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LA FONTANA MALATA Palazzeschi
Clof,
clop, cloch,
L�autore riproduce con sapienti giochi di armonie imitative un interrotto lamento di una fontanella che sente singhiozzare nel cortile.Viene descritta la �malattia� di una vecchia fontana e l�esasperazione del poeta per questo lamento che lo fa �morire�. Il poeta non considera la fontana come un oggetto, ma come una persona a cui tiene molto, tanto che per la tristezza sente una fitta al cuore. Il vecchio oggetto, vicino alla morte, continua a gocciolare in continuazione e al poeta sembra che esso tossisca senza riuscire a smettere. L�uomo, distrutto, cerca disperatamente qualcuno che faccia cessare quel continuo gocciolare, ma nessuno accorre per esaudire quel desiderio. La fontana gocciola ancora con insistenza, poi smette, e il poeta crede che sia morta e ne � profondamente addolorato, dopo un po� riprende a gocciolare, e lui si sente sollevato. Sfortunatamente, per�, quel sollievo non dura molto, perch� ricomincia , perci� l�autore paragona la fontana ad una persona malata di tisi, una grave malattia polmonare che pu� portare alla morte, per cui si sente nuovamente tormentato e preoccupato ed invoca i propri camerieri affinch� pongano fine a quella lunga agonia. A questo punto, data l�enorme sofferenza (sua e della fontana) tutto � preferibile, perfino la morte. Il poeta, infine, si rivolge alla fontana e le dice che, per il grande dolore e dispiacere che ha nel cuore, finir� per morire anche lui.Clocchete �clocchete �e il rantolo non ha tregua. Vi � un affannoso incalzare dei suoni, dei ritmi che si inseguono, sdruccioli, piani, tronchi, in un accordo disperato di accenti, che non si sa bene se scaturito da riso o da pianto e che costituisce il bizzarro fascino di questa poesia. La poesia � strutturata in due parti: nella prima parte risaltano le onomatopee primarie, ovvero le onomatopee che riproducono direttamente un suono quali le parole clof, clop, cloch, ecc� che vogliono significare l�eterno gocciolare della fontana. Nella seconda parte sono presenti delle onomatopee secondarie come tossire, morire, chiudere, finire, ecc� che suggeriscono il significato del suono: con questo l�autore vuol farci immedesimare nella sua poesia facendoci ascoltare il continuo gocciolare della fontana, ed � per questo che inserisce in ambedue le parti del brano le onomatopee clof, clop, cloch, ecc� che imitano proprio il gocciolio senza fine. METRO : Sequenza di versi trisillabi. Commento 2
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