Che
cos'� la follia?
Credo
che esistano due concetti nettamente distinti d� follia.
Uno
� orientato alla societ�, l'altro lo definirei orientato all'individuo.
Nel
concetto di follia legato alla societ�, specie nelle letterature moderne,il
matto � colui che � pi� cosciente delle convenzioni e dell�assurdit� della vita
borghese (Pirandello "Uno,nessuno e centomila"). Quindi,nel concetto
d� salute psichica orientata alla societ�, l'uomo � sano quando � all�altezza
dei compiti che la societ� gli assegna, ovvero quando funziona in modo conforme
ai bisogni di una data societ�.
Il
concetto umanistico, invece, s� distingue nettamente da quello orientato alla societ�.
Non � il funzionamento conforme ad una data societ� a determinare che cosa sia
la malattia o la salute psichica,ma criteri insiti nell'uomo stesso. Esiste
infatti il concetto di follia spesso utilizzato in psichiatria:la follia
consiste nella presenza di malattia psichica. Di conseguenza,possiamo parlare
di individuo relativamente sano,se non c�� nessuna nevrosi,psicosi o sintomo
psicosomatico, e se su un piano socialmente rilevante non ci sono alcolismo,
omicidi e disperazione.
Freud,
neuropsichiatra austriaco,si laurea in medicina, dedicandosi,prima all'anatomia
cerebrale,poi alle malattie mentali. E'con Freud che nasce la
psicoanalisi:scienza destinata ad esercitare nel giro di pochi decenni un
influsso enorme e sempre pi� massiccio sull'indagine dell�uomo e delle sue
attivit� psichiche e dei suoi prodotti culturali. Non c�� �fatto umano� che non
sia stato toccato e "sconvolto"dalla dottrina psicoanalitica (le
malattie mentali vengono affrontate con tecniche terapeutiche prima impensate;
fatti come sogni, lapsus, dimenticanze, diventano brecce per guardare nel
profondo dell'uomo ... ). A tal scopo, Freud, si trasferisce a Parigi e lavora
per molto tempo al fianco di malati d'isteria:si pensava che questa dipendesse
da un'alterazione psicologica e che, l'ammalato potesse tornare allo stato di
normalit� attraverso la suggestione di uno stato di ipnosi.(ipnosi: parola
greca che significa sogno).
In
principio si parlava d� mesmerismo (dal medico tedesco Mesmer: teoria che voleva
l'essere umano percorso da corrente energetica. Uno squilibrio di queste
correnti � la malattia e su queste bas� c�erano Freud e Breuer). Allo scopo di
perfezionare la tecnica si reca a Nancy dove � testimone di straordinari
esperimenti sui malati. Torna a Vienna e si trova con il dott. Breuer:egli
considera il dialogo e l'ipnosi una forma di cura. A contatto con Breuer, Freud
capisce che,attraverso l'ipnosi e il lavoro di riemersione di determinati
traumi, il malato isterico porta alla luce elementi di s� e della sua coscienza
che non sono pi� visibili.
Freud
e Breuer scrivono insieme una memoria su un caso d'isteria curato da Breuer
alcuni anni prima:sottoponendo una malata ad un sonno ipnotico, Breuer le
faceva esprimere quello che in quegli istanti le opprimeva l'animo. Per mezzo
di ci�, Breuer era riuscito a liberare la malata dai suoi sintomi. Pi� tardi
pubblicano:"Gli studi sull'isterismo: il soggetto isterico, in stato
ipnotico, torna all'origine dei trauma,illumina i punti oscuri che nella vita
hanno generato la malattia e che sono nascosti nel profondo, afferra cosi la
causa dei male e,in una specie di catarsi,si libera dal disturbo.. -cosi ha
inizio la teoria psicoanalitica di Freud.
Freud
elabora le sue tesi a partire dalla reazione di determinati malati con
l'ipnosi:il comportamento degli isterici � rilevatore della sfera incosciente
nel momento in cui abbiamo la fase di sonno vigile. Il riemergere del sommerso
� efficace:c'� una parte cosciente che fa da tramite con il mondo esterno e poi
c�� una parte che non riemerge o riemerge solo in particolari situazioni (Es).
STRUTTURA
DELL�APPARATO PSICHICO
Es:�
l'insieme degli impulsi inconsci della libido, � la parte sepolta della
coscienza che non s� vede,ma che condiziona ci� che s� vede. Qui vengono
elaborati gli stimoli esterni che poi risalgono in superficie per formare la
coscienza.
lo:�
il rappresentante conscio dell'es e a differenza dell'es, � a diretto contatto
con il mondo esterno.
Super-io:�
la parte intermedia ed � tutto ci� che ha a che fare con i condizionamenti
sociali, culturali,familiari ... S� forma verso il quinto anno di et� e
differenzia l'uomo dall'animale; � la base della coscienza morale e del senso
di colpa.
Tutta
l'attivit� inconscia � la risposta a stimoli di tipo energetico: Freud immagina
la mente umana come un sistema in cui la ricerca dell�equilibrio � un requisito
fondamentale ... non ci deve essere dispersione di energia psichica. Quindi la
fase di disequilibrio si ha nel momento in cui l'io non governa pi� gli stimoli
esterni e il lavoro dell'inconscio ... c�� dunque un immagazzinamento di
energia superiore perch� la linea difensiva dell�io si � indebolita.
Penso
che, in ambito storico,il tema della follia sia maggiormente collegabile alla
figura, instabile e allo stesso tempo carismatica di Hitler. Mosso dalle sue
teorie sulla superiorit� della razza ariana, sulla congiura ebraica antitedesca
u sulla teoria dello spazio vitale (per fornire al popolo tedesco uno sbocco al
proprio espansionismo) seppe dare una svolta totalitaria al governo tedesco.
Che
cos'� un totalitarismo? E'un'ideologia, o ancor meglio un regime, che vuole
accentrate la direzione di ogni aspetto della vita civile e politica nello
stato. Inoltre � totalitario un regime dittatoriale basato sulla fede assoluta
in un'ideologia che favorisce la mobilitazione e l'attivazione permanente delle
masse. Secondo alcuni autori,la nascita dei totalitarismo viene ricondotta al
fallimento dei sistemi liberal-borghesi e alla crisi di valori tipica del
periodo immediatamente successivo alla prima guerra mondiale,caratterizzato
dalla fine del regime parlamentare in diversi stati europei e dall�avvento dei
regimi autoritari e fascisti. Penso che il regime totalitario non si distingua
dalle altre forme di governo solo perch� riduce al minimo o abolisce
determinate libert�, ma perch� distrugge ogni presupposto di libert�,personale
o di gruppo, e perch� reprime forzatamente ogni tipo di conflitto.
Il
totalitarismo utilizza perci� � mass-media a fini di obbligato indottrinamento,
usa tuta gli strumenti repressivi dell'apparato statale per controllare ogni
aspetto della vita civile: economia, stampa, educazione, arte, scienza-; si
pone al di fuori di ogni controllo democratico escludendo qualsiasi ambito d�
libert� personale o di scelta volontaria; sostituisce il terrore totale al
diritto positivo. Il totalitarismo si contrappone cos�,in maniera radicale,
all�ideologia e alla prassi liberale e democratica. Quando parliamo di
totalitarismo non ci riferiamo solo alla Germania nazista,ma anche all�Italia
fascista con Mussolini. Ancora una volta,l'unico modo con cui s� cerca d� dare
stabilit� allo stato, risulta il regime totalitario: unico partito
(eliminazione di tutti i partiti all'opposizione.., soppressione del senato,
dei sindacati e di alcuni giornali; potere esecutivo nelle mani di Mussolini e
dei suoi ministri (gerarchi fascisti); potere legislativo al Gran consiglio del
fascismo ...), organizzazione che pervade tutta l'economia italiana (se prima
l'economia, l'industria era un settore nel quale lo stato non interveniva,ora
diventa parte integrante dello stato e fortemente regolato da questo). Risulta
praticamente la risposta alla richiesta dei popolo ad una maggiore tranquillit�
.... ed � su questa richiesta sociale che opera Mussolini. Rispetto al
fascismo,il nazismo risponde pienamente alla definizione di totalitarismo:
tutte le ideologie si riflettono in ogni struttura, per ex le universit� si
preoccupano dello studio della razza tedesca, filosofia tedesca,letteratura e
matematica tedesca. Anche l' architettura e il profilo delle citt� ne vengono
coinvolti (interi quartieri vengono infatti distrutti e ricostruiti secondo
determinate regole dettate dall'ideologia).
Ma
quali sono gli eventi, in Germania, grazie ai quali Hitler d� una svolta
totalitaria?
1.
La notte dei lunghi coltelli
Come
sappiamo, Hitler godeva d� forti appoggi soprattutto da parte dell'esercito e
dell'industria. Inoltre, originariamente, nel partito nazista, si
fronteggiavano due fazioni: una, di destra, era filo-conservatrice e stava
dalla parte di H.; l'altra, pi� rivoluzionaria e anticapitalista, era guidata
da Rohm. Ad un certo punto,i generali alleati con H. volevano la limitazione
dei peso politico delle SA, mentre i conservatori e gli industriali tolleravano
sempre meno la sinistra. A questo punto, H. dovette scegliere: o il regime si
liberava degli estremisti, o l'esercito avrebbe potuto assumere in prima
persona il comando dello Stato. Quindi, in questa notte dei lunghi coltelli,
H.fece assassinare, dalle SS, i capi delle SA (i pi� estremisti, interpreti pi�
fedeli dell'istanza anti-borghese).
2.
L�incendio del reichstagh
Appiccato
dalle SS che attribuirono la colpa al partito comunista. Ci� permise a H. di
eliminare i partiti di sinistra e di istituzionalizzare il partito nazista come
unico. Infatti, con questo pretesto, H. fece approvare al vecchio presidente
Hindenburg un decreto con il quale venivano soppressi i sei articoli della
Costituzione di Weimar (che garantiva libert� civile e personale):finiva cos�
lo stato di diritto in Germania
Naturalmente
dobbiamo ricordare altri elementi fondamentali:
3.
Antisemitismo e persecuzioni razziali
Sono
i pilastri dell�ideologia nazionalsocialista. Inizialmente i provvedimenti
persecutori contro gli ebrei si mantengono sul piano economico e lavorativo,
per poi passare progressivamente all'emarginazione, all'esclusione da
universit�, cariche pubbliche e giornali. Un netto inasprimento di discriminazione
razziale si ha con le leggi di Norimberga: gli ebrei vengono dichiarati
estranei alla "comunit� nazionale" e, quindi,privati di cittadinanza
tedesca, perdendo ogni tipo di diritto. Poco pi� tardi verr� avviata la
'soluzione finale': annientamento e sterminio delle comunit� israelitiche. Nei
campi d� concentramento, oltre ai comunisti, agli oppositori,ai cattolici, ai
democratici, troviamo un numero sempre pi� crescente di ebrei. Ma perch�
proprio gli ebrei?
H.
formul� un vero e proprio discorso sulla razza: i mali dei mondo (comunismo,
capitalismo) sono dovuti ad una malattia: l'ebraismo/giudaismo. H. sostiene la
tesi per la quale i mali provengono dagli ebrei non solo su basi ideali, ma
anche biologiche: teoria biologica per cui i diversi ceppi sono diversi gli uni
dagli altri per elem.biologici e non solo culturali. Gli ebrei non hanno
patria, sono avidi di denaro, legati al commercio e hanno contribuito alla
diffusione del comunismo ... per questo motivo sono una razza maligna,
inferiore e sempre per questo motivo devono essere eliminati. Da questo tema di
differenza razziale ne derivano delle conseguenze:
-Leggi
di Norimberga
-Teoria
dello spazio vitale:tutti i popoli che appartengono al ceppo germanico devono
essere unificati per essere governati unitamente. Questa � una tesi che spinge
H. a riarmare la Germania (per annettere Polonia, Olanda, Jugoslavia, Austria,
Lettonia). La sua opera rivoluzionaria sta nel fatto che la razza ariana deve
crearsi condizioni migliori per governare in Europa ed il nemico da distruggere
rimane sempre l'ebraismo.
La
follia � il grande tema che percorre tutta l'opera pirandelliana. Pirandello, a
differenza di Svevo, non lesse direttamente le opere di Freud,ma la sua opera �
piena di richiami al mondo della follia, dell�inconscio, del sogno. La sua
fonte fu dunque lo psichiatra Alfred Binet, che gli offr� le formulazioni
scientifiche di alcune sue intuizioni sulla variabilit� degli stati psicologici
e sulla scomposizione della personalit�. E' il suo punto di partenza per
esplorare quella crisi d'identit� che qualsiasi evento pu� scatenare e che �
uno dei terni fondamentali della sua produzione. Dall'idea per cui la
personalit� degli uomini non � una ma molteplice verr� uno dei suoi temi
decisivi: la follia
I
suoi personaggi si sdoppiano, sono dissociati, sono contemporaneamente :
�uno,nessuno e centomila�.
"Uno,
nessuno e centomila�
Questo
romanzo aiuta a riflettere su uno dei pi� interessanti temi del pensiero pirandelliano:
l'incomprensione e l'incomunicabilit� umana (da cui poi ci si ricollega al tema
della follia).
Il
protagonista, Vitangelo Moscarda, entra in crisi quando gli viene fatto notare
dalla moglie di avere il naso diverso da come lui se lo vedeva:questa banale
constatazione lo porter� gradualmente alla pazzia.
Questo
romanzo mette in evidenza quindi la diversit� che esiste tra come noi ci
vediamo e come gli altri ci vedono,non solo esteriormente ma anche
interiormente. Ciascuno non � uno,ma centomila, tante quante sono le immagini
che gli altri si fanno di lui.
Il
dramma della pazzia � gi� presente nel primo capitolo dei libro; naturalmente
al termine pazzia non s� d� il significato corrente di patologia grave della
psiche ma quello pirandelliano pi� congruo di spazio vuoto, squarcio improvviso
nella coscienza, istantaneo ed insperato coincidere di essere ed esistere.
Pazzo � infatti chi, allo specchio, si scopra ad esistere in maniera diversa da
quella in cui credeva;e comunque chi, con la reduplicazione speculare
dell'immagine, come Vitangelo M.,avvia un generale processo d� scomposizione
dell� �io�, della propria personalit�. Gi�, perch� la storia narrata in
"Uno nessuno e centomila" � proprio quella di una progressiva
"scomposizione dell'io�, una certa demistificazione della falsa unitariet�
della coscienza, per cui il protagonista si accorge, di fronte allo specchio,
di non essere quell'uno -uguale ed inseparabile- che credeva di essere per s� e
per la moglie. L'impossibilit� di conoscersi appieno -se non a patto di
osservarsi quasi dall'esterno, e, dunque, uscendo da s� per cui diventa
impossibile vivere e vedersi contemporaneamente-, ingabbia subito V.M..
Tutto
il primo cap. � infatti giocato sulla variazione dell'unico, ossessivo tema dello
sdoppiamento davanti allo specchio. Il confronto con lo specchio, dunque, non �
affatto un veicolo per il riconoscimento d� s�; Tutt�altro! Lo specchio
�deforma" l'immagine, ne scopre l'assoluta relativit� e spinge al folle
gioco della scomposizione: in ogni specchio si rifrange una delle tante
possibili immagini di un io che, frantumato nelle sue varie sfaccettature,
impedisce la ricomposizione di un'unica identit�. Il dramma a questo punto si
complica: Moscarda non solo scopre di essere uno, ma centomila, e dunque
nessuno. Quindi, l'esperienza allo specchio gli conferma la sua ipotesi (cio�
di non credere di essere ci� che un tempo pensava di essere); anzi,gli rivela
come non possa vedersi vivere, e come sia condannato a restare estraneo a se
stesso, conoscibile solo dagli altri. Si vede d� fronte un corpo vuoto perch�
chiunque avrebbe potuto appropriarsene e dargli una realt� a modo suo, una
delle centomila possibili realt�. L�idea gli risulta quasi inaccettabile. Cos�
si propone di mettere a nudo le sue tante identit�, che i conoscenti gli
attribuivano, nella speranza d� distruggerle. Nelle sue scoperte,rilevante � la
presa di coscienza della falsit� di un mondo costruito dall'esterno, illusorio,
in cui la conoscenza viene ripudiata perch� condannata come relativa. Vitangelo
impara per sua esperienza come il giudizio altrui risulti influenzato dalla
condizione familiare, dal nome di una persona. Cos� era capitato a lui, figlio
di un banchiere, considerato da conoscenti un usuraio. E' un'idea inaccettabile
e per cancellarla fa di tutto: decide infatti di donare a un tale, Marco d� Dio
la sua casa .... Poi decide di sfrattarlo, e poco dopo, tra gli insulti della
folla, decide di donargli una casa pi� accogliente ed una cospicua somma d�
denaro. Per� la folla, invece di cambiare idea sul suo conto gli d� del pazzo.
Venuto a conoscenza dell'inganno che stavano progettando i suoi due soci (Firbo
e Quantorzo volevano infatti denunciarlo come malato di mente) decide quindi di
recarsi da un vescovo di Richieri e finge di voler cedere la banca per motivi
di coscienza: ne riceve invece il consiglio di rivolgersi a don Antonio
Sclepis, direttore dei collegio degli abati. Alla fine M. si ritira
nell'ospizio che lui stesso aveva fatto costruire. Tutto sommato non mostra
rimpianti: ha raggiunto il suo obiettivo, ha saputo annullare la realt� che gli
altri gli avevano dato e vivere una nuova vita. Ma il prezzo della battaglia
che ha combattuto contro gli altri � altissimo: la totale decostruzione della
propria immagine viene pagata con una totale solitudine interiore con
l'interdizione e l'emarginazione. Spogliato di tutto, dei beni, del nome, dello
statuto anagrafico, di un ruolo sociale. Vitangelo resta solo, solo con la
pazzia, che � il marchio con cui gli altri continuano a difendersi da chi li
minaccia nelle loro certezze,nella loro ottusa ostinazione a credersi
"veri" (non � vero che i pazzi sono quelli che lo sembrano,ma lo sono
di pi� quelli che sembrano normali).
Gi�
nel primo cap. � presente tutto il nucleo di considerazioni che ili
protagonista narrante, attraverso intenzionali gesti di follia, variazioni,
svilupper� lungo tutto il romanzo. Se c�� infatti una caratteristica di questo
romanzo, � la quasi assoluta mancanza d� azioni.....tutto ci� che avviene �
mentale,� il processo contrario al romanzo di formazione ... � il romanzo della
"deformazione", della scomposizione fino ad approdare al risultato
finale di affacciarsi sugli abissi della coscienza e scoprire l'assoluta
mendacia di tutto. Che � poi il significato della pazzia pirandelliana.
Al
centro d� tutte le tragedie di Seneca troviamo la rappresentazione dello
scatenarsi rovinoso di sfrenate passioni, non dominate dalla ragione, e delle
conseguenze catastrofiche che ne derivano. Il significato pedagogico e morale
s'individua dunque nell'intenzione di proporre esempi paradigmatici dello
scontro nell'animo umano di impulsi contrastanti, positivi e negativi. Da un
lato vi � la ragione, di cui si fanno spesso portavoce personaggi secondari che
cercano di dissuadere i protagonisti dai loro insani propositi; dall�altra vi �
il furor, cio� l'impulso irrazionale, la passione (amore, odio, gelosia,
ambizione e sete di potere, ira, rancore), presentata, in accordo con la
dottrina morale stoica, come manifestazione di pazzia in quanto sconvolge
l'animo umano e lo travolge irrimediabilmente. In questa lotta tra furor e
razionalit�, lo spazio dato al furor, al versante oscuro,alla malvagit�
e alla colpa,� senza dubbio preponderante e va ben oltre i condizionamene e le
esigenze imposti dal genere tragico. L'interesse per la psicologia delle
passioni, che pu� apparire quasi morboso, sembra talora far dimenticare al
poeta le esigenze filosofico-morali. Inoltre � caratteristica delle tragedie
senecane l'accentuaz�one delle tinte pi� fosche e cupe,degli aspetti pi�
sinistri, dei particolari pi�
atroci,
macabri, raccapriccianti. In poche parole Seneca enfatizza il pathos e
dimostra la forza devastante della passione indice di disintegrazione della
personalit� interiore. I personaggi vengono analizzati in profondit�:di essi
vengono messi in risalto i contrasti interiori,le esasperazioni, il furor
regni,la morte della ragione, la bestialit� umana.
In
realt� la visione pessimistica, l'accentuazione degli elementi cupi e la forte
intensificazione patetica, appaiono funzionali a quel valore di esemplarit�
negativa che i personaggi tragici rivestono agli occhi dei filosofo;sono mezzi
di cui l'autore si serve per raggiungere pi� efficacemente il suo principale
obiettivo, consistente nell'ammaestramento morale. Del resto il pathos
caricato, l'enfasi e il gusto per i particolari orridi e raccapriccianti eran
gi� present� nel tragici latini arcaici, e trovavano piena corrispondenza nel
gusto dei tempi di Seneca.
Particolarmente
esemplari, nel gusto tragico e macabro che meglio esprime la follia senecana
sono �Fedra","Medea","Teste�, �Le Troiane�.
Fedra
La
vicenda narrata � quella dell'Ippolito di Euripide, ma con differenze
rilevanti, che fanno supporre una derivazione da un'altra tragedia dello stesso
Euripide, per noi perduta. Fedra,moglie di Teseo, re d'Atene, soccombe ad una
folle passione per il figliastro lppolito e gli dichiara il suo amore.
Respinta, si vendica accusando �l giovane di aver cercato d� usarle violenza;
ma quando,in seguito alla maledizione di Teseo,un mostro marino suscitato dal
dio del mare causa ad lppolito un'orribile morte, Fedra, disperata, confessa la
sua colpa e si uccide.
Penso
che sia particolarmente importante sottolineare, in Fedra, il momento della
"dichiarazione" di Fedra a lppolito. Si tratta sicuramente di una
scena culminante, dove la regina, disperatamente e colpevolmente innamorata del
figliastro, si decide a rivelargli la sua passione: l'amore incestuoso ha travolto
ogni limite: � il conflitto inconciliabile tra ragione e passione, l'insanabile
lacerazione interiore di chi � preda del furor e ha perso il controllo
di s� e delle proprie azioni. Il progressivo avvicinamento alla
"dichiarazione" vera e propria e sapientemente preparato attraverso
una serie d� passaggi intermedi:
l)Fedra
respinge l'appellativo di madre che lppolito le rivolge
2)Fedra
gli si offre come schiava evocando implicitamente il tema del servitium
amoris
3)accenna
alla probabile morte di Tes�o, suo marito (morte che le permetterebbe di
aspirare legittimamente ad un nuovo amore).
Quando
il giovane afferma di essere disposto a prendere il posto dei padre,questa
affermazione (dettata dalla p�etas) suona ambigua alle orecchie di Fedra
e induce finalmente la regina a rivelare che la sua sofferenza � causata
dall'amore. La confessione � poi ancora ritardata dalla rievocazione della
bellezza d� Teseo giovane, nella cui immagine Fedra proietta e contempla quella
dei figlio. Una volta comprese le intenzioni di Fedra, Ippolito esprime il suo
orrore e la sua violenta indignazione.
Come
gi� accennato in precedenza Fedra � ripresa dall'Ippolito di Euripide.
Ci� ci offre l'opportunit� d� attuare paragoni tra le due tragedie.
Innanzitutto
nella Fedra di Seneca le divinit� non compaiono. Inoltre la struttura
compositiva, molto diversa da quella euripidea, conferisce uno spazio di gran
lunga maggiore al personaggio della regina (mentre prima usciva a met� dei
dramma). Qui � lppolito ad uscire definitivamente di scena a met� dei dramma,
mentre Fedra domina la scena dall'inizio alla fine. Infine nella tragedia
latina � Fedra, non lppolito a morire sulla scena,presentando il suicidio come
giusta punizione della sua colpa e offerta sacrificale al morto lppolito, ma
anche come unico sollevo all'invincibile malattia d'amore ed estrema occasione
per recuperare l'onore perduto.
She was born in London in 1882. She
grew up in a literary and intellectual atmosphere: in fact her father�s friends
were some of the most important 19th century writers ( for ex. Henry
James). Her life was marked by mental problems: after her mother�s death, when
she was only 13, she had her first mental breakdown. She began to be in revolt
against her father's aggressive and tyrannical character, and his idealization
of the domesticated woman (she rejected Victorian values). It was with her
father�s death that she began her own life and literary career. She married
Leonard Woolf, a publisher, and they moved to another house in Bloomsbury. They
formed the "Bloomsbury Group�, a group of intellectuals that reacted
against Victorian society and values. She started writing novels: this was a
help for her; she understood there was a link between her ability and her
mental problems. Her first novels are still traditional, but after, with
�Monday or Tuesday� and �Jacobs room" there is the principal element of
her novels, which are always developed in an autobiographical way:-"Mrs.Dalloway�
(stream of consciousness technique), �To the lighthouse", �Orlando�. She
was one of the first writers with feminist idea (she supported the movement far
woman�s suffrage).
She began to suffer from headaches
and to sleep badly: she attempted suicide by taking drugs. The second world war
increased her anxiety and fears; London was ruined by bombs and she felt that a
whole world had disappeared, a world of people, friends, values. She was unable
to face her fears and she was afraid of becoming completely mad: she committed
suicide, she drowned herself.
I think that this novel can be
considered a sort of autobiographical work.
The protagonist of the novel is a
London society lady of fifty-one, the wife of the conservative Richard Dalloway,
who holds conventional views on politics and women's rights. Clarissa is
characterised by opposing feelings; her need for freedom and independence and
her class consciousness (in fact V. supported women's suffrage..).The fact that
she continues to give parties to gain the admiration and approval of others
bespeaks a profound dissatisfaction with herself. Her life was apparently
happy, perfect, but ins�de her inner life she was unhappy: she was living her
superficial, false life (not the life she would like to live).She is conscious
of her frigidity, of her inability to abandon herself. The splintering effects
of a tacitly possessive father(it reminds to Virginia's father), the
frustration of a genuine love, the need to refuse Peter Walsh, a man who would
force her to share everything-all this has weakened her emotional axis and
split her in two. One part of her lives in help ness, while the other lives in
protective self-glorification; and both parts are at once contradictory.
In this passage we can find
Clarissa's moments of being: she realises that she is not living the life she
would like to live ... she is living her false, superficial existence.
Septimus� death offers her the possibility of a meditation about her life and
about the theme of death. Probably there is a connection between the two
characters: Clarissa and Septimus. But there is also a link with Virginia Woolf
and this case (committing suicide):she is explaining her fear of death and of
committing suicide.
Clarissa's last thought: she had to
go back to the party, to her guests; she abandoned the thought of death and of
the young man ... she accepted her superficial life (the choice is to go on
living)