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CASE NUOVE
di
Arrigo Boito 800-900
Zappe, scuri, scarpelli,
ar�eti, martelli,
istrumenti di strage e di ruina,
l�impero � vostro! o tempi irrequ�eti!
L�umanit� cammina
ratta cos� che par sovra una china.
sorge ogni giorno qualche casa bianca,
grave di fregi vieti.
Scuri, zappe, ar�eti,
smantellate, abbattete e gaia e franca
suoni l�ode alla calce e al rettifilo!
Piangan pure i poeti.
La progenie dei lupi e delle scrofe
oggi � sovrana e intanto le pareti
della vecchia cittade hanno un profilo
scomposto e tetro, � simigliante al metro
di questa strofe.
Gi� gli augelletti fidi
pi� non trovano i nidi
consueti fra il tetto e la grondaia
e sul sacro mister de� focolari
viene a urtar la mannaia.
Le muraglie diroccano, a migliaia
fuggon l�ombre de� cari
defunti, e in lagni amari
volan gridando
all�onta e al duol dell�esecrato bando!
E la casa s�� fatta invereconda,
gli straz�ati lari
mostrano al sole l�alcova e la fogna
senza piet� di vel che li ripari.
E il cieco brancolante in sulla sponda
della contrada � smarrir� la strada
com�uom che sogna.
Rime e metri (quinari, settenari, endecasillabi rimati liberamente) si alternano con identico schema. Sono presenti rime baciate e alternate.
Il poeta descrive una situazione reale prendendo spunto dalle demolizioni che nel periodo postunitario stavano cambiando Milano per trasformarla in una metropoli moderna. Boito, avendo un fratello architetto, Camillo Boito, doveva essere ben informato sui cambiamenti edilizi in atto. Il poeta condanna fortemente la speculazione edilizia che sta trasformando la citt� attraverso l'abbattimento di vecchi edifici per costruire al loro posto nuovi palazzi dal gusto estetico dubbio ed esorta a piangere e a ricordare il passato e la sua bellezza naturale.
L'argomento gli consente inoltre di estendere la polemica contro la borghesia affaristica e non sempre dai comportamenti corretti e contro l'industrialismo nascente . Le case nuove per il poeta non avevano il fascino e il mistero delle vecchie abitazioni costruite dai nostri padri.