PETRARCA Benedetto sia ' l giorno e ' l mese e l ' anno e la stagione e ' l tempo e l ' ora e ' l punto e ' l bel paese e ' l loco ov' io fui giunto da' duo begli occhi che legato m ' �nno ; e benedetto il primo dolce affanno ch ' i' ebbe ad essere con amor congiunto , e l ' arco e le saette ond ' io fui punto , e le piaghe che 'infin al cor mi vanno . Benedette le voci tante ch ' io chiamando il nome di mia Donna � sparte , e i sospiri e le lagrime e ' l desio ; e benedette sian tutte le carte ov ' io fama l'acquisto , e ' l pensier mio , ch ' � sol di lei , s� ch 'altra non v'� parte . *** Io amai sempre et amo forte ancora e son per amar pi� di giorno i n giorno quel dolce loco ove piangendo torno spesse fiate quando Amor m ' accora , e son fermo d'amare il tempo e l 'ora ch 'ogni vil cura mi levar dintorno , e pi� colei lo cui bel viso adorno di ben far co ' suoi esempli m' innamora . Ma chi pens� veder mai tutti insieme , per assalirmi il core or quindi or quinci , questi dolci nemici ch ' i ' tant ' amo ? Amor , con quanto sforzo oggi mi vinci ! E se non ch 'al desio cresce la speme , i ' cadrei morto , ove pi� viver bramo . *** Zefiro torna, e 'l bel tempo rimena, e i fiori e l'erbe, sua dolce famiglia, et garrir Progne et pianger Filomena, e primavera candida e vermiglia. Ridono i prati, e 'l ciel si rasserena; Giove s'allegra di mirar sua figlia; l'aria e l'acqua e la terra � d'amor piena; ogni animal d'amar si riconsiglia. Ma per me, lasso, tornano i pi� gravi sospiri, che del cor profondo tragge quella ch'al ciel se ne port� le chiavi; e cantar augelletti, e fiorir piagge, e 'n belle donne oneste atti soavi sono un deserto, e fere aspre e selvagge. *** Chiare fresche e dolci acque Chiare fresche e dolci acque ove le belle membra pose colei che sola a me par donna; gentil ramo, ove piacque, (con sospir mi rimembra) a lei di fare al bel fianco colonna; erba e fior che la gonna leggiadra ricoverse con l'angelico seno; aere sacro sereno ove Amor co' begli occhi il cor m'aperse: date udienza insieme a le dolenti mie parole estreme. S'egli � pur mio destino, e 'l cielo in ci� s'adopra, ch'Amor quest'occhi lagrimando chiuda, qualche grazia il meschino corpo fra voi ricopra, e torni l'alma al proprio albergo ignuda; la morte fia men cruda se questa spene porto a quel dubbioso passo, ch� lo spirito lasso non poria mai pi� riposato porto n� in pi� tranquilla fossa fuggir la carne travagliata e l'ossa. Tempo verr� ancor forse ch'a l'usato soggiorno torni la fera bella e mansueta, e l� 'v'ella mi scorse nel benedetto giorno, volga la vista disiosa e lieta, cercandomi; ed o piet�! gi� terra infra le pietre vedendo, Amor l'inspiri in guisa che sospiri s� dolcemente che merc� m'impetre, e faccia forza al cielo asciugandosi gli occhi col bel velo. Da' be' rami scendea, (dolce ne la memoria) una pioggia di fior sovra 'l suo grembo; ed ella si sedea umile in tanta gloria, coverta gi� de l'amoroso nembo; qual fior cadea sul lembo, qual su le treccie bionde, ch'oro forbito e perle eran quel d� a vederle; qual si posava in terra e qual su l'onde, qual con un vago errore girando perea dir: "Qui regna Amore". Quante volte diss'io allor pien di spavento: "Costei per fermo nacque in paradiso!". Cos� carco d'oblio il divin portamento e 'l volto e le parole e'l dolce riso m'aveano, e s� diviso da l'imagine vera, ch'i' dicea sospirando: "Qui come venn'io o quando?" credendo esser in ciel, non l� dov'era. Da indi in qua mi piace quest'erba s� ch'altrove non � pace. Se tu avessi ornamenti quant'ai voglia, poresti arditamente uscir del bosco e gir infra la gente.