beffa pu� essere improvviso quello sbattere della vita. nella folata si stacca il quadretto e tu, l� dentro, ti guardi mentre precipiti invece di salire. tiramis� questo cocktail di parole, sempre le stesse, come gli ingredienti di un tiramis�, caff�/gabbiani, savoiardi/mare, uova/infinito, zucchero/amore, mascarpone/orme, sale/cipressi, cacao/tempo, cioccolata/siepe, marsala/morte. per Dio, poeti, tiratemi su! vecchiaia cos� esili dentro questi cappotti che ci stava di tutto, avevamo accumulato una vita intera e c�era ancora posto negli oscuri tasconi, persino una pila sbucata da non so dove illuminava, ora, il vetusto manto e, per un istante, la vita seguitava. specie questo apparire come il flash di una Nikon questo non sono nato in Biafra come se questa fosse la vita questo tempo che nel mesozoico si stava meglio questo osservare che poi la retina si deteriora questo amore con l�offerta tre per due questo esserci per nasconderci questo gabbiano che sporca quanto noi questo essere solidali solo nell�indifferenziata quando c�� questo soldato che ha cambiato l�uniforme questo sbattimento da formichina teleguidata con le antenne al posto dei sensi questo Io nell�occasione sprecata tutti questi questo, alla fine, non servivano che a garantire l�inutile demografia di una delle tante specie Riserve indiani confinati senza penne altri Tori seduti sul nulla navajo tra quadratini d�erba nella passeggiata dei piedi neri un calumet nell�indifferenziata crepitii osservavo un giovane sul treno, il suo sguardo, le lentiggini, tele di nuove guerre sul volto. ascoltavo i crepitii dei proiettili nel ticchettio della tastiera. combatteva i propri padri e quel videogame partigiano riposava, ancora, sotto la montagna. Sunto � probabile che il sunto sia un modello semplificato e noi imbrogliamo i dettagli per renderlo arcano. si seppe, poi, in giro che bastava mettere una x nella casella giusta. NOTIZIE le notizie non sono delle migliori, mai state d�altronde e neppure attendibili. la vita media si � allungata, l�unica verit� accertata. � verosimile che il creatore del palinsesto abbia trovato, cos�, l�unico modo per vendere pi� copie. Paguri tante conchiglie in movimento, talvolta il paguro tira fuori la testa. cos� osservo la gente dentro i propri vestiti, le mani libere occasionalmente salutano prima di rincasare nelle coperte della notte, l�occhio si solleva prima di ricolorarsi nel grigio dell�asfalto, i piedi rallentano la pausa di un caff� prima della temporanea eclisse nei sotterranei urbani, la mente mente nel quotidiano consuntivo prima di appisolarsi con la scusa della bella addormentata. Inizio mi chiedo spesso perch� mi ri-trovo in questo secolo e non nei precedenti o nel cenozoico. ri-apprendere come sfregare le pietre focaie potrebbe essere il miglior inizio per dar fuoco a questo presente? METROPOLIPERCUSSIVANDO tum tum-tum trak tutututum-trak tum tum-tum trak tutututum-trak tum tum-tum trak tutututum-trak tum tum-tum trak tutututum-trak il giovane drummer bacchetta su pentole unte scandendo le voci del rione du-du-du-du unoun du-du-du-du unoun du-du-du-du unoun du-du-du-du the bass funkeggia e �fa la cosa giusta� - Spike segue il black morto ammazzato tutti moriamo coralmente pi� o meno (more or less) ammazzati let it be let it be let it be (breve elenco) nei vicoli nei ghetti nei mercati sotto un trattore sotto una bomba intelligente per il fuoco amico still a friend of mine, oh still a friend of mine still a friend of mine, oh still a friend of mine still a friend of mine, oh still a friend of mine davanti a un bar- qualsiasi - nei letti nei cantieri nelle strade on the road again on the road again on the road again ricordo al luna park povero orso - s�alza e si accascia morto ammazzato povero peluche (anche lui) rarefatte pause rare rare rare ra-a-a-re-e-e ticchettio di tacchi tacchete tacchete tacchete tac-che-te-e-e-e tacchi assassini tacchi rampanti tacchi demotivati tacchi demotivanti tacchi stanchi tacchi tristi la metro rimbomba il sax coltraneggia - su sgabello - a love supreme a love supreme a love supreme visione abbassata riconosce dai tacchi dalla fretta delle suole dalla lacrima che si spiaccica-a-a-a da una voce soprana da un vomito (lasciato l�.) e� tum tum-tum trak tutututum-trak tum tum-tum trak tutututum-trak tum tum-tum trak tutututum-trak tum tum-tum trak tutututum-trak il giovane drummer bacchetta su pentole unte scandendo le voci del rione LA STORIA INIZIA INDIETRO la storia inizia indietro, pianti neonati in una villetta sudamericana, lumache alle pareti bianche e scrostate con l�atlantico ai piedi. �dov�� pap�?�, �in giro per il mondo�, la tata mi sollevava gi� sballottato di mano in mano� gli aquiloni, con quel vento l�, un tiro alla fune verso l�alto. manca la stretta sicura, un dubbio che mi porto da sempre, una risposta persa tra la sabbia fine. �cosa aspetti a tornare a casa?� corrono le piccole gambe, corrono i giorni da rito uguali. la finestra sorride al poco verde - ora - stretto tra mura di polveri. �dov�� la ciclabile?�, e �quel tram che mi salutava?� e "l�adolescente che scalava la vetta della vita?� si affaccia da altri balconi, la Milano volgare, incancrenisce immagini di figurine, copie di abitanti. l�onda mi veniva incontro, amica nel gioco dello spruzzo. il Corcovado ci abbracciava con il calore, colori della gioia. non sapevo di povert�. non sapevo di sifilide. non sapevo di multinazionali. sapevo di essere felice. il grigiore di un open space in finte periferie adornate con lampioni simil Versailles, sparuti come bianchi cigni stagnanti di contorno a quattro sedie thonet da bar. �che ti va di prendere?� per ammazzare la noia del pre solarium ch� nuovi raggi anticipano il sereno. la strada saliva tortuosa, un chiosco di banane - pit stop � anticipava la vista del Cristo. le vie sono tutte uguali, oggi, una foto sbiadita qua e l� segna un percorso di croci e quel Padre l�ho perso nell�infanzia della mente. �hai preparato l�offerta?�, ti chiede un estraneo. �hai fatto i compiti?�, ripeteva mia madre. ora capisco la congiunzione degli intenti, figlia della rabbia disperata rassegnata al voto di castit� come appartenere, essere in questo mondo e avvertirne il recinto perch� fuori � buio pesto. il tempo aiuta a morire. �che ore sono?�, il ricordo � vita a ritroso come quando torni sui tuoi passi, come quando gli alberi sfrecciano impazziti perch� i tuoi occhi vedono frazioni di intervalli e la storia inizia indietro. NOSTRE PAZIENZE tiro a caso uno dei tanti indovinelli conditi nella mescola di carte scrostate rivolte in barba a Lune e Soli (ci sei in quel letto rettangolo o ring degli accadimenti distratti infilati per ricomporre nostre pazienze la notte sogna con i saiwa del mattino) e soli come pale di quel mulino un po� d�acqua solleviamo fradici faticati delle domande curvi come il punto coloriamo pagine isole sole tra bianchi disciolti invadendo terre promesse (ci sei in un posto vale l�altro seguendo lo sciame di trame all�unisono cadiamo su quelle bucce bastava guardare dall�altra parte dove la neve alta disegna come spezzate sinusoidi) lente corrosioni di contorni visi in rifacimento del mai stato perch� guardare � non guardarsi logorroiche prestazioni saltuarie pur tuttavia random il contatore lancia il game over prima di svuotare la clessidra sfinita da breve brezza come arcobaleno arcuata. (ci sei nel compendio del magma compagno di un tempo ascritto dal malvagio verbo tra palazzi di vetri vitree riflessioni come carie incise) VUOTO vuoto �quale il senso?�, solo la sicurezza del segmento pi� o meno lungo. ri-vuoto l�incipit sogna. la chiusa chiude. stop si riaccende la lampadina. (fulminata) l�alogena dura di pi�, costa di pi�. black-out (talvolta) ripiomba l�origine. il buio della prefazione. vuoto zampilla l�emozione. la siccit� permette la goccia. bagna le labbra. un senso... sembra esistere. �E gli altri?�, nelle loro cose affaccendati. �ma cosa fanno?�, �producono il vuoto�. oggi va cos�. il segmento si accorcia. bene mi sento pi� sereno. il vuoto alle spalle, come quella scimmia, scrolliamocela! Accelerazione/decelerazione (cos� come viene) corpo dal buio s�alza. �non torni a letto?� pitstop il dentifricio dopo la doccia dopo l�atto consumato. (rapido) il sudicio scende le scale dentro il sacco. (nero) sinistro colore 8 e 15 sventagliata dal mondo fuori-esco stordito 18 e 0zero rimozione fretta del rientro non c�� pi�, il sacco. un altro sale al piano, zavorra della giornata. inutile sbuccio la mente. fette d�ananas, pelle ritrova il nido. (caldo) il resto mancia! delete files temporanei clear history si � fatto chiaro. Lische Il bambino e la sua bolla, scoppia a una certa altezza. Schegge di sapone a nozze con polveri sottili nevicano l�asfalto. Il camino fuma ceneri di lische consumate. Balconi anneriti nero di seppia. Gran fritto di olii nelle branchie ingurgitati. Rigurgita l�atmosfera, rigurgito della massa a terra: �dove andiamo?� Il fondotinta nasconde gli involucri. �piover�?� Laviamoci ammollandoci nelle cicerchie. COMODINO Sonnolento alzo il braccio, rovina di confezioni sparse, anche sul letto � depositate � m�intrufolo tra le righe, pieghe (piagate) tra pagine scalze di una moquette scolorita. EXPASSE L�expasse al re, non sempre riesce. Il semaforo talvolta � giallo, sempre di notte. �Senti�� �Ma che ti prende?� Questo senso di poco spazio, neuroni nel recinto. �Hai voglia di passeggiare?� Leggo qualcosa di Marinetti. Il coraggio, l�audacia, la ribellione, saranno elementi essenziali della nostra poesia. Zaff Tumb Tumb Zaff Tumb Tumb Zaff Tumb Tumb Venite signori della guerra voi che costruite i cannoni voi che costruite gli aeroplani di morte voi che costruite le bombe voi che vi nascondete dietro i muri voi che vi nascondete dietro le scrivanie voglio solo che sappiate che posso vedere attraverso le vostre maschere Tambourine man, le maschere non cambiano, sono pi� siliconate, passiamo le carte! Back stage Improvvisamente sei. Permesso accordato, in qualunque posto dal prima. (assieme camminavate) Occhi,nasi,bocche oscurati a met�. (the dark side of the moon) Si spalanca la luce. Si omette l�oblio. Riinizia la raccolta - a tentoni � di vesti gi� sudate, sparpagliate (nella regia dei camerini) CADUCITA' Nel muoverti sollevi la polvere, sale sopra� Non incrocia il respiro sommesso dell�altro, non restituisce il presente nel vagito gi� vecchio imposto alla vita. Nel muoverti s�adagia la voce, affievolita tra tappeti di natura. 4 FRAMMENTI era finito quel tempo scoperchiato ( ora ) dall�alba di vecchiaie conficcate come fori di proiettili nelle mura di vetusti ruderi. la demolizione s�approssimava , dipendeva dalle carte, prima che una ruspa compisse l�atto finale e la terra tornasse a respirare. * ci spettava l�imago del vivere assieme perennemente abbracciati attorno a un piatto di minestra, la sera, quasi a voler rigettare le lusinghe di un estraneo che, insistentemente, minacciava i nostri ingredienti. * noi due, il nostro mondo fuori dal mondo. cos� sopravvivevamo tra avanzi di idee nelle comuni passeggiate liberatorie di sorrisi e raccoglievamo fiori tra le sterpaglie del presente. * Milano era frastuono, oblio di luci lasciate sempre accese, il mio stordito incedere tra passi noncuranti, le vibrazioni del passante ferroviario, solitarie urla dal sottosuolo gridavano la voglia di uscire con gli occhi e spengere quelle luci che oscuravano il naturale bagliore. MATTI In corso Plebisciti c�� un gran trambusto di matti, psicologi, infermieri, e tutti volano sul nido del cuculo, Randle lo ritrovo al solito bar, beve litri d�acqua, trangugia come chupiti tutto quel liquido e ogni tanto lo portano in ospedale. io sono diverso da lui perch� non riesco a bere un goccio, chi troppo chi nulla in questo oceano di parole al vento schiacciate da polveri sottili come sassi che precipitano dal cielo. �dov�� casa tua?�, chiedo, smarrito mi guarda, non risponde, oltre a bere velocemente cammina in corsa, come quei pedoni che si buttano sugli scalini del passante svanendo nel nulla cimiteriale del cemento. allora non esistevano le tangenti, nel Corso viveva Penelope, mia nonna e Alfredo, mio nonno con i suoi quattro bocchini, quattro pacchetti di nazionali al giorno. ricordo una foresta di alberi, il verde sbirciava dentro le finestre e passava il tram, il 38, capolinea in piazza Axum, forse, non ricordo bene. guardo fuori sparuti rami secchi come larici piangenti spelacchiati, non hanno il vestitino della festa, una fila desolata che costeggia il viale. ripenso a Randle nel suo mondo d�acqua e di gazzose, semplice, primordiale nell�essenzialit� del vivere. �Almeno io ci ho provato, vacca troia, almeno io ci ho provato� mi risponde dopo aver nuovamente bevuto. Gli altri con i fili attaccati alle orecchie, sembrano delle autobombe che stiano per saltare in aria ma non esplodono, seminano mine nel complice e condiviso passeggio di gomitoli che si intrecciano in ragnatele sempre pi� fitte, l�aria non filtra pi� e i simpatici cavetti respirano l�afflato dell�affanno, dispersi tra dispersi, uguali tra uguali, i neri come i bianchi pennellando il grigio del regime. ERA IERI quando l'odore del mio crescere contagiava, come erba appena arata, coppia di sentimenti in abiti chiari e un sole tropicale alto risplendeva. era ieri quelle navi traghettavano l�infanzia da porto a porto e Caronte non c�era, e nessun altro che conoscessi, passaggi di facce accoglievano fragili ossa e istruivano giovani menti. era ieri un tempo di fieri ideali tra cubetti di porfido, fazzoletti e fette di limone sugli occhi ma l�acne non ne voleva sapere. era ieri che l�amore mi spiazz� in un sacco a pelo, Hide Park era magnifica, ancora pi� magnifico Freddy in quella sua tutina aderente e quell�inglesina non l�ho pi� rivista. era ieri te ne stavi a guardare fuori dalla finestra. �nevica� dicevi con voce sommessa da quel letto compagno nella fine. era ieri quando oggi mi attardo sul domani e poi la misura si accorcia come quando rabberci l�orlo dei pantaloni perch� anche l�altezza si sminuisce quasi a voler domandare scusa per l�intromissione o per aver tanto osato approssimarsi alla vetta. -------- NEURO guardandolo atterrare sul mio stomaco e dopo essersi posato fermo mi fissa con incrocio di sguardi, aggiungo il mio solidale in tacito accordo con il felino sempre posato su boccale dello stomaco. * e poi perch� si esce, sempre in casa deprimo il neurovegetativo, a caccia di simili, anch�essi uscenti, deprimenti depressi, un pavimento di tavor e si inciampa sulle pilloline che meglio era rimanere ante anta. * cosa c�� alla TV, si gioca con il tele che comanda e le dita da tastiera smanettano su pulsanti difettosi e si torna sempre sugli stessi e dal tele torno alla keyboard e il consumo accelera l�artrosi e non ho il codice di esenzione. ***** Precipita la convinzione non importa quale tu sei convinto che�? tu sei convinto che�? tu sei convinto che�? Il balletto della parola danza la morte del cigno era solo una rappresentazione io sono convinto che� io sono convinto che� io sono convinto che� shall we dance? shall we dance? shall we dance? Fred e Ginger mi aspettano a casa stasera non precipiter� il lieto fine mi convince BARACCATI ho visto un servizio sui baraccati alla periferia di Napoli ( c�era stato un terremoto ) in tuguri fatiscenti ricoperti d�eternit risalenti all�80, ( la ricostruzione ) , e l��aeternitas� parrebbe non dover essere sinonimo di �tumor�. CONCERTO IN MINUSCOLO PUNTEGGIATO solfeggio. 4/4. do-orre, 4 volte, leva la sveglia batte l'amor(t)e. pause di respiro. flash di intermittenza. luci impazzite del microonde. "dove corri?" , " in ufficio" meccanica risposta-suono. suona il cell. numero privato chiama. "chi e?'" o "chi non �? " persevera il controllo. meccanicizzo il mio stare. come un orologio. a ogni quarto il ticchettio. Il successivo un'azione conclamata. "so what". cos� �. solfeggio. 2/4. miffa-solla, 2 volte, leva la gomma batte Shumi. piove. non piove. si stabilizza. "cosa facciamo, ora?" pausa - 1/8 " quale DVD? ". di domenica manca l'incipit. anche il frigo � vuoto. talvolta il take away sbalordisce. l'acquario vive. conto il successivo quarto. strappo alla regola. improvviso (penso) per poi rientrare. II� tempo - ed � subito sera. ma non l'ho scritto io! continua. in �. sol-la-si, "all blues". il Versace di Miles. non necessario. luccica la tromba. come l'immagine. o le immagini finte. pi� vere le figurine della panini. ora sono a Ischia. un esempio. un posto vale l'altro. "dove andiamo quest'anno?" la poesia � in Costa Smeralda. "ci andiamo anche noi�?" pausa. luna piena, stasera. danze di coleotteri. gi� dal panettiere. osservo. l'afa respira dal cemento. la pala ridona ossigeno. "che ora �?". butt�ti sul letto. nudi. voci fuori, odo! mix di labiali, suoni della disperazione. tramortiti sulle coste. scorribande di scarichi. piste lapidate da fiori. luci affievolite, pile consumate, si spengono. tutto tace, ora. punto.