MARINA IVANOVNA CVETAEVA Come spostando pietre: geme ogni giuntura! Riconosco l�amore dal dolore lungo tutto il corpo. Come un immenso campo aperto alle bufere. Riconosco l�amore dal lontano di chi mi � accanto. Come se mi avessero scavato dentro fino al midollo. Riconosco l�amore dal pianto delle vene lungo tutto il corpo. Vandalo in un�aureola di vento! Riconosco l�amore dallo strappo delle pi� fedeli corde vocali: ruggine, crudo sale nella strettoia della gola. Riconosco l�amore dal boato - dal trillo beato - lungo tutto il corpo! 23 MARZO 1923 Mentre l'amico caro attraversava l'ultimo viale (filare di nodosi addii) - pi� grandi degli sguardi erano gli occhi. Mentre l'amico amato doppiava l'estremo promontorio (di sospiri della mente: torna!) - pi� grandi delle mani erano i gesti. Quasi le braccia volessero lasciare le spalle e le labbra - indietro, a supplicare! Lottava con la lingua la parola, il palmo con le dita... Mentre l'ospite tenero passava... - Signore, posa lo sguardo su di noi! - le lacrime erano pi� enormi di occhi umani, e delle stelle sull'oceano. *** INDIZI Come spostando pietre: geme ogni giuntura! Riconosco l'amore dal dolore lungo tutto il corpo. Come un immenso campo aperto alle bufere. Riconosco l'amore dal lontano di chi mi � accanto. Come se mi avessero scavato dentro fino al midollo. Riconosco l'amore dal pianto delle vene lungo tutto il corpo. Vandalo in un'aureola di vento! Riconosco l'amore dallo strappo delle pi� fedeli corde vocali: ruggine, crudo sale nella strettoia della gola. Riconosco l'amore dal boato - dal trillo beato - lungo tutto il corpo! *** AMORE Fuoco? Uragano? Terremoto? Andiamoci pi� piano... Dolore noto come agli occhi il palmo della mano e alle labbra il nome del proprio bambino... ANNA ACHMATOVA Ah, tu pensavi Ah, tu pensavi che anch'io fossi una che si possa dimenticare e che si butti, pregando e piangendo, sotto gli zoccoli di un baio. O prenda a chiedere alle maghe radichette nell'acqua incantata, e ti invii il regalo terribile di un fazzoletto odoroso e fatale. Sii maledetto. Non sfiorer� con gemiti o sguardi l'anima dannata, ma ti giuro sul paradiso, sull'icona miracolosa e sull'ebbrezza delle nostre notti ardenti: mai pi� torner� da te. *** ULTIMO BRINDISI Anna Andreevna Achmatova Bevo a una casa distrutta, alla mia vita sciagurata, a solitudini vissute in due e bevo anche a te: all'inganno di labbra che tradirono, al morto gelo dei tuoi occhi, ad un mondo crudele e rozzo, ad un Dio che non ci ha salvato. *** TU VERRAI COMUNQUE Tu verrai comunque perch� dunque non ora? Ti attendo sono sfinita Ho spento il lume e aperto l'uscio a te, cos� semplice e prodigiosa. Prendi per questo l'aspetto che pi� ti aggrada irrompi come una palla avvelenata o insinuati furtiva come un freddo bandito o intossicami col delirio del tifo o con una storiella da te inventata e nota a tutti fino alla nausea che io veda la punta di un berretto turchino e il capopalazzo pallido di paura. Ora per me tutto � uguale turbina lo Enisej risplende la stella polare e annebbia un ultimo terrore l'azzurro bagliore di occhi addolorati. *** NE' MISTERO NE' DOLORE N� mistero n� dolore n� volont� sapiente del destino: sempre quell'incontrarci ci lasciava l'impressione di una lotta. Ed io, indovinato dal mattino l'attimo del tuo arrivo, percepivo nei palmi socchiusi il morso leggero di un tremito. Con dita arse sgualcivo la variopinta tovaglia del tavolo... Capivo fin da allora quanto � angusta questa terra. *** LA PORTA E' SOCCHIUSA La porta � socchiusa, dolce respiro dei tigli... Sul tavolo, dimenticati, un frustino ed un guanto. Giallo cerchio del lume... tendo l'orecchio ai fruscii. Perch� sei andato via? Non comprendo... Luminoso e lieto domani sar� il mattino. Questa vita � stupenda, sii dunque saggio cuore. Tu sei prostrato, batti pi� sordo, pi� a rilento... Sai, ho letto che le anime sono immortali.