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Il Canzoniere
Il Canzoniere � un'opera in volgare composta da 366 liriche, di cui 263 composte prima della morte di Laura e 103 dopo la morte.
Tutta l'opera di Petrarca �
caratterizzata dal dissidio interiore e dalla centralit� dell 'io che,
cosciente di se stesso e del mondo, si riconosce limitato, debole nella
volont�, fin troppo allettato dalle materialit� come l'amore, la
gloria e la ricchezza, iscritto in un destino di fragilit� dominato fin
dalla nascita dalla Morte.
I componimenti sono per lo pi� sonetti, ma ci sono anche ballate, canzoni, madrigali. Come dice nel sonetto di apertura del Canzoniere, "Voi ch'ascoltate in rime sparse il suono" questi componimenti non sono collegati fra loro (rime sparse) come quelli di Dante nella "Vita Nova", raccordati da pezzi in prosa. Inoltre essi rispecchiano i vari stati d'animo del poeta, tra illusioni e disillusioni di un amore non corrisposto (come ad esempio nei due sonetti gemelli 61 e 62 "Benedetto sia 'l giorno 'l mese e l'anno" e "Padre del ciel, dopo i perduti giorni", in cui si pu� vedere una netta contrapposizione degli stati d'animo del poeta). Il tema principale del Canzoniere � l'amore per Laura, ma si potrebbe anche intendere come il desiderio di gloria del poeta poich� il nome Laura si pu� intendere anche come L'aura, cio� la gloria, poich� con un rametto di lauro viene incoronato il sommo poeta. A differenza del dolce stil novo, in cui il protagonista � lo stato d'animo, in Petrarca � il conflitto interiore del poeta, diviso tra i fini materiali della vita (amore e gloria) e aspirazione al misticismo in Dio. Al contrario della Beatrice di Dante, infatti, Laura non � la donna-angelo veicolo tra il poeta e Dio, ma non � che una nobilissima creatura terrena (in "Erano i capei d'oro a l'aura sparsi" viene addirittura descritta da vecchia), e pertanto l'amore verso di lei allontana dalla fede in Dio. Tutta questa esperienza viene ripresa intersecando vari piani temporali: da uomo maturo riesamina col tempo della memoria gli avvenimenti passati confrontandoli con la situazione presente o addirittura facendo previsioni sul futuro. In questo Petrarca � molto moderno: tutta la letteratura del Novecento che utilizza il tempo della memoria di rif� a strutture gi� usate da lui (Proust, Svevo, Joyce, ecc.). La figura di Laura non � descritta dettagliatamente, ma � semplicemente tratteggiata attraverso i topoi della bellezza proveniente dallo stilnovismo ("bionda", "occhi luminosi come un lago", "capelli d'oro", "viso di perla", "voce soave"), per questo essa in "Chiare fresche e dolci acque" "pare", cio� appare, non � quindi reale. Tutta questa esperienza si conclude con la richiesta di perdono a Dio per questo "giovenile errore", e anzi nella lettera ai posteri Petrarca ringrazia che Dio gli abbia tolto Laura (muore nel 1348) cos� da permettergli di riprendere a camminare sulla via che porta a Lui.
In tutto ci� l'uomo riconosce come "colpa" gli oggetti dei
suoi desideri (la donna, la sensualit� e la fama), di qui il dissidio,
la disarmonia tra la moralit� della sua vita e l'aspirazione al puro,
al divino, il pentimento ed il proposito di riscatto.
La lirica del Canzoniere, dedicato a Laura, la donna realmente amata ma
qui figura in dissolvenza, apparizione, non descritta fisicamente, evocata
come l'aura o il lauro, donna- angelo nei cui confronti il poeta resta
estasiato in contemplazione, presenta un paradigma di luoghi poetici come
il rapporto di comunione e dialogo con la natura e con la solitudine (ora
ricercata, ora fuggita), la presenza femminile (talvolta benevola come una
madre, talvolta sublimata in creatura celeste), ed il rapporto amoroso in
cui l'uomo da un lato soffre il travaglio della passione e l'attrazione
della carne e dall'altro esalta la castit� dell'oggetto amato.
Comunque sempre ripiegato in se stesso, l'io dolente s'interroga,
riflette sul tempo, sulla morte e sulla vanit� dell'uomo e delle cose,
oppresso dall'incombente caducit�, e non pu� che riconoscere che
�quanto piace al mondo � breve sogno.