STORIA quel ragazzino a malapena scorgeva il proprio presente, quel vecchio a malapena ricordava il passato, l�adulto rifletteva, invece, sul futuro che aveva scelto un altro amante in un tempo improprio. nessuno era contento, nessuno approvava l�accadimento. il ragazzino, il vecchio e l�adulto decisero, cos�, di ripassare la memoria e convennero sulla generale apatia che aveva sospeso i loro sogni. compresero, poi, che passato, presente e futuro non rappresentavano indifferenti et� del Tempo ma coscienti successioni dell�esistere che, stoltamente, avevano demandato ad archetipi travestiti da umane stagioni. si era fatto tardi. vissero le pause residue come l�ad libitum di un Requiem. CARABATTOLE scarabocchi scontrini biglietti cartoncini matrici opuscoli ricevute volantini poesie carabattole� Attesa ci si svegliava nel tiramolla quotidiano sperando in un alito di vento. poteva essere un tuo sospiro che avrebbe smosso l�inquieta quiete riflessa in specchi di muri complici prima di scoperchiare il nuovo giorno accompagnandoci nell�equivoco del crepuscolo. Chiacchiericcio di tutto si parlott� e di chi trov� soddisfazione nel bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. l�astemio e l�ubriaco non si confessarono, per gli altri la comunione fu la questione se l�ostia si dovesse accompagnare all�acqua o al vino. Il pregiudizio del poeta non mi interessa se sei giovane o vecchio, se appartieni al �60 al �70 o all� �80, non sei un vino di denominazione di origine controllata e ancor meno garantita, non sei un lager di appartenenza in un barattolo di parole con la data di scadenza. fuggi dai pregiudizi del poeta, segui l�inchiostro della strada, non importa se asfaltata o accidentata. non c�� solo la striscia bianca, non c�� solo il rosso e il verde, puoi immaginare tutti i pastelli dell�arcobaleno. infilati un paio di scarpe comode per girare, non importa se sono griffate. non aver paura di sporcare le suole, non aver paura di girare l�angolo, non aver paura di alzare lo sguardo. non seguire la direzione della cartina, non ti fermare davanti agli swarowski di gentil aspetto, gusta, viandante, il take away di un estraneo, nuota controcorrente come i salmoni, chiss� che le parole deposte non siano migliori di quel carattere verdana 12, un tipo volgare che ti aspetta a casa attento al palinsesto di quattro ballerine che aprono e chiudono il sipario di un testo formattato con le forme di turgidi seni. CERBOTTANE era ieri che giocavamo con le cerbottane, noi, neonati scugnizzi del rione citt� studi. in piazza Guardi, fieri dei nostri lunghi tubi di plastica, alla maniera di danzatori tribali passavamo in fila indiana, d�estate, sotto le finestre aperte dei piani rialzati inondandole di chicchi di riso dopo aver soffiato verso l�alto. allora quelle che a noi parevano vecchiette uscivano all�improvviso dai portoni di casa con delle scope di saggina per inseguirci e correvamo sino a sfiancarci, chi a sud, chi a nord, chi a sud-ovest, chi altrove. non frequentavamo, anche, il catechismo e Don Carlo ci tirava le orecchie sino a farci male, cos� si serviva messa per punizione e dieci P�ter n�ster, qui es in caelis erano insufficienti a redimerci ch�, per dispetto, iniziava la caccia alle lucertole, alle loro code da esibire come trofei all�ora di educazione tecnica. sempre in Piazza Guardi ci si trovava al pomeriggio per limonare con le bambine. io ero corto e mi mettevano uno sgabello sotto i piedi per arrivare a livello di bocca. ci fermavamo, poi , ad ascoltare Toto Cotugno e la sua chitarra, stazionava tutti i giorni nella piazza, era gi� un adulto con la propria corte di maggiorenni. riconsiderando, ora, quei tubi di plastica pi� lunghi delle nostre altezze pu� essere che quei quattro piccoli bravi a seguito di un Don Rodrigo, non ancora studiato, anelassero a tappezzare di bianco, quanto un paesaggio innevato, la grigia melanconia di quei luoghi che dal campetto dell�oratorio dove ci si sbucciava sempre le ginocchia indirizzavano al cinema di quartiere che proiettava solo cartoni animati e noi gi� adulti. si proseguiva nelle ore trascorse in balocchi-anti stanze di compagni di classe a bruciare piccoli soldatini in guerre raccontate da nostalgici nonni per giungere alle frequenti visite di estranei che reclamavano i danni per un vetro o un cruscotto rotto. i chicchi di riso erano il tappeto che delimitava il territorio di piccole orme, la rappresentazione di quei danzatori tribali alla ricerca di una riserva che corrispondesse al loro dipinto, all�iconografia di una favola dei Grimm che da sempre li vedeva unici e disperati attori protagonisti. **** Orchestrali della mente mi ricordo di un viaggio in treno, delle nostre vite normali e di come i pensieri rincorrevano come in un gioco il passaggio di alberi, pali, tralicci, accomunati e confusi nella fretta di sparire. tra una stazione e l�altra gli orchestrali della mente richiedevano ossigeno per poter nuovamente scherzare nella successiva corsa. guardavo fuori dal finestrino e mi dissolvevo nel labirinto dei sogni sciupati, persi e poi raccolti, chiss�, da qualche sbadato, che trovandosi l� per caso, avrebbe, forse, risolto il proprio rebus. Il balletto del carrello �perch� guardi fuori?� non c�� nulla da scoprire, una strada a doppia corsia, doppioni di pedoni si sfiorano, bande di giovani impiegati scivolano sull�asfalto, tanti puntini neri, quelli delle agenzie immobiliari entrano in un bar per un fugace panino, quattro chiacchiere sul pallone, sull�happy hour pomeridiano e poi come galli spelacchiati ri-dentro le stie, (( quei pochi rimasti con un co-co-co-(de) come da stia )) e i vecchi non ci sono, �dove sono?� alla Billa con il carrello della spesa, una lunga fila alle casse di cassa integrati, disoccupati, esodati, indignati, a quarant�anni si � gi� vecchi inservibili, rottamati come gli euro zero e campare ( forse ) altri quarant�anni per il sorriso di giovani cassiere che come fate svaniscono in fitte boscaglie accresce l�abbandono, l�isolamento e con chi parli, allora, se non con il somalo e il suo elefantino nero che ti fissa muto? anche lui sfuma nell�effetto flou di una cartolina della sua Africa e i riferimenti cambiano, poi spariscono e il triste balletto del carrello ri-inizia da capo come una Maiuscola inizia facoltativamente una frase per poi chiudersi facoltativamente in un punto o in quell�ad libitum che tutto comprende nell�immobile disperata rassegnazione **** e dire che il giorno si lava ogni giorno nel lavatoio dove tante mani insaponate sbattono prepotentemente l�acqua in giochi percussivi di spruzzi e schizzi inondandolo di gocce quasi a smacchiare le nubi pi� dense immacolate bollicine ora risalgono a completamento dell�ora che fugge verso l�oblio il mistero delle ante chiuse apre al dubbio di luci tarde ad affacciarsi l�infisso permette al raggio di accedere al nuovo giorno che, come ogni giorno, torna al lavoro di sempre ** c�� nella gente questo imprecisabile senso del presente percepito in un�idea scolorita che richiama quel dopo sempre nella coincidenza del sempre uguale cos� l�indefinito sorregge l�alibi al futuro che, vistosi in minoranza e poi gli conviene, si defila tra le maglie del tempo INEDITI si poteva sperare in qualcosa di meglio all�uscita dall�anatomica concitata selva ma gli exit pool non facevano ben sperare ch� le percentuali nella comune somma minimizzavano quell�unico un per cento che si opponeva e chiedeva venia per l�entr�e e mai aveva implorato per quella luce, gi� accecante, in un�asettica sala e altri abbaini, come puzzle in dissolvenza, aspettavano il malcapitato per scaraventarlo nella luce fioca senza che potesse dire: � io non volevo, io non ho chiesto, non sono figlio vostro� * nel divagare del pi� e del meno, sempre il meno raggiunse il consenso, un dubbio sinistro (ci sar� mai un dubbio destro?), metafora del non-essere nell�essere, s�insinuava tra l�incertezza della certezza rendendola una sbobba priva di condimento. * come se tirare a campare fosse una partita a bowling e queste bocce difficilmente ci azzeccano, troppi birilli da abbattere, cos� si sprecano energie e torni a casa con gli amici e insieme bocce, biglie, sfere da schivare. * Soliloquio, sOliloquio, soLiloquio, solIloquio, soliLoquio, solilOquio, soliloQuio, soliloqUio, soliloquIo, soliloquiO, SoliloquiO, sOliloquIo, soLiloqUio, solIloQuio, soliLOquio, SOliloquio, soliloquIO, soLIloquio, soliloQUio, SOLILOQUIO, SOLiloquio, soliloqUIO, soliloquio, soliloquio, Soli. * e anche oggi � andata, tra un fastidio e un sollievo, aspettando il repetita non-iuvant. * il tempo ammonticchia i tempi pari, dispari, come i giorni, in un�unica partitura dove accadi tra una misura e la successiva, sorseggiando un caff� nelle pause, e la melodia della sera simula quell� ad libitum che in-tona o s-tona il fischio d�inizio. Expo 2015 grattacieli grattano il cielo grattano il verde s-colorendolo s-biancandolo impallidendolo come noi * se si potesse evitare questa litania della lamentela perpetua aspettando Godot "Well? Shall we go?" - "Yes, let's go". "They do not move." non si muovono nessuno, pare, volersi muovere si aspetta e ci si lamenta * pu� darsi che il concetto sia un�astrazione di scatole cinesi Aristoteliche e mi domando se, oggi, l�idea abbisogni di un nuovo re-styling ma gli orchestrali della mente dirigono solo met� emisfero perch� a corto di dipendenti trattasi pur sempre di un lavorio precario * �There must be some kind of way out of here�, Hey Bob, Hey Jimi, ci deve essere un modo per uscire da questo posto, lo chiedo a voi, lo chiedo a tutti, lo chiedo al mondo dei posti, alla natura che non li abita, alla Highway 61 che tramonta alla foce del Mississippi, a King e alla sua Lucy, al Re Lucertola che ogni cosa poteva fare*, a qualunque uomo che rompa il sentiero stabilito per seguire il sentiero destinato**, a una macchina veloce, a un orizzonte lontano e a una donna da amare alla fine della strada,*** �There must be some kind of way out of here�, ci deve essere un modo per uscire da questo posto, lo chiedo a voi, lo chiedo a tutti, lo chiedo al mondo dei posti * Jim Morrison ** Gregory Corso *** Kerouac * raffazzonando alla meglio tutte le parole del mondo non ne esce un bel discorso e un balbettio confuso sovrasta il canto gioioso dei fringuelli , oasi sparute dove abbeverarsi tra assolate lande desertiche. * Milano muore come gli sparuti rami secchi sconfitti dalle metr� leggere e un via vai di polveri e gas accompagna anonime mascherine, e Meneghin a viso scoperto e senza trucco, e la malerba l'� qu�la che cress p�ssee. * troppe volte sembra che uno spiraglio si apra e il gioco � fatto, pare, �Rien ne va plus, les jeux sont faits�, tanti Pollicino spargono briciole di pane, piccioni abitano il Duomo e tutto torna come prima, inizia un nuovo giorno uguale agli altri, anche gli spiragli si coricano per sera, frutti di un�astuzia perduta e quell�Orco sgozza l�altrui dabbenaggine. * vorrei vivere come gli altri che maledico continuamente vorrei pensare come gli altri che maledico continuamente vorrei morire come gli altri che maledico continuamente � cos� difficile trovare il ricambio per la maniglia del mio frigo che maledico continuamente� * ne abbiamo abbastanza di spot/stop al televoto �chiamami ancora amore� ( povera poesia martoriata ) il non senso � il senso avanti popolo indietro tutta luoghi comuni �cosa non � comune?� vomiti del qualunque cambiano vesti putride da armadi tarlati il passato presenzia da sfondo a cartoline di greggi asettiche bestie bestiame stipato in un Tir viaggi della speranza muoiono nei mattatoi somiglianti a hotel a 3 stelle contenti di fingere nella dignit� obliata * qualcuno li chiama invasori, sbarcano sulle nostre coste, gusci di barchette, odori di povert�. � cambieremo vita�, dicono gli occhi! abbandonano le zattere, i lager dell�accoglienza ora li accolgono, la miseria li scorter� per sempre. qualcuno li chiamava invasori� * ho visto un servizio sui baraccati alla periferia di Napoli ( c�era stato un terremoto ) in tuguri fatiscenti ricoperti d�eternit risalenti all�80, ( la ricostruzione ) , e l��aeternitas� parrebbe non dover essere sinonimo di �tumor�. Raccolta di poesie: Murales - Edizioni L'Arca Felice 2011 TRATTE DAL LIBRO non ci � dato sapere se i cari estinti anelino a resuscitare e penso di no troppa la fatica di una sveglia al mattino con quattro pile ...di rumore nella testa e in principio furono menhir, dolmen e cromlech e prima ancora procarioti e eucarioti non avevano simili pensieri * perch� subappaltare la mente a monoliti di varia dimensione in questo teatro dell�immaginario se il sipario sbaracca il carrozzone e il clap clap precede il bla bla per poi finire a tarallucci e vino? * si potrebbe sgaiattolare da questo mercatino dell�usato e abbordare quell�incognita che gi� si fiuta nel profumo di nuove stagioni chiss� che non ne nasca una duratura storia d�amore * sempre questa zavorra di accessori per appesantire il cammino di ossa come se resistere alla spinta verso il basso ci potesse allontanare dall�incandescenza del fuoco come quel neon che, a forza, ci tiene svegli * di parallele all�infinito scorrono rette che si intersecano in-grate cos� l�effetto dell�incontro � la finzione del finito ---------------------- Parvenze Talvolta penso che il vuoto si accanisca contro le nostre parvenze e tenti di afferrarci con le ali dell�indifferenza. Allora mi volto all�improvviso e osservo sparuti bambini giocare a nascondino e inizio a contare, continuo a correre e a contare negli anfratti (nascosti) della mente e la successione dei numeri, unico antidoto al nulla del silenzio. Gara C�� una corsa invisibile a cui si partecipa, il premio o la punizione consiste nel tagliare il traguardo senza conoscere la distanza da percorrere perch� se intuissimo il percorso ad ostacoli il cammino della tartaruga spiegherebbe il passo dei ricordi a ritroso e noi potremmo indossare quella corazza confidando nelle gambe degli apripista. Incedere Nel mio incedere non trovo pi� i vecchi giocattoli dimenticati in qualche soffitta o i volti rassicuranti di sguardi ancora vivi. Si cammina come si pu�, scegliendo tra un paio di stivali (consumati) quando il tempo ci � avverso e una pantofola ricamata, accessorio (consolatorio) di una stanza a noi amica. Poesia ogni tanto ti chiama, non sempre. � inutile rincorrerla, come se provassi ad afferrare al volo una mosca. e poi le mosche non ci sono tutto l�anno e tu non sei una mosca, e non indossi quella stagione come vuoi, quando vuoi, perch� vuoi facendo un semplice zac! perch� dico questo? perch� ogni tempo ha il suo turno e quando stacchi il ticket devi pazientare, attendere, non puoi passare davanti pensando che la poesia ti serva un paio d�etti di buone parole solo perch� arrivi prima. Murales quattro mura imbrattate nel prosieguo della via. maledetta congiunzione del diritto con il rovescio: si attarda o si approssima. dipende dall'iconografia che m�ispira l�onnipotenza di un dio. non quello greco, confusione oppiacea di genti obliate da proci parassiti . oggi si sta a Itaca . ma ricordiamo, talvolta , quel libro, allora sacro, oggi sigillato nei comodini di spoglie stanze di miserabili hotel a ore . ora ci torna provvidenziale nell'orrore per la comune indigestione. minimale l�azione di un gigante buono o cattivo, Nessuno o eroe acheo? mi rigiro tra puntini di pareti incidentate. le macerie ostacolano passi , ora chiassosi, ora deboli. tutto cos�. a mezzo tra pianti e risa, sembra facile , ma il tombino sfugge e ruzzoli tra chimerici folletti, psichedeliche istantanee per poi riprendere il cammino della paura. e la mano va, la testa segue, il corpo tutto ( non pi� crisalide ) non passa il tubo, lasciato l� quasi per caso, oltrepassato il valico sembra che sia cambiato, accidenti alla metafora ( sgarbata) che tesse la solita tela. illuso dalla giostra (sempre in tondo e attorno ruota) illusionisti del piacere sbancano la tua slot , ( ben poca cosa conteneva ) e riprendi la falcata vuota e la vetta ( cosa avr� da dirci? ) forse risponder� al limite dell'accadimento. Pensiero unico Il pensiero unico � uno stagno maleodorante. Il pensiero unico � la misura vuota di un�intera partitura. Il pensiero unico � la sbronza di quattro amici al bar che si ritrovano nello stesso pianerottolo. Il pensiero unico � gettare perfettamente i dadi quando il banco vince sempre. Il pensiero unico � una verde vallata dove il gregge pascola e rumina per tutto il tempo. Il pensiero unico � rivangare il passato per scemare il presente. Il pensiero unico � gridare al mercato per attirare l�attenzione. Il pensiero unico � pensare di poter scegliere tra convinzioni esattamente uguali. Il pensiero unico � unico perch� appartiene a tutti. ***** Etichette sei di destra? no, di sinistra, un po�� giustizialista nonch� populista e indi qualunquista, sincero ateo democratico un po� cattocomunista, movimentista e futurista, camorrista e fascista, razzista e abortista, sessista e moralista. ricapitolando� cosa sei? Filosofia spicciola da bambino osservavo i grandi. li vedevo tutti uguali. non distinguevo gli enta dagli anta. due ore durano cinque minuti, ora. si timbra il cartellino sino al capolinea. da grande scruto i piccoli.altre civilt� alle porte. domani si sorrider� o si pianger� del ieri. cosa c�� di nuovo? Il frigo perde acqua. la fine � in quella impalcatura. gli amori vanno e vengono. i pi� ricchi e i pi� poveri. l�alogena va sostituita. cosa c�� di nuovo? il vecchio si consolida. la tecnologia sulle rotaie. quel vecchio guarda il suo orto. raccoglie quattro foglie. nipoti aspettano. prosegue con la bici. arriva a casa. festeggiato dall�affetto. una storia a s�. un clone passeggia. china la testa. lo sguardo gi�. sprofonda il sogno. perch� vive? perch� non si domanda? perch� accetta cos�? perch� cos� vuole. schermi dappertutto. rumori molesti. videocamere dall�alto. semafori di sbieco. pioggia di polveri. grovigli d�auto. cipressi nelle circonvallazioni. la morte accompagna i vivi. siamo pi� poveri. optionals pi� ricchi. ingioiellati di pailettes. ricchi premi e cotillons. si appare per tutti. anche per la maggioranza. vuole ma non pu�. oltre la beffa il danno. c�era una volta. s�, anche quella. perch� quest�altra? e dove lo metti il rispetto? e ti ricordi del...? quanto tempo � passato. chiss� se ritorner�. c�era una volta. essere nell�essenza delle cose. mai consumate. frammenti di realt�. solo immaginata. dicotomiche visioni. psichedelici risvegli. rigurgiti dell�incompiuta. filosofia spicciola. Tragitto cerco di intravvedere il blues. in quel clochard. in quel colletto bianco. sopra i tetti e sulle gru. in quel tramonto. tra la rassegnazione vestita di speranza. tra l�intolleranza nascosta in bianche dentature. tra la rabbia sopita nell�indifferenza. in questo tragitto ho smarrito il blues. Bussola l�ideologia scompare. destra, sinistra, centro. rimangono i punti cardinali. la bussola resiste all�usura delle parole. democrazie stuprate. colpi di coda di qualche dio. n� in cielo n� in terra. solo paure di sempre. Poker sarebbe bello rimescolare le carte. non pi� segnate. un mazzo nuovo. con altri giocatori. cambiamo il tavolo. anche il colore. sempre il verde� rivoluzioniamoci. Oste si guarda spesso in alto, no, non � un tic! la chiamata pu� essere improvvisa come, improvviso, scorgere quel quadrifoglio e, per un momento, i conti tornano e l'oste saluta il nuovo ospite. POETI oggi la parola che luccica � solo la scusa (non giustificata) di pensieri opachi, si deve riappropriare di quella lallazione per riiniziare un cammino tra sillabe ripetute di prime vere verit�. poeti, ora, lasciate perdere e aspettate. riponete le vostre profondit�, sia mai che ne siate provvisti, nei claustrofobici cassetti e aspettate VIAGGI * Circolarit� del piatto, iniziando dai bordi scivola la pulizia e quel tozzo di pane sbianca l�apparenza - unta � Eppur la fame non conosce il riposo della sosta e quel ragazzino aspetta � fuori � per poter assaporare le croste di una pizza lasciata l� per caso da inaspettati viandanti anche loro l� per caso. * M�intrufolo nel passeggio delle ombre, irriverenti nell�inconsistenza della massa, tutti l� in mezzo, buttati spogli come soldatini pronti ad essere immolati, immortalati per dabbenaggine. Oggi il mare � azzurro, placido, solo il mio incedere nell�acqua solleva una tenera voglia ribelle, un bianco che mi accompagna come festosa scia illusoria prima dell�inasprimento della pena. * Cammino stretto tra altezze pi� o meno differite, �stai invecchiando� sibila l�afa dal cemento. Quei balconcini, come turgidi seni, schierati in fila, aspettano nuovi fiori, osservano il passaggio di quel puntino canuto prima che svanisca nel nulla di tutte le cose. ORIZZONTALITA' Gli orizzonti sembrano tutti uguali, anche le profondit� sfumano nella notte (sbranano la notte, bramano la notte) e quel colore indefinito ci approssima all�origine. Il bambino mi chiede: � cosa vuol dire questo?� L�adulto risponde: � � cos�, ragazzo mio� Il vecchio declina in un : � non mi ricordo, � passato tanto tempo�. Si fatica a scrivere, oggi. Il caleidoscopio della mente ricicla immagini variopinte come ruote di pavoni che si aprono che si chiudono che svaniscono. RESISTENZA Per essere poeti necessita il tempo per l�azione, oggi! La solitudine serve a edificare le coscienze, a recuperare i �vecchi-nuovi� valori che oscureranno il caos, lontani dai sordidi rumori dei Servi del Capitale, cos�, Pier Paolo, li avresti definiti. Il tempo non mi spaventa. Mi spaventa �quel perdere tempo�, dove il bello stile pu� essere un anacronistico e vigliacco celarsi al pensiero o la pallottola di un fuoco amico, mi spaventa il morire rassegnato, il morire senza �averci provato�. Basta un solo giorno per ordinare la pace, per ridare una dignit� al povero, dunque, non pi� il povero, per ritornare all�alba di quella giovent� che ci render� protagonisti e partecipi della �nuova� storia e non pi�, come scrivesti Pier Paolo, spettatori di un nostro mondo che � nemico al mondo. Questa � la mia resistenza. Soldati ora tornano. erano partiti. dalle loro citt� impolverate, innocenti spari di marmitte impazzite su medievali manti stradali, spazi sparati tra cubetti di porfido, giocosi proiettili schizzati dalle trincee di quartiere. ora tornano. Impoveriti da polveri sottili, ammalati da maleodoranti isotopi, nuovi vicini di casa, lontana era la promessa di pace, osteggiati da una terra ostile per rientrare in ospedali da campo.