben fare, come pintura in tenebrosa parte, che non si pu� mostrare n� dar diletto di color n� d'arte. Feremi ne lo cor sempre tua luce, come raggio in la stella, poi che l'anima mia fu fatta ancella de la tua podest� primeramente; onde ha vita un disio che mi conduce con sua dolce favella in rimirar ciascuna cosa bella con pi� diletto quanto � pi� piacente. Per questo mio guardar m'� ne la mente una giovane entrata, che m'ha preso, e hagli un foco acceso, com'acqua per chiarezza fiamma accende; perch� nel suo venir li raggi tuoi, con li quai mi risplende, saliron tutti su ne gli occhi suoi. Quanto � ne l'esser suo bella, e gentile ne gli atti ed amorosa, tanto lo imaginar, che non si posa, l'adorna ne la mente ov'io la porto; non che da s� medesmo sia sottile a cos� alta cosa, ma da la tua vertute ha quel ch'elli osa oltre al poder che natura ci ha porto. � sua belt� del tuo valor conforto, in quanto giudicar si puote effetto sovra degno suggetto, in guisa ched � 'l sol segno di foco; lo qual a lui non d� n� to' virtute, ma fallo in altro loco ne l'effetto parer di pi� salute. ' Dunque, segnor di s� gentil natura che questa nobiltate che avven qua giuso e tutt'altra bontate lieva principio de la tua altezza, guarda la vita mia quanto ella � dura, e prendine pietate, ch� lo tuo ardor per la costei bieltate mi fa nel core aver troppa gravezza. Falle sentire, Amor, per tua dolcezza, il gran disio ch'i' ho di veder lei; non soffrir che costei per giovanezza mi conduca a morte; ch� non s'accorge ancor com'ella piace, n� quant'io l'amo forte, n� che ne li occhi porta la mia pace. Onor ti sar� grande se m'aiuti, e a me ricco dono, tanto quanto conosco ben ch'io sono l� 'v'io non posso difender mia vita: che gli spiriti miei son combattuti da tal ch'io non ragiono, se per tua volont� non han perdono, che possan guari star sanza finita. Ed ancor tua potenzia fia sentita da questa bella donna, che n'� degna; ch� par che si convegna di darle d'ogni ben gran compagnia, com'a colei che fu nel mondo nata per aver segnoria sovra la mente d'ogni uom che la guata. Ma s'a conoscer la prima radice del nostro amor tu hai cotanto affetto, dir� come colui che piange e dice. Noi leggiavamo un giorno per diletto di Lancialotto come amor lo strinse; soli eravamo e sanza alcun sospetto. Per pi� f�ate li occhi ci sospinse quella lettura, e scolorocci il viso; ma solo un punto fu quel che ci vinse. Quando leggemmo il dis�ato riso esser basciato da cotanto amante, questi, che mai da me non fia diviso, la bocca mi basci� tutto tremante. Galeotto fu 'l libro e chi lo scrisse: quel giorno pi� non vi leggemmo avante. Dante Alighieri, Divina Commedia, V canto inferno A ciascun'alma presa e gentil core A ciascun'alma presa, e gentil core, nel cui cospetto ven lo dir presente, in ci� che mi rescrivan suo parvente salute in lor segnor, cio� Amore. Gi� eran quasi che atterzate l'ore del tempo che onne stella n'� lucente, quando m'apparve Amor subitamente cui essenza membrar mi d� orrore. Allegro mi sembrava Amor tenendo meo core in mano, e ne le braccia avea madonna involta in un drappo dormendo. Poi la svegliava, e d'esto core ardendo lei paventosa umilmente pascea: appresso gir lo ne vedea piangendo. *** Tanto gentile e tanto onesta pare Tanto gentile e tanto onesta pare la donna mia quand�ella altrui saluta, ch�ogne lingua deven tremando muta, e li occhi no l�ardiscon di guardare. Ella si va, sentendosi laudare, benignamente d�umilt� vestuta; e par che sia una cosa venuta da cielo in terra a miracol mostrare. Mostrasi s� piacente a chi la mira, che d� per li occhi una dolcezza al core, che �ntender no la pu� chi no la prova; e par che de la sua labbia si mova un spirito soave pien d�amore, che va dicendo a l�anima: Sospira. *** Ne li occhi porta la mia donna Amore , per che si fa gentil ci� ch 'ella mira ; ov 'ella passa , ogn 'om ver lei si gira , e cui saluta fa tremar lo core , s� che , bassando il viso , tutto smore , e d' ogni suo difetto allor sospira : fugge dinanzi a lei superbia ed ira . Aiutatemi , donne , farle onore . Ogne dolcezza , ogne pensero umile nasce nel core a chi parlar la sente , ond' � laudato chi prima la vide . Quel ch 'ella par quando un poco sorride , non si p� dicer n� tenere a mente , s� � novo miracolo e gentile . De gli occhi de la mia donna si move -Dante Alighieri De gli occhi de la mia donna si move un lume s� gentil che, dove appare, si veggion cose ch'uom non p� ritrare per loro altezza e per lor esser nove: e de' suoi razzi sovra 'l meo cor piove tanta paura, che mi fa tremare e dicer: "Qui non voglio mai tornare"; ma poscia perdo tutte le mie prove: e tornomi col� dov'io son vinto, riconfortando gli occhi paurusi, che sentier prima questo gran valore. Quando son giunto, lasso!, ed e' son chiusi; lo disio che li mena quivi � stinto: per� proveggia a lo mio stato Amore. Deh, Violetta, che in ombra d'Amore -Dante Alighieri Deh, Violetta, che in ombra d'Amore negli occhi miei s� subito apparisti, aggi piet� del cor che tu feristi, che spera in te e disiando more. Tu, Violetta, in forma pi� che umana, foco mettesti dentro in la mia mente col tuo piacer ch'io vidi; poi con atto di spirito cocente creasti speme, che in parte mi sana la dove tu mi ridi. Deh, non guardare perch� a lei mi fidi, ma drizza li occhi al gran disio che m'arde, ch� mille donne gi� per esser tarde sentiron pena de l'altrui dolore. Madonna, quel signor che voi portate Madonna, quel signor che voi portate ne gli occhi, tal che vince ogni possanza, mi dona sicuranza che voi sarete amica di pietate, per� che l� dov'ei fa dimoranza, ed ha in compagnia molta beltate, tragge tutta bontate a s�, come principio c'ha possanza; ond'io conforto sempre mia speranza, la qual � stata tanto combattuta, che sarebbe perduta, se non fosse che Amore contro ogni avversit� le d� valore con la sua vista e con la rimembranza del dolce loco e del soave fiore che di novo colore cerchi� la mente mia, merz� di vostra grande cortesia. Dante Alighieri