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LA FESTA DI MONTE CASTELLO

Festa di Monte Castello, parte la 354ª edizione (Cava de Tirreni)

La Messa al Castello di S. Adiutore, questa mattina 10 giugno, alle ore 8, aprirà i tre giorni diFesteggiamenti in onore del SS. Sacramento. A seguire la Processione Eucaristica dall’Annunziata, il Corteo degli Appestati e la Rievocazione Storica della Peste del 1656. Gran finale sabato 12 giugno con la Benedizione dei Trombonieri e lo spettacolo pirotecnico dal Castello.
 

E' sicuramente una bella tradizione di Cava che si ripete da ben 350 anni.
Correva l'anno 1656 quando nella città di Napoli si scatenò la peste forse portata da un'imbarcazione di soldati spagnoli.
Il male si propagò poi nel Regno e quindi arrivò anche alla città di Cava. 
Qui il morbo fece tante vittime e fu una vera calamità: dal 20 maggio al 6 luglio si contarono 109 morti. 
In quel frangente i cadaveri vennero seppelliti nelle campagne e non nelle chiese, per evitare che il morbo contagiasse i sopravvissuti.
Continue furono le invocazioni fatte ai Santi per scongiurare quello che era il male del tempo. 
Narra la pia tradizione che si riuscì a domare il flagello grazie al pellegrinaggio fatto dal popolo cavese per venerare il Santissimo nella Cappella esistente fra le mura del castello di S. Adiutore, con la Sacra Ostia che venne esposta, ad opera dell'unico prete sopravvissuto, nei quattro lati della terrazza del fortilizio a benedire la città. 
Nasce da qui la popolarissima "Festa di Castello", che da allora è stata tramandata ai posteri e che ogni anno si svolge nell'Ottava del Corpus Domini. 
Nel 1657, per volontà dei Signori dell'Annunziata e con l'entusiasmo di tutto il popolo, la processione del Corpus Domini assunse forma penitenziale e il suo percorso fu esteso in modo da arrivare alla sommità del Castello. 
Essa fu anche arricchita dalla presenza dei Cavesi armati di pistoni (gli archibugi del tempo), di cui ciascun cittadino era fornito, dal momento che ognuno doveva essere pronto ad accorrere alle armi non appena la campana di San Liberatore avesse suonato a martello. 
Questa tradizione è rimasta immutata fino ad oggi, con l'aggiunta di una lunga serie di spari di pistoni, nel pomeriggio della Festa dagli spalti del Castello, in segno di giubilo. 
Chi si trova a Cava per tutta la giornata sente riecheggiare i colpi che si rincorrono per tutta la vallata, nuvolette di fumo ornano il Monte Castello e sul castello stesso sventolano le 4 bandiere simbolo dei quattro distretti che rappresentano la città.
Chi dei cittadini possiede un pistone funzionante si porta sul posto e, dopo aver abbondamente pasteggiato a pastiera sia rustica che dolce, a panini con milza cotta con la menta e il forte o ripieni di salame accompagnati dal buon vino locale, e punta il suo pistone e spara.
Fino a pochi anni fa la tradizione imponeva alle donne di scendere a valle all'ora di pranzo per evitare che la pioggia rovinasse i festeggiamneti, ma siamo nel 21esimo secolo e non è più così.
Nella serata del sabato da pochi anni è ripresa la tradizione dei "fuochi" che concludono la manifestazione.
Per i cavesi è un rito ritrovarsi a casa dell'amico o del parente fortunato che ha la vista sul monte Castello e  godersi  la sera i fuochi d'artificio che si concludono con il fantasmagorico incendio della fortezza e l'accensione della bandiera rossa che dichiara la fine della festa.
Il Castello per il periodo della festa è illuminato e su di esso si vede un grande Santissimo a ricordare la devozione dei Cavesi verso il Corpo di Cristo che li salvò dalla pestilenza.
Monte Castello diventa, così, nella tradizione cavese, simbolo di fede religiosa e guerriera, che affascina e avvince i cavesi e non. 

 

 

    

 


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