L葕DUCAZIONE DEI 𡦖ENSIERI SELVATICI�
尞a cosa che pi� conta � avere te nella mia vita�, un vincolo d𠿟more che per� corre su un filo sottilissimo ma s㠙mmagina che niente e nessuno potr� mai spezzare. Eppure quanti vincoli d𠿟more oggi si rompono nel silenzio della coscienza o nel clamore dell㠙ncoscienza? Tutti sanno o fanno finta di sapere che soltanto l𠿟more unisce, soltanto l𠿟more colorisce la vita, soltanto l𠿟more rispetta l𠿟ltro, soltanto l𠿟more avvicina a Dio gi� in questa terra prima dell𠿟ltra, quella eterna, eppure assistiamo a continue separazioni e rotture di vincoli d𠿟more che forse in questi casi sono da considerarsi 𢖯resunti�. Gi�, l𠿟more eterno � una rarit�, forse non esiste sotto il cielo ma sopra le nuvole e perci� di continuo siamo immersi nel dilemma 𡞫ell𠿟mare o dell㠙llusione di amare e di essere amati�. 𡦖erch� dovrei mettermi in casa una persona estranea?� diceva Alberto Sordi a chi gli chiedeva del perch� non si fosse sposato e continuava 幞oi siamo estranei a noi stessi, figuriamoci conoscere un𠿟ltra persona, anche se ci vive accanto, in tutte le sue dinamiche psicologiche e comportamentali�. Forse � proprio cos�, forse, fino ad un certo punto. Certamente presupposto dell𠿟mare � la 𡤧onsapevolezza� di ci� che � in noi e la 𡤧onoscenza� necessaria per comprendere il significato del vivere nel bene e nel male. Volgiamo, per�, sistematicamente lo sguardo altrove, al di fuori di noi, all𠿟ltra persona. Allora finiamo il pi� delle volte per illuderci di conoscere la persona che ci sta accanto e non sappiamo se amiamo la persona che ci sta accanto o quella dentro di noi riflessa nell𠿟ltra.
In realt� in ogni amore ci sono almeno due esseri, ciascuno dei quali � la grande incognita nelle equazioni (vedi 尞葕quazione amorosa� del precedente numero) dell𠿟ltro ed � proprio la diversa cognizione (ammesso che ce ne sia una) dell𨬓quazione amorosa che s㠙ntende svolgere a determinare la sofferenza dell𠿟more prima e la rottura del vincolo d𠿟more poi. Accade che difficilmente ci chiediamo, quando intraprendiamo una relazione, 𡤧he cosa voglio da questa relazione?� e soprattutto 𢖾uale bisogno personale sono disposto a rinunciare per questa relazione?� in quanto si tende sempre pi� a 𡜻are� relazioni piuttosto che a 𠁆ivere� le relazioni. Un po� come si � soliti fare su 𡜻acebook�, ci teniamo tanto ad incrementare il numero degli amici e poi finiamo con il renderci conto che d𠿟mici veri non ne teniamo nemmeno uno. Una virtualit� che sfocia nella noia, tante maschere che camminano nel vuoto della solitudine, nell𠿟ffannosa ricerca di un volto reale che sappia stringere la mano e parlare d𠿟more. Eppure non ci accorgiamo che l𠿟more � dietro l𠿟ngolo, basta solo sporgere il capo e guardarlo. Il punto � che prima di guardarlo nell𠿟ltro � oltremodo necessario guardarlo in se stessi, in altre parole prima di avere una relazione con l𠿟ltro � ancora pi� importante averla con se stessi e non importa se nell侊sservarci vediamo 𧗽l doppio�.
Il 𡞫oppio� � rappresentato dalla visione (in questo caso sarebbe forse meglio dire 𡞫all𠿟scolto�) di quei 𢖯ensieri selvatici� che si pongono accanto ai 𢖯ensieri educati� e che 忛on si riescono ad acchiappare perch� non si riesce ad essere completamente aperti e non si permette loro di alloggiare nella mente per quanto ridicoli, per quanto fantastici siano e perci� non ci pu� essere la possibilit� di dare loro un侊cchiata�. Insomma 𧗽 pensieri selvatici� potrebbero aiutarci (e molto) nella costruzione delle relazioni solo se 𦽳i avesse la pazienza di osservarli con calma e aspettare che si sviluppino trattenendosi dall𠿟gire�. In questo modo 𢡠ibereremmo la mente dalla tirannia del fare� e saremmo catapultati in quello stato d𠿟ttesa che in fondo 𡤧i riconsegna inventiva ed apertura�. A questo punto qualcuno potrebbe provare ad immaginarsi 𧗽 propri pensieri selvatici� e forse la loro rappresentazione potrebbe fallire e allora proviamo noi a dare un㠙dentit� a questi pensieri. I pensieri selvatici vivono nel regno degli Istinti e hanno una caratteristica peculiare che non possiedono affatto i pensieri educati: 廍anno perfettamente che cosa � bene o male per noi�. Il fatto � che non siamo abituati ad ascoltarli o, meglio, tramutiamo in azione questi pensieri prima di ascoltarli e perci� come onda del mare che s㠙nfrange su uno scoglio cos� noi c㠙nfrangiamo sull𠿟ltro/a senza entrare nell𠿟ltro/a. Una corrosione continua della relazione.