A LUCIA
Da lontano
una luce nel ciel
e poi
la casa tremar,
ero piccolo allor
nel buio della notte
sirene a suonar
urla e corse
verso un rifugio sicur
donne e bambini tutti a invocar,
solo lei ,vestita di nero, all'alba spuntava
con quelle piccole dita quei corpi a cullar
madre di vincitori e vinti
nelle sue mani la pace a trovar.
O mamma Lucia ,un papa a Roma chiam�
ma pi� lontano volasti
e come una rondine portasti
i resti della terra a lor case
O maledetta guerra in quelle trincee vincesti ancor
illudendo l'uomo di poter contro la morte ,
prendendo tutto ,speranze e futuro,
e ancor oggi ,dopo anni vivi e prosperi
nel dolor di tanti; ma ricorda bene
un tempo una mamma vestita di nero
sal� su un monte dove un castello regnava
e ,anche se per pochi attimi,
tu la guardassi incredula di tanta umanit�
ti accorgeresti che un seme d'amor piant�
in un punto dove ,nel cader a morte,
tanti giovani avevan ceduto alle tue lusinghe
buttando via la propria umanit�.
Ora guardi quel campo che rinascer� ,
una nuova luce tutto sull'erba colorer� ,
e presto quel seme germoglier�.
L'UOMO NUOVO
Un d�
di un anno che non so
dall'alto della sua figura,
e di indubbio valor,
si svest� delle sue vesti
della sua ricchezza
che anni prima erano state
il suo credo
il suo io.
Quel tempo era finito
sprecato, bruciato
e guardando in s�
cap� l'unica cosa che contava:
era il suo cuor.
L'uomo nuovo pianse
le lacrime coprivan il suo viso
ora non pi� giovane
ma ancora in forza,
strinse a s� le sue emozioni
e la sua nuova vita.
IL NERO COLOR
I suoi piedi doloranti
eppur ancora giovane
nel caldo torrido di un�estate
con i suoi occhi neri e profondi
� intenta a guardar i suoi figli
e con lo sguardo rivolto al mare
stringe a s� la sua vita
mentre le onde di grigio funesto
sembran scuotere le sue radici
nel buio completo
sotto un cielo stellato.
Da lontano una voce,
dopo il tanto navigar,
l� abbraccia per la morte scampata.
Il giorno dopo non pi� persona
ma, chiusa in una gabbia,
non ha pi� lacrime per un�umanit� cieca,
lei vestita di stracci
come pu� far tremare governi e persone
se a tremar son le sue esili e fragili gambe;
poi disperata guarda il cielo
in cerca di un angelo che arrivi
a portar un amor mai avuto
o di quel Dio che disse di amar
il prossimo come se stessi.
A CIRO
In un pomeriggio quasi estivo di Maggio,
ricco di color al cielo un urlo sal�,
un ragazzo disteso a terra
cercava con lo sguardo aiuto,
le sue mani poco prima calde
accarezzavano l'asfalto
il suo cuore battendo cos� forte
aveva permesso ad una lacrima
di accarezzargli il viso
che ore prime gioioso d'amore
ora lottava per vivere.
Ora son passati mesi poi saranno anni
ma qell'urlo non sar� dimenticato,
quella lacrima non si asciugher�,
quel cuore dal cielo
continuer� a battere le sue mani
non pi� sull'asfalto
ma per abbracciare il mondo.
A MIO PADRE
Nel vederti disteso sul letto,
col tuo viso intento a soffrire,
per un male grave a dir,
io inerme a pensar
perch� prima tanto vigore
e poi tanto dolore
questo � il voler giusto o sbagliato
per quale fine non c'� consentito sapere.
Uscito dal bianco dolore
visi diversi sorrisi e speranze
ma tu che hai vissuto come un re
aprendo a tutti e dando tutto
ti ricordi di un tempo lontano
la tua stessa sorte a tuo padre tocc�
poche speranze se non di pensare
l'unico amore che � in te.
Chiudi gli occhi chiedendo di lui
che tante gioie negli studi ti diede.
Cos� si spense in un triste Novembre
mio padre, un uomo buono,
che tutto diede e nulla chiese.
***
Una stella d�amore.
Ho visto nei tuoi occhi un desiderio d �amore,
tenuto nascosto nel profondo del cuore
ma una piccola luce vive ogni giorno di pi�
vorrei prenderla e portarla lass�
per farla diventare la tua stella d�amore.
***
Se dovessi scrivere il mio nome su una roccia,
avrei timore di rovinarla ,se dovessi scrivere
il mio nome sulla sabbia sarei felice
perch� dopo il mare la cancellerebbe.
ULISSE
Il lungo passo
nell'ombra della sera
dopo un lungo cammino
di un uomo solo
fra le rovine dei ricordi�
gli amici persi
e desideri smarriti
da una lunga assenza
dagli affetti cari�
nel silenzio della notte
un lungo abbaiare
di un amico vero (Argo)