MESSER GENTIL DE CARISENDI DI BOCCACCIO


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MESSER GENTIL DE CARISENDI DI BOCCACCIO

 

di BOCCACCIO

 

Maravigliosa cosa parve a tutti che alcuno del propio sangue fosse liberale; e veramente affermaron Natan aver quella del re di Spagna e dello abate di Clign� trapassata. Ma poi che assai e una cosa e altra detta ne fu, il re, verso Lauretta riguardando, le dimostr� che egli desiderava che ella dicesse; per la qual cosa Lauretta prestamente incominci�.

Giovani donne, magnifiche cose e belle sono state le raccontate, n� mi pare che alcuna parte restata sia a noi che abbiamo a dire, per la qual novellando vagar possiamo, s� son tutte dall'altezza delle magnificenzie raccontate occupate, se noi ne'fatti d'amore gi� non mettessimo mano, li quali ad ogni materia prestano abbondantissima copia di ragionare; e per ci�, s� per questo e s� per quello a che la nostra et� principalmente ci dee inducere, una magnificenzia da uno innamorato fatta mi piace di raccontarvi, la quale, ogni cosa considerata, non vi parr� per avventura minore che alcune delle mostrate, se quello � vero che i tesori si donino, le inimicizie si dimentichino, e pongasi la propia vita, l'onore e la fama, ch'� molto pi�, in mille pericoli, per potere la cosa amata possedere.

Fu adunque in Bologna, nobilissima citt� di Lombardia, un cavaliere per virt� e per nobilt� di sangue ragguardevole assai, il qual fu chiamato messer Gentil Carisendi, il qual giovane d'una gentil donna chiamata madonna Catalina, moglie d'un Niccoluccio Caccianimico, s'innamor�; e perch� male dello amor della donna era, quasi disperatosene, podest� chiamato di Modona, v'and�.

In questo tempo, non essendo Niccoluccio a Bologna, e la donna ad una sua possessione, forse tre miglia alla terra vicina, essendosi, per ci� che gravida era, andata a stare, avvenne che subitamente un fiero accidente la soprapprese, il quale fu tale e di tanta forza, che in lei spense ogni segno di vita, e per ci� eziandio da alcun medico morta giudicata fu; e per ci� che le sue pi� congiunte parenti dicevan s� avere avuto da lei non essere ancora di tanto tempo gravida, che perfetta potesse essere la creatura, senza altro impaccio darsi, quale ella era, in uno avello d'una chiesa ivi vicina dopo molto pianto la sepellirono.

La qual cosa subitamente da un suo amico fu significata a messer Gentile, il qual di ci�, ancora che della sua grazia fosse poverissimo, si dolfe molto, ultimamente seco dicendo:

- Ecco, madonna Catalina, tu se'morta; io, mentre che vivesti, mai un solo sguardo da te aver non potei; per che, ora che difender non ti potrai, convien per certo che, cos� morta come tu se'io alcun bacio li tolga.

E questo detto, essendo gi� notte, dato ordine come la sua andata occulta fosse, con un suo famigliare montato a cavallo, senza ristare col� pervenne dove sepellita era la donna, e aperta la sepoltura, in quella diligentemente entr�, e postolesi a giacere allato, il suo viso a quello della donna accost�, e pi� volte con molte lagrime piagnendo il baci�. Ma, s� come noi veggiamo l'appetito degli uomini a niun termine star contento, ma sempre pi� avanti desiderare, e spezialmente quello degli amanti, avendo costui seco diliberato di pi� non starvi, disse: - Deh! perch� non le tocco io, poi che io son qui, un poco il petto? Io non la debbo mai pi� toccare, n� mai pi� la toccai.

Vinto adunque da questo appetito, le mise la mano in seno, e per alquanto spazio tenutalavi, gli parve sentire alcuna cosa battere il cuore a costei. Il quale, poi che ogni paura ebbe cacciata da s�, con pi� sentimento cercando, trov� costei per certo non esser morta, quantunque poca e debole estimasse la vita; per che soavemente quanto pi� pot�, dal suo famigliare aiutato, del monimento la trasse, e davanti al caval messalasi, segretamente in casa sua la condusse in Bologna.

Era quivi la madre di lui, valorosa e savia donna, la qual, poscia che dal figliuolo ebbe distesamente ogni cosa udita, da piet� mossa, chetamente con grandissimi fuochi e con alcun bagno in costei rivoc� la smarrita vita. La quale come rivenne, cos� la donna gitt� un gran sospiro e disse:

- Ohim�! ora ove sono io?

A cui la valente donna rispose:

- Confortati, tu se'in buon luogo.

Costei, in s� tornata e dintorno guardandosi, non bene conoscendo dove ella fosse e veggendosi davanti messer Gentile, piena di maraviglia la madre di lui preg� che le dicesse in che guisa ella quivi venuta fosse; alla quale messer Gentile ordinatamente cont� ogni cosa. Di che ella, dolendosi, dopo alquanto quelle grazie gli rend� che ella pot� e appresso il preg� per quello amore il quale egli l'aveva gi� portato, e per cortesia di lui, che in casa sua ella da lui non ricevesse cosa che fosse meno che onor di lei e del suo marito, e come il d� venuto fosse, alla sua propria casa la lasciasse tornare.

Alla quale messer Gentile rispose:

- Madonna, chente che il mio disiderio si sia stato ne'tempi passati, io non intendo al presente n� mai per innanzi (poi che Iddio m'ha questa grazia conceduta che da morte a vita mi v'ha renduta, essendone cagione l'amore che io v'ho per addietro portato) di trattarvi n� qui n� altrove, se non come cara sorella; ma questo mio beneficio, operato in voi questa notte, merita alcun guiderdone; e per ci� io voglio che voi non mi neghiate una grazia la quale io vi domander�.

Al quale la donna benignamente rispose s� essere apparecchiata, solo che ella potesse, e onesta fosse. Messer Gentile allora disse:

- Madonna, ciascun vostro parente e ogni bolognese credono e hanno per certo voi esser morta, per che niuna persona � la quale pi� a casa v'aspetti; e per ci� io voglio di grazia da voi, che vi debbia piacere di dimorarvi tacitamente qui con mia madre infino a tanto che io da Modona torni, che sar� tosto. E la cagione per che io questo vi cheggio � per ci� che io intendo di voi, in presenzia de'migliori cittadini di questa terra, fare un caro e uno solenne dono al vostro marito.

La donna, conoscendosi al cavaliere obbligata, e che la domanda era onesta, quantunque molto disiderasse di rallegrare della sua vita i suoi parenti, si dispose a far quello che messer Gentile domandava; e cos� sopra la sua fede gli promise.

E appena erano le parole della sua risposta finite, che ella sent� il tempo del partorire esser venuto; per che, teneramente dalla madre di messer Gentile aiutata, non molto stante partor� un bel figliuol maschio; la qual cosa in molti doppi moltiplic� la letizia di messer Gentile e di lei. Messer Gentile ordin� che le cose opportune tutte vi fossero, e che cos� fosse servita costei come se sua propia moglie fosse, e a Modona segretamente se ne torn�.

Quivi fornito il tempo del suo uficio e a Bologna dovendosene tornare, ordin�, quella mattina che in Bologna entrar doveva, di molti e gentili uomini di Bologna, tra'quali fu Niccoluccio Caccianimico, un grande e bel convito in casa sua; e tornato e ismontato e con lor trovatosi, avendo similmente la donna ritrovata pi� bella e pi� sana che mai, e il suo figlioletto star bene, con allegrezza incomparabile i suoi forestieri mise a tavola, e quegli fece di pi� vivande magnificamente servire.

Ed essendo gi� vicino alla sua fine il mangiare, avendo egli prima alla donna detto quello che di fare intendeva e con lei ordinato il modo che dovesse tenere, cos� cominci� a parlare:

- Signori, io mi ricordo avere alcuna volta inteso in Persia essere, secondo il mio giudicio, una piacevole usanza, la quale � che, quando alcuno vuole sommamente onorare il suo amico, egli lo 'nvita a casa sua e quivi gli mostra quella cosa, o moglie o amica o figliuola o che che si sia, la quale egli ha pi� cara, affermando che, se egli potesse, cos� come questo gli mostra, molto pi� volentieri gli mosterria il cuor suo; la quale io intendo di volere osservare in Bologna.

Voi, la vostra merc�, avete onorato il mio convito, e io intendo onorar voi alla persesca, mostrandovi la pi� cara cosa che io abbia nel mondo o che io debbia aver mai. Ma prima che io faccia questo, vi priego mi diciate quello che sentite d'un dubbio il quale io vi mover�. Egli � alcuna persona la quale ha in casa un suo buono e fedelissimo servidore, il quale inferma gravemente; questo cotale, senza attendere il fine del servo infermo, il fa portare nel mezzo della strada, n� pi� ha cura di lui; viene uno strano, � mosso a compassione dello 'nfermo, e sel reca a casa, e con gran sollicitudine e con ispesa il torna nella prima sanit�. Vorrei io ora sapere se, tenendolsi e usando i suoi servigi, il primo signore si pu� a buona equit� dolere o ramaricare del secondo, se egli, raddomandandolo, rendere nol volesse.

I gentili uomini, fra s� avuti vari ragionamenti, e tutti in una sentenzia concorrendo, a Niccoluccio Caccianimico, per ci� che bello e ornato favellatore era, commisero la risposta. Costui, commendata primieramente l'usanza di Persia, disse s� con gli altri insieme essere in questa oppinione, che il primo signore niuna ragione avesse pi� nel suo servidore, poi che in s� fatto caso non solamente abbandonato, ma gittato l'avea; e che, per li benefici del secondo usati, giustamente parea di lui il servidore divenuto, per che, tenendolo, niuna noia, niuna forza, niuna ingiuria faceva al primiero. Gli altri tutti che alle tavole erano, ch� v'avea di valenti uomini, tutti insieme dissono s� tener quello che da Niccoluccio era stato risposto.

Il cavaliere, contento di tal risposta e che Niccoluccio l'avesse fatta, afferm� s� essere in quella oppinione altress�, e appresso disse:

- Tempo � omai che io secondo la promessa v'onori.- E chiamati due de'suoi famigliari, gli mand� alla donna, la quale egli egregiamente avea fatta vestire e ornare, e mandolla pregando che le dovesse piacere di venire a far lieti i gentili uomini della sua presenzia. La qual, preso in braccio il figliolin suo bellissimo, da'due famigliari accompagnata, nella sala venne, e come al cavalier piacque, appresso ad un valente uomo si pose a sedere; ed egli disse:

- Signori, questa � quella cosa che io ho pi� cara e intendo d'avere, che alcun'altra; guardate se egli vi pare che io abbia ragione.

I gentili uomini, onoratola e commendatola molto, e al cavaliere affermato che cara la doveva avere, la cominciarono a riguardare; e assai ve n'eran che lei avrebbon detto colei chi ella era, se lei per morta non avessero avuta. Ma sopra tutti la riguardava Niccoluccio, il quale, essendosi alquanto partito il cavaliere, s� come colui che ardeva di sapere chi ella fosse, non potendosene tenere, la domand� se bolognese fosse o forestiera.

La donna, sentendosi al suo marito domandare, con fatica di risponder si tenne; ma pur, per servare l'ordine postole, tacque. Alcun altro la domand� se suo era quel figlioletto, e alcuno se moglie fosse di messer Gentile, o in altra maniera sua parente; a'quali niuna risposta fece.

Ma, sopravvegnendo messer Gentile, disse alcun de'suoi forestieri:

- Messere, bella cosa � questa vostra, ma ella ne par mutola; � ella cos�?

- Signori,- disse messer Gentile - il non avere ella al presente parlato � non piccolo argomento della sua virt�.

- Diteci adunque voi,- seguit� colui - chi ella �.

Disse il cavaliere:

- Questo far� io volentieri, sol che voi mi promettiate, per cosa che io dica, niuno doversi muovere del luogo suo fino a tanto che io non ho la mia novella finita.

 Al quale avendol promesso ciascuno, ed essendo gi� levate le tavole, messer Gentile allato alla donna sedendo, disse:

- Signori, questa donna � quel leale e fedel servo, del quale io poco avanti vi fe' la dimanda; la quale da'suoi poco avuta cara, e cos� come vile e pi� non utile nel mezzo della strada gittata, da me fu ricolta, e con la mia sollicitudine e opera delle mani la trassi alla morte, e Iddio, alla mia buona affezion riguardando, di corpo spaventevole cos� bella divenir me l'ha fatta. Ma acci� che voi pi� apertamente intendiate come questo avvenuto mi sia, brievemente vel far� chiaro.

E cominciatosi dal suo innamorarsi di lei, ci� che avvenuto era infino allora distintamente narr� con gran maraviglia degli ascoltanti, e poi soggiunse:

- Per le quali cose, se mutata non avete sentenzia da poco in qua, e Niccoluccio spezialmente, questa donna meritamente � mia, n� alcuno con giusto titolo me la pu� raddomandare.

A questo niun rispose, anzi tutti attendevan quello che egli pi� avanti dovesse dire. Niccoluccio e degli altri che v'erano e la donna, di compassion lagrimavano; ma messer Gentile, levatosi in pi� e preso nelle sue braccia il picciol fanciullino e la donna per la mano, e andato verso Niccoluccio, disse:

- Leva su, compare, io non ti rendo tua mogliere, la quale i tuoi parenti e suoi gittarono via; ma io ti voglio donare questa donna mia comare con questo suo figlioletto, il quale io son certo che fu da te generato, e il quale io a battesimo tenni e nomina'lo Gentile; e priegoti che, perch'ella sia nella mia casa vicin di tre mesi stata, che ella non ti sia men cara; ch� io ti giuro per quello Iddio, che forse gi� di lei innamorar mi fece acci� che il mio amore fosse, s� come stato �, cagion della sua salute, che ella mai o col padre o con la madre o con teco pi� onestamente non visse, che ella appresso di mia madre ha fatto nella mia casa.

E questo detto, si rivolse alla donna e disse:

 - Madonna, omai da ogni promessa fatami io v'assolvo, e libera vi lascio di Niccoluccio -; e rimessa la donna e 'l fanciul nelle braccia di Niccoluccio, si torn� a sedere.

Niccoluccio disiderosamente ricevette la sua donna e 'l figliuolo, tanto pi� lieto quanto pi� n'era di speranza lontano, e, come meglio pot� e seppe, ringrazi� il cavaliere; e gli altri che tutti di compassion lagrimavano, di questo il commendaron molto, e commendato fu da chiunque l'ud�.

La donna con maravigliosa festa fu in casa sua ricevuta, e quasi risuscitata con ammirazione fu pi� tempo guatata da'bolognesi; e messer Gentile sempre amico visse di Niccoluccio e de'suoi parenti e di quei della donna.

Che adunque qui, benigne donne, direte? Estimerete l'aver donato un re lo scettro e la corona, e uno abate senza suo costo aver riconciliato un malfattore al papa, o un vecchio porgere la sua gola al coltello del nimico, essere stato da agguagliare al fatto di messer Gentile? Il quale giovane e ardente, e giusto titolo parendogli avere in ci� che la traccutaggine altrui aveva gittato via ed egli per la sua buona fortuna aveva ricolto, non solo temper� onestamente il suo fuoco, ma liberalmente quello che egli soleva con tutto il pensier disiderare e cercar di rubare, avendolo, restitu�. Per certo niuna delle gi� dette a questa mi par simigliante.

 

 

RIASSUNTO

    Nella nobilissima Bologna, viveva un certo Gentil de� Carisendi, il quale era innamorato di donna Catalina, moglie di Niccoluccio Caccianimico, e non era ricambiato. La donna, a quel tempo gravida, fu colpita da una grave malattia, e in breve tempo in lei scomparse ogni segno di vita e, poich� il bambino che portava in grembo era stato concepito da poco, i parenti decisero di seppellirla. Gentile, saputa questa notizia, come segno estremo del suo amore, decide di profanare la tomba di Catalina per porgerle un bacio, non avendo potuto farlo mentre lei era in vita. Facendo ci�, si accorge miracolosamente che Catalina, sebbene molto debole, era ancora in vita e decide di trasportarla a casa sua per curarla. Qui Catalina e il bambino nel suo grembo guariscono completamente e la fanciulla partorisce un bel figlio maschio. Gentile decide allora di invitare a pranzo alcuni amici per mostrare loro Catalina, la cosa pi� cara che aveva, perch� aveva saputo che questa fosse un�usanza dei Persi per onorare gli amici cari. Prima di chiamare Catalina, Gentile chiede un parere agli amici, domanda loro se fosse giusto che un uomo richiedesse indietro un suo servo, che aveva abbandonato perch� malato, all�uomo che l�aveva trovato e curato. Un uomo risponde per tutti che non era legittimo perch�, abbandonando il suo servo, il primo uomo non aveva pi� nessun diritto su di lui. L�uomo che aveva risposto era proprio Niccoluccio Caccianimico, il marito di Catalina e quando questa viene mostrata agli invitati e avendo Gentile sottolineato che il servo della domanda precedente rappresentava la fanciulla, capisce che rispondendo aveva perso tutti i diritti sulla moglie e sul figlio. Ma Gentile, notando il dispiacere e le lacrime sul viso di Niccoluccio, decide di rinunciare a Catalina, porgendola al marito, guadagnandosi l�amicizia della coppia e dei loro parenti.

 

 

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