LA BUFERA
La bufera che sgronda
sulle foglie
dure della magnolia i lunghi tuoni
marzolini e la grandine,
(i suoni di cristallo nel tuo nido
notturno ti sorprendono, dell'oro
che s'� spento sui mogani, sul taglio
dei libri rilegati, brucia ancora
una grana di zucchero nel guscio
delle tue palpebre)
il lampo che candisce
alberi e muro e li sorprende in quella
eternit� d'istante - marmo manna
e distruzione - ch'entro te scolpita
porti per tua condanna e che ti lega
pi� che l'amore a me, strana sorella, -
e poi lo schianto rude, i sistri, il fremere
dei tamburelli sulla fossa fuia,
lo scalpicciare del fandango, e sopra
qualche gesto che annaspa...
Come quando
ti rivolgesti e con la mano, sgombra
la fronte dalla nube dei capelli,
mi salutasti - per entrar nel buio.
METRO : poesia in endecasillabi con qualche settenario e
quinario.
La prima strofa si apre con la descrizione della bufera, metafora della guerra,
attraverso una serie di altre metafore (il tuono, la pioggia, la grandine), che
ne annunciano lo scoppio. Ad essa si contrapporr� il simbolo salvifico della
donna, che per� � assente ed � questo il motivo per cui la bufera continua ad
infuriare. La bufera � la guerra, � quella guerra dopo quella dittatura, ma
anche la guerra cosmica, di sempre e di tutti.
Nel testo domina la figura di Clizia, la donna-angelo che porta in s� la
consapevolezza e la speranza e che ha dovuto fuggire lontano, privando il poeta
e il mondo di ogni possibilit� di salvezza.
Nella prima e nella seconda strofa si contrappone allo sconvolgimento in atto,
provocato dalla bufera, un�immagine delicata e raccolta: la luce abbagliante del
lampo contrasta con la luce tenue negli occhi di Clizia, che risveglia nel poeta
ricordi del passato. Si delinea l�immagine suggestiva di una casa (nido)
raggiunta dal rumore della grandine, che sembra un suono di cristallo
(metaforicamente la notizia della guerra), e di una presenza femminile, nei cui
occhi risplende ancora un barlume di speranza, segno di pace e di salvezza.
Nella terza strofa la parola tema � il lampo, che illumina le cose e sembra
fissarle per l�eternit�. Il lampo diventa cos� simbolo della verit� che si svela
per un attimo nell�oscura tragedia della guerra. La sua luce fa pensare alla
distruzione che porta la guerra, ma anche alla speranza proveniente dalla
donna. Clizia porta dentro di s� la verit� di cui � rivelatrice,la sua
aspirazione ad un mondo pi� puro ed elevato la legano al poeta in un�affinit�
interiore pi� forte dello stesso amore.
Nella quarta strofa ritorna il motivo della guerra attraverso l�evocazione di
rumori e gesti: lo schianto brutale ed improvviso del fulmine, la macabra
danza di un danzatore annaspante e disperato reso grottesco dalla presenza della
fossa fuia (ladra perch� vi sprofondono vite umane). Ogni immagine di morte
richiama nel poeta il ricordo del distacco da Clizia e il vuoto doloroso della
separazione definitiva. Alla rovina della guerra corrisponde lo sfacelo di
quelli privati.