Livello metrico
Sonetto con rime alternate sia nelle quartine che nelle
terzine. Lo schema � ABAB, ABAB; CDC, DCD.
Livello lessicale, sintattico e
stilistico
Il sonetto presenta diversi tratti morfologici
tipici del dialetto senese, come la forma di terza persona
plurale �so� (v. 1) e il possessivo �mie� (vv. 6, 8);
la scelta lessicale � orientata verso parole dai suoni
aspri e che presentino forti scontri consonantici (come �logro�,
v. 11), collocate spesso anche in rima (�sbrado�, v. 7;
�bozzagro�, v. 14). Gi� sul piano del suono, dunque, la
poesia di Cecco si pone programmaticamente agli antipodi
dei canoni stilnovistici. Evidente, nell�ultima terzina,
il ricorso al lessico tecnico della caccia; � discusso se
a quest�ambito vada ricondotto anche il termine �logro�
del v. 11. Tra le figure retoriche prevale la metonimia (cfr.
note e ), ma � presente anche la similitudine (seconda
terzina). Come in genere avviene nella poesia di Cecco,
grande rilevanza assume l�iperbole (dominante in
entrambe le terzine).
La struttura sintattica � abbastanza semplice. Nelle
quartine non si va oltre il primo grado di subordinazione:
ogni proposizione (con l�eccezione del v. 7) tende a
occupare un intero verso; solo nella prima terzina si
raggiunge il secondo grado di subordinazione.
Livello tematico
La struttura del sonetto � semplicissima:
all�inizio (prima quartina) vengono elencati gli oggetti
del desiderio del poeta; ma gi� il v. 2 anticipa la
difficolt� che egli incontra a raggiungerli. La seconda
quartina attribuisce la frustrazione del desiderio alla
mancanza di denaro; le terzine individuano poi il
colpevole di tale mancanza nel padre. All�inizio delle
terzine, il tema del risentimento verso il padre �
introdotto da una violenta esclamazione, che sfoga
l�aggressivit� contro di lui ancor prima di nominarlo.
I versi successivi consentono poi di identificare questo
personaggio e razionalizzano l�aggressivit� (con un
passaggio dalla paratassi all�ipotassi che attenua
gradualmente la violenza verbale dell�esclamazione; vv.
10-11) attribuendo all�odiato genitore la colpa di
un�avarizia senza pari.
Sia la povert� del poeta che l�avarizia del padre sono
comunque � come sempre accade nei sonetti di Cecco �
raffigurate iperbolicamente. Del resto va ricordato che
l�ostilit� padri-figli ha precisi precedenti nella
tradizione letteraria greco-latina: nella commedia di
Plauto, ad esempio, i padri sono generalmente avari, e
vietano ai figli proprio quegli stessi piaceri cui Cecco
qui si richiama.
Il sonetto capovolge programmaticamente i valori della
societ� e della cultura ufficiale del tempo. L�amore
viene degradato alla sua dimensione puramente sensuale;
viene accostato ai vizi del gioco e del vino; ma viene �
soprattutto � prosaicamente collegato con il denaro; un
tema, questo, che risulta dominante nel sonetto. La
dimensione economica, nella societ� comunale, assumeva
come si sa un ruolo fondamentale: senza la ripresa della
circolazione monetaria non si sarebbe realizzata
quell�ascesa della borghesia comunale che �
all�origine � fra l�altro � della fioritura
poetica dello Stilnovo. Tuttavia, anche negli interpreti
pi� coscienti della nuova cultura borghese � per
esempio in Guido Guinizzelli � il tema del denaro �
completamente nascosto: l�ascesa della borghesia viene
esaltata rimuovendo, attraverso un processo di
sublimazione, ogni riferimento alle sue basi materiali e
appropriandosi � con i dovuti adattamenti � dei tratti
tipici della cultura cortese-cavalleresca . Che il tema
del denaro venisse trattato con estrema cautela non pu�
naturalmente sorprendere: si pensi solo alla
inconciliabilit� � o, perlomeno, all�estrema
difficolt� di conciliazione � dell�etica mercantile
con quella cristiana. E si pensi allo scandalo destato da
quanti, come san Francesco, hanno messo in rilievo proprio
tale inconciliabilit�.
La poesia di Cecco mette dunque il tema del denaro in
primo piano, infrangendo il tab� e obbedendo ai dettami
della letteratura �carnevalesca�, la quale tende a
presentare un
mondo alla rovescia, a capovolgere i
valori ufficialmente accettati. I vizi (�la donna, la
taverna e �l dado�) appaiono dunque come le uniche cose
desiderabili (� un tema, questo, che ha dei precedenti
nella tradizione in lingua latina, anch�essa di
ispirazione �carnevalesca�, dei goliardi
1).
La povert� perde i suoi tratti di virt� cristiana e si
presenta unicamente come sofferenza, privazione e causa di
risentimento.
Non si deve naturalmente dimenticare che la poesia di
Cecco � il risultato di un gioco letterario, che trova
nell�iperbole la sua principale cifra stilistica. E
tuttavia, il presentare un mondo capovolto rispetto a
quello raffigurato dalla letteratura �seria� pu�
significare, in certi casi, fare una poesia pi� vicina
alla realt�.
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