L葕QUIVOCO D'AMORE
L葕QUIVOCO D𡒶MORE
Siamo stati abituati per tanto tempo sia in campo cinematografico che in quello teatrale (e poi l𠿟bbiamo trasferito inconsciamente nella vita) a rappresentare 𢡠𨬓quivoco d𠿟more� come quella sorte d㠙ngarbugliata relazione affettiva in cui nessun attore (o solo qualcuno, il pi� sveglio o furbo) mostrava piena consapevolezza del ruolo che interpretava ma che per� aveva l𨬓ffetto di provocare uno stato d𠿟pparente ma visibile 弎enessere� (o sorriso?) a se stessi, alla coppia e alla relazione affettiva in generale fino a quando questo benessere - riso nel tempo non si tramutava nel suo opposto, 𧗽l malessere o il pianto�. Il nodo cruciale (che proveremo a sciogliere) sta nel fatto che vi � sempre, nella vita reale come in quella virtuale, 𠀾no che soffre e l𠿟ltro che ride, una che � felice e l𠿟ltra che � infelice, uno che ama ed � riamato e l𠿟ltro che ama e non � pagato con la stessa moneta� all㠙nterno di una relazione d𠿟more che � basata tutta sull𨬓quivoco e che regge fino a quando l𨬓quivoco non � svelato, o meglio, non si prende coscienza della struttura della relazione che pian piano esce fuori dopo essere nata e che solo allora potremmo chiamare relazione d𠿟more. Bisogna per� anche riconoscere che non sappiamo se la presa di coscienza dell𨬓quivoco (e dunque di ci� che ha sede nella propria interiorit� prima di essere portato fuori) apporta poi quel benessere alla relazione che nell𨬓quivoco trova la sua massima espressione e vitalit� oppure innesca uno scenario tutto nuovo cui non siamo abituati perch� in fondo impreparati a rappresentarlo nella nostra interiorit� prima e viverlo poi. Quello che dovremmo tenere a mente � che 𡞫i vita non ce n坿 una sola in quanto ognuno la vede a modo suo�.
Quale migliore scena possibile allora dovrebbe essere raffigurata e come dovrebbero muoversi su questa scena gli attori per poter dire 𦽳enza equivoci� che la relazione d𠿟more naviga nel pieno benessere? Assumiamo a scenario la societ� attuale e l侊ggi che proviamo a vivere nel migliore dei modi possibili. Certo, i tempi passano in fretta, le mode anche cambiano e non stanno mai ferme, si va avanti per errori e correzioni e soprattutto sembra che a dipingere la societ� attuale vi sia una mano occulta che traccia le linee di un percorso da seguire nel bene e nel male. Insomma la societ� attuale sembra essa stessa un 弌mbivalente equivoco� nel senso che rappresenta il bene da perseguire e il male da evitare in eguale misura ma attingendo molto alla 𡤧ommedia degli equivoci� in cui il 𩂈iso� dovrebbe concorrere in maniera sostanziale al benessere dell㠙ndividuo. Un riso stolto, fatuo, insignificante, sordo, insensato, inespressivo, piatto, aleggiante sulla scena della societ�, non pu� essere espressione di benessere bens� di 𢘫aledetto equivoco� che ancora l侊ggi al passato e lo proietta in un futuro apparentemente migliore. Ecco la societ� � troppo ancorata al passato e, paurosa per i possibili futuri cambiamenti, finge di adoperarsi per migliori prospettive mentre in realt� teme l㠙ndividuo e il suo contenuto fatto di creazioni intellettive infinite. Una societ� 𢘫aschilista� che finge di aprire le porte ad una societ� 𡜻emminista� e in realt� teme l㠙ntrusione e il sopravvento di questa ultima tanto che cerca di sopprimerne quelle sue insite qualit� creative che invece dovrebbe sempre di pi� 弌mare�. Un 婫quivoco sociale� che poi sistematicamente ricade sull㠙ndividuo.
In questa societ� equivoca dunque si muove l㠙ndividuo con il suo pensare e il suo emozionarsi, un individuo che pensa sempre pi� di avere il 𡞫iritto di condurre una vita soddisfacente in cui la differenza tra le aspirazioni e la realt� sia proprio minima�, un individuo che si vuol sentire 𠁆ivo e contento per ogni cosa che appaghi il suo corpo e la sua anima�. In una societ� equivoca possono vivere solo 𧗽ndividui equivoci�, individui incapaci di mantenere quella 懀enuta psichica� che occorre per reggere l㠙mpatto con la 懀empesta emotiva�, vale a dire quella condizione di disorientamento che si prova quando si � sopraffatti da una forte emozione (e qualunque relazione d𠿟more scatena forti emozioni). Accade allora che � la mente (una mente che vive formata dalla e nella societ� equivoca) o, meglio, la rappresentazione mentale dell𠿟more d侊gni individuo a proiettare la sua visione sulle emozioni tanto da discriminare tra quelle positive e quelle negative senza sapere che l𨬓motivit� appartiene ad un territorio fluido dove ogni stato d𠿟nimo si mescola ad un altro e i confini si ridisegnano di continuo. L𨬓quivoco pi� grande sta nel fatto che l㠙ndividuo � impreparato di fronte all𡒶more o, per meglio dire, ogni individuo sostiene 忛el viver e nell𠿟gir d𠿟more� quelle emozioni che scaturiscono dalla sua visione dell𠿟more creando in questo modo 婫quivoci� ancora pi� grandi di quelli contenuti nella societ�. Equivoci che finiscono poi per seminare aggressivit� e distruzione (perci� non fanno tanto ridere), il contrario in fondo di quello che si prefigge l𠿟more che insegue il benessere individuale e dell𠿟ltro relazionabile. Cos� vogliamo proprio una 𠁆ita e un amore senza equivoci?