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Angiolieri ci conduce per cos� dire in un gioco: il
gioco del "Se fossi". Egli parte veloce: se fossi fuoco
brucerei il mondo. Usa un elemento che serve a purificare e lo
utilizza per spargere distruzione, allo stesso modo bisogna far riferimento al
vento e all'acqua. Cecco vuole farci capire che si arriva al mondo con delle
peculiarit�, e pur volendo cambiare, siamo sempre noi. E
continua, se persino fosse Dio, manderebbe a picco il mondo il
mondo. Cecco passa poi dalla natura all'umanit�. Chiama
in causa Imperatori e Papi. Angiolieri � pronto a tagliar teste e a
impiccare: nessuno gli va a genio.
Il poeta, senza cambiare posizione, ci getta in faccia il "S'i
fosse morte" o il
"s'i' fosse vita"
che porterebbero
Cecco a minacciare persino suo padre o a fuggire dai genitori.
Dopo queste affermazioni, visto che � sempre lui, dovrebbe solamente ammazzarsi
per chiudere la sua esistenza. Ma Cecco Angiolieri non � altro che uno
strano tipo che ricerca le belle donne per dimenticare.
Usando i versi per scatenare uno scherzo burlone, Angiolieri ci fa capire
l'immensa capacit� della parola, che con la fantasia
ci fa superare la natura.
Oltre alla fantasia abbiamo la tematica della diversit�.
Angiolieri non fa le stesse cose degli altri ma si comporta al contrario per
contrapposizione:va in giro a seminar sangue per tutti,anche per il
padre. Per� il punto focale ci arriva agli occhi con l'uso dei verbi andarei,
fuggirei, si tratta di un uomo che � in una crisi di identit�.
Angiolieri per liberarsi di tutti i suoi problemi sceglie la via della
carne abbandonandosi ai sensi e alle cose materiali. Ci arriva
alla memoria,quindi, come uomo che si d� al gioco, al vino e alle donne.
FIGURE RETORICHE
ANAFORA (Se io fossi�)
ENDIADE (vecchie e laide)
IPERBOLE (arderei, annegherei )