Se volessimo ricostruire lo scenario in cui si
svolge l’azione potremmo immaginare il poeta seduto al camino in una
casa coperta di neve, mentre fuori lentamente cala la notte. Egli vuole
osservare e descrivere l’effetto che questo momento della giornata
provoca sulle gente, dal vecchio al bambino. Già nella scelta del luogo
scopriamo che Rilke è un poeta di raffinata e morbida dolcezza: egli
disegna con le parole un paesaggio invernale innevato, tipico di quei
paesi nordici che visitò durante la sua vita e che devono aver lasciato
un segno indelebile nella sua mente e nel suo cuore. Tutto sommato
ancora oggi i bambini sognano paesaggi innevati come un luogo di
divertimento e spensieratezza in cui si lasciano da parte gli affanni e
le fatiche. In questa serenità c’è posto per lo stare insieme in
famiglia: nella casa sono radunati vecchi e bambini e, guarda caso, non
compaiono lavoratori impegnati e indaffarati nelle loro attività.
Inoltre questa comunità domestica permette a Rilke di enfatizzare le
azioni della Sera: non è più un bambino solo ad accorgersi di lei, ma
una intera famiglia in un sentimento corale.
La Sera è ritratta come una signora che avanza
lentamente nel villaggio e, silenziosamente, cammina verso le finestre
ad ascoltare le conversazioni, furtiva e misteriosa come fosse un ladro:
Rilke sceglie di creare per lei una vera personalità fatta di curiosità,
lentezza, segretezza. Se avesse scritto queste stesse parole nell’Europa
meridionale senza menzionare il termine “sera” avrebbero potuto
facilmente scambiarla per la befana che, silenziosa, passa davanti ad
ogni porta. Ma la personalità della Sera fa sì che anche le persone
nelle case la trattino come una persona umana: tutto si ferma e tutti si
mettono in ascolto, percependo che qualcuno all’aperto li sta ascoltando
e preme per entrare. L’immagine finale è allo stesso tempo chiara e
poeticissima: la Sera ascolta curiosa la gente e la gente, sentendosi
osservata e desiderata, ascolta ciò che fa la Sera. Anche lei condivide
qualcosa con le persone, anche lei partecipa di un nucleo famigliare
riunito attorno al fuoco proprio perché è lei stessa ad avercelo unito.
Anche la misteriosa Sera è parte della comunità.
Il sentimento della gente che traspare da queste
parole è la quiete ed il riposo: siamo distanti anni luce da quel
dinamismo fortissimo dei personaggi del “Sabato del villaggio”
leopardiano. Là si avvicina la sera e tutto s’ accelera: la giovane
torna dalla campagna con fiori, le vecchie si ritrovano a far filò e a
raccontare storie, l’artigiano è indaffarato a concludere entro notte le
sue commissioni. Qua avviene il contrario: il lento calare della Sera è
come un freno che rallenta tutte le attività fino alla quiete ed al
silenzio. In Leopardi respiriamo i profumi, sentiamo i rumori e vediamo
nella nostra mente i colori della scena; in Rilke traspare solo il
bianco della neve, il freddo delle guance della Sera contro la finestra
ed un silenzio carico di attesa e di ascolto.
Infine l’altro protagonista è la gente rinchiusa
nelle case. L’atteggiamento di queste persone è a metà strada tra due
sentimenti contrari. Da un lato percepiscono lentamente l’arrivo della
Sera e la temono; ne temono il freddo che le temperature invernali dei
paesi nordici sanno portare. Dall’altro lato la riconoscono come una
vecchia amica che li accompagna sempre; ne ascoltano l’arrivo e, seppur
in silenzio, sanno cogliere questa sua ansia di partecipare al raduno
famigliare. In fondo sanno che la Sera invernale è solo passeggera e che
presto tornerà la bella stagione.(Fonti : http://www.ilritaglio.it/)