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Agostino
nacque a Tagaste, nell�odierna Algeria, nel 354 d.C., egli intraprese studi di
retorica a Cartagine dove ebbe modo di studiare l�Hortensius
di Cicerone, che introdusse il giovane allo studio della filosofia,
infatti, non furono tanto le qualit� retoriche del grande scrittore latino a
colpire Agostino, quanto il contenuto filosofico dell�opera in particolare il
dispregio per le ricchezze terrene giudicate prive di valore e l�esaltazione
della sapientia, come vera fonte
di felicit�.
Decisivo fu l�incontro con la religione manichea ( in cui rimarr� per 9 anni),
che pone una prima risposta ad un problema fondamentale della filosofia
agostiniana: che cos�� il male, e perch� esso � presente nel mondo? La dottrina
di Mani con la contrapposizione di due regni ugualmente potenti, uno della luce
ed uno delle tenebre, fa capire che l�uomo non � altro che il teatro di una
guerra in corso tra due forze ugualmente potenti che prevalgono alternativamente
l�una sull�altra.
Il superamento della fase
manichea avverr� con il sospetto che la sapienza manichea non sia veramente tale
sul piano della natura le conoscenze di fisici e astronomi si mostravano pi�
fondate, e ad ogni obiezione il manicheismo rispondeva con un chiuso dogmatismo.
L�avvicinamento di Sant'Agostino a teorie scettiche sanc� il definitivo
abbandono della religione di Mani. In particolare Agostino. fu affascinato dalle
possibilit� antidogmatiche della sospensione del giudizio, del dubbio e della
negazione della conoscibilit� della verit�, ma non arriv� mai ad una scepsi
profonda, che anzi confuter� apertamente infatti l�indicibilit� della verit� �
fortemente in contraddizione con l�esigenza di verit� che lo anima, precludendo
all�uomo la sua aspirazione fondamentale. Ma la base delle argomentazioni
antiscettiche �, per Agostino, la certezza che l�uomo ha di se come soggetto
pensante e vivente (argomento ripreso in parte da Cartesio nel celebre
cogito, ergo sum), infatti, niente
pu� sminuire questa certezza che l�uomo ha di se, neppure nell�errore, poich�
anche se dovessi essermi ingannato esisto, perch� chi non � non pu� neppure
ingannarsi.
Il neoplatonismo e la �conversione�:
Il soggiorno a Milano, dove
Agostino si reca nel 384, segner� una svolta fondamentale sia sul piano
filosofico sia su quello esistenziale.
In questo periodo non pi� manicheo e non ancora cristiano si trova davanti a due
nodi particolari: da un lato il problema delle Sacre Scritture con il loro
ingenuo antropomorfismo, e dall�altro quello di una metafisica non
materialistica. Su entrambe le questioni risulter� decisivo l�incontro con
Ambrogio (Vescovo di Milano) e con la filosofia neoplatonica. Ambrogio propone
un interpretazione delle Scritture che utilizza la tradizione di lettura
allegorica elaborata dalla scuola alessandrina e da Origene. Ma nei sermoni di
Ambrogio si trova anche la tradizione neoplatonica (a Milano circolavano
traduzioni latine delle opere di Porfirio e Plotino). In particolare il vescovo
d'Ippona. si interessa all�antimaterialismo di Plotino , alla sua concezione
dell�Uno trascendente, alla visione gerarchica del mondo e al tema del ritorno
dell�anima all�Uno.
La filosofia antimaterialista rende possibile il superamento del materialismo,
l�impostazione del problema del male consente di svincolarsi definitivamente dal
manicheismo, infatti, A. impara che il male non � sostanza negativa ma
privazione, non � essere.
Infine, viene a conoscenza di un percorso di verit� che non si rivolge
all�esterno, ma all�interno, in cui
l�anima, nella luce di Dio ritrova in s�, se stessa e Dio, l�anima � il luogo di
incontro con la verit�.
Nella primavera del 387 A. ricever� il battesimo entrando a far parte della
chiesa Cattolica.
Il problema della conoscenza:
Per Agostino la vera conoscenza
� quella che porta alla propria anima e a Dio, la conoscenza del mondo esterno �
vista soltanto come una tappa di un percorso che conduce alla vera scienza
dell�anima e di Dio. Le teorie di Agostino in questo campo sono di evidente
stampo platonico, con l�anima luogo
d�incontro con la verit�, solo a partire da s�, infatti, l�uomo
pu� raggiungere il traguardo della verit�. L�itinerario che conduce alla
conoscenza di Dio va quindi dal mondo esterno, all�interiorit� dell�anima, alla
verit� trascendete (Dio). Ci� che spinge l�uomo ad intraprendere questo viaggio
� il desiderio di essere felice.
La felicit� per�, per essere autentica, non deve semplicemente appagare un
desiderio qualsiasi, ma occorre che il bene desiderato sia il pi� alto
possibile, cio� sia il vero bene.
Inoltre non bisogna limitarsi a desiderare di conoscere il bene,
bisogna anche fruirne, goderne, perci� la ricerca implica in modo decisivo la
volont�. La volont� non
solo produce le azioni ma � indispensabile nella conoscenza, infatti
per conoscere qualcosa devo volerlo,
ma si vuole solo ci� che si
ama, quindi il motore fondamentale della conoscenza agostiniana
� l�amore. Richiamando la teoria aristotelica dei luoghi naturali A. sostiene
che come il corpo tende verso il luogo che gli � proprio (la terra), cos�
l�amore fa volgere l�anima verso l�oggetto voluto e ritenuto buono. Senza amore
dunque, non vi � movimento, e non vi � conoscenza, ma senza amore buono (rivolto
ad un buon fine) non vi � felicit�.
La verit� non � posta dall�uomo, ma � da
esso scoperta nell�esercizio della ragione. Nell�esperienza che
un soggetto pensante (uomo) fa di s�, scopre di esistere e vivere. Essere,
vivere e conoscere sono dunque caratteristiche che l�uomo scopre come proprie
(con ci� si colloca gerarchicamente nel mondo, come altri esseri esiste o vive
ma � l�unico che conosce). La conoscenza
� attivit� dell�anima anche al livello della sensazione, che,
seppur ha luogo negli organi di senso, non riguarda il corpo, ma � un esperienza
che l�anima compie servendosi del corpo come tramite. Gli oggetti sensoriali
agiscono sui sensi, quest�affezione del corpo, per� non sfugge all�anima, la
quale �agisce�, traendo dall�interno di s� la rappresentazione dell�oggetto
detta sensazione. Quindi nella sensazione il corpo � passivo mentre l�anima �
attiva.
La sensazione per� non � che il pi� basso grado della conoscenza, infatti,
l�anima si mostra si rivela autonoma rispetto alle cose corporee, poich� le
�giudica� sulla base di criteri che non sono corporei, ma che hanno qualcosa di
pi� rispetto a quelli. Mentre, infatti, gli
oggetti corporei sono mutevoli e imperfetti, i
criteri dell�anima sono
immutabili e perfetti. Da dove,
dunque, sorgono questi criteri? Li produce l�anima stessa? La risposta �
sicuramente negativa, infatti, l�anima
pur superiore agli oggetti fisici
� mutevole, mentre i criteri
sono, come abbiamo detto, immutabili e perfetti. Perci� bisogna concludere che al
di sopra della mente umana vi � una
Legge che si chiama Verit�, e che l�intelletto la trova come
oggetto a lui superiore, e se da un lato con essa giudica, dall�altro da essa �
giudicato.
La Verit� che cogliamo con la nostra anima, � costituita dalle Idee, che come
per Platone sono le supreme realt� intelligibili, ma a differenza di Platone non
sono collegate alla teoria della reminescenza, ma all�illuminazione.
La reminescenza, che presuppone la preesistenza dell�anima, � esclusa dal
creazionismo Cristiano, quindi l�anima predisposta dal Creatore percepisce le
cose intelligibili in una luce speciale che da sola non pu� possedere. Cos� per
Agostino la vera filosofia coincide con la vera Religione, egli distingue,
infatti, tra la sapientia (intesa
come conoscenza delle cose divine), e la
scientia (intesa come conoscenza delle cose umane). La scienza
concepita autonomamente � vano curiosit� e allontana dalla conoscenza vera,
quindi la scienza � accettabile solo quando � rivolta alla fortificazione della
fede, finalizzata all�analisi della rivelazione. Il cristiano non muove dalla
superbia con la convinzione che si possa arrivare da soli alla verit�, ma fonda
il proprio pensiero sull�umilt� e sulla consapevolezza che la beatitudine (il
vero bene) non deriva dall�uomo ma � dono di Dio. La ragione senza fede, dunque
non pu� raggiungere la verit�.
Dio e la Trinit�:
Quando l�uomo ha raggiunto la
Verit� suprema ha raggiunto Dio? Per Agostino il termine verit� ha diversi
significati, ma quando � usato nella pi� alta accezione del termine coincide con
Dio, o meglio con la seconda persona della Trinit�. Per conseguenza la
dimostrazione dell�esistenza della Verit� coincide con la dimostrazione
dell�esistenza di Dio. Si passa quindi dall�esteriorit� delle cose,
all�interiorit� dell�animo umano, e quindi alla Verit� che qui � presente per
giungere al principio di ogni verit� che � Dio.
Agostino per� utilizza anche altri modi per provare l�esistenza di Dio, modi per
altro gi� noti hai filosofi greci, dai caratteri di perfezione del mondo si
risale al suo artefice che non pu� essere altro che perfetto. Un'altra prova �
il� consensus gentium�, dove il
potere di Dio � tale che non pu� rimanere nascosto alla creatura razionale. Una
terza prova � costituita dai diversi gradi di bene, attraverso i quali si risale
al vero Bene che � Dio, e Dio � amore, che bisogna amare come Bene supremo. L
�amore per il Bene riempie l�animo di felicit�, ma della felicit� si pu� godere
solo nell�altra vita, in questa possiamo averne solo una pallida immagine.
Essere, Verit� e Amore sono quindi gli
attributi essenziali di Dio. Dio �
il sommo essere immutabile che
ha creato tutte le cose dal nulla,
ad alcune ha dato natura pi� perfetta, ad altre meno, ma nessuna � perfetta come
Lui, cos� solo Dio pu� essere chiamato essenza. In ogni caso per il nostro
filosofo una definizione precisa di Dio non � possibile all�uomo, infatti, per
noi � pi� facile dire ci� che Egli non � di ci� che �.
Ma Dio � anche Trinit� (De Tritate,
opra pi� importante di Sant'Agostino insieme alle
Confessioni e al De
civitate Dei), in cui non si pu� considerare il Padre come superiore
alle altre persone, infatti Agostino intende la Trinit� come una essenza o
sostanza (che vengono usate come sinonimi) e tre persone. Si deve, dunque
considerare il Padre e il Figlio
e lo Spirito come inseparabili nell�essere, senza differenza
gerarchica o di funzioni o di generazione, ma vi � assoluta uguaglianza. L�unica
differenza � di relazione
(che non � accidentale perch� non � mutevole)
non di sostanza, infatti il Padre
ha il Figlio
ma non
� il Figlio, e il Figlio
ha il Padre
ma non � il Padre. Inoltre il Figlio
� da sempre e
non ha
mai cominciato ad esser Figlio, e
cos� il Padre.
Agostino. individua nella dottrina trinitaria una serie di analogie triadiche
nel creato, che passano ad essere da semplici tracce nelle cose e nel mondo a
vere e proprie immagini della Trinit�
nell�animo umano, vista come mente
che conosce e
ama, ma queste tre cose (mente,
conoscenza e amore) non sono che un'unica cosa (l�anima).
La creazione:
Il problema degli antichi di
come era derivato il molteplice dall�Uno, viene superato in Sant'Agostino grazie
alla creazione di genesi biblica. La creazione del mondo avviene dal nulla, non
dalla sostanza di Dio e non da qualcosa di preesistente. Per il vescovo d'Ippona
infatti, una realt� pu� derivare da un'altra in tre modi: 1) per generazione,
come un padre genera il figlio in cui la sostanza del figlio deriva da quella
del padre; 2) per fabbricazione, utilizzando una sostanza gi� presente (Demiurgo
Platonico e l�uomo quando produce oggetti); 3) per creazione dal nulla assoluto.
L�uomo sa generare e produrre, ma poich� � un essere finito non pu� creare. Dio
genera il figlio che come tale � identico al Padre (nella sostanza), Dio crea
il mondo dal nulla. Tra generazione e
creazione vi � un enorme differenza, infatti quest�ultima
presuppone il venire all�essere per
elargizione di essere da parte di chi crea di qualcosa che assolutamente non era.
Questo � un dono gratuito di Dio dovuto alla sua infinita potenza, ma anche alla
sua bont� e alla sua libera volont�.
Le Idee hanno un ruolo importante nella creazione, non sono come per Platone un
paradigma fuori e al di sopra della mente del Demiurgo sul quale questo modella
il mondo, ma sono i �Pensieri di Dio�. Dio infatti, non poteva ispirarsi per
creare il mondo a qualcosa fuori di s�, quindi le Idee sono la vera realt�
immutabile.
Dio per� non crea tutto l�essere de cosmo in maniera simultanea, ma riprendendo
la �teoria delle ragioni seminali� degli stoici, Agostino afferma che Dio mette
i germi di tutte le cose nel creato che poi si sviluppano in vario modo e
secondo diverse circostanze.
L�origine del male:
Dai platonici e contro i
manichei Agostino. apprende che il male � privazione di essere e non una
sostanza negativa. Il male viene visto come venir meno del bene, negativo,
pensabile come deficienza (la cecit� � in male, ma in quanto tale non esiste,
essa � infatti mancanza di vista intesa come incapacit� di vedere). Agostino
per�, si differenzia dai platonici perch� non concepisce la materia corporea
come male, anche se � la cosa pi� lontana da Dio � pur sempre qualcosa di creato
da Lui e perci� non pu� essere male. Da questo si evince che il male non esiste
poich� sarebbe assoluto non essere e ci� � assurdo. Il mondo � quindi ordinato e
unitario, e in quest�unit� di cui Dio � il fondamento si trova la molteplicit�
degli enti. Per il nostro filosofo il mondo � ordinato e tutte le cose sono
disposte nel giusto posto in modo da realizzare la perfezione della propria
natura. In tale schema anche i principi di corruzione e distruzione dei corpi
assumono un preciso significato.
Il peccato �, invece,
la violazione della legge naturale voluta da Dio. Il peccato � dato dalla
cattiva volont�, infatti la volont� dovrebbe tendere al sommo Bene, ma poich� vi
sono anche beni finiti spesso la volont� pu� tendere a questi. L�uomo, quindi,
fa il male quando sceglie un bene inferiore al posto di uno superiore, andando
contro la propria natura. Il peccato � un amore che non tiene conto del giusto
valore delle cose e allontana da Dio anzich� avvicinare a Lui, l�uomo cio�
rinuncia ad amare Dio per amare il piacere o il sapere fine a se stesso.
L�avere avuto da Dio la libera volont� (libero arbitrio) � un grande bene, il
male � il cattivo uso che se ne fa.
Il male fisico e le malattie hanno invece un preciso significato, sono la
conseguenza del peccato originale.
La grazia e il libero arbitrio:
La libert� per Agostino non � propria della ragione ma della volont�, cade cos� il vecchio dilemma socratico secondo cui non si pu� conoscere il bene e fare il male. Per il filosofo la ragione pu� conoscere il bene e la volont� pu� respingerlo. la volont� � legata alla ragione ma � una facolt� indipendente e autonoma, quindi se la ragione conosce la volont� sceglie e pu� scegliere anche l�irrazionale. Ma per Agostino l�arbitrio della volont� � veramente libero solo quando sceglie il bene, e questo era il dono originario dell�uomo, ma quando, dopo il peccato originale la volont� si � indebolita, l�ordine fissato da Dio si � infranto, e l�uomo non � pi� stato indipendente nella sua vita morale e non � in grado di ristabilire l�ordine perduto, cos� ha bisogno della grazia divina per raggiungere la salvezza. La grazia � un dono libero di Dio non una ricompensa dovuta per le buone azioni commesse (come sostenevano i pelagiani, che pensavano possibile la salvezza attraverso le opere), non procede in alcun modo dalla natura dell�uomo e viene da questi a Dio per i meriti di Ges� Cristo. Come abbiamo detto la vera libert� era scegliere il bene, e cio� fare buon uso del libero arbitrio, quindi solo la grazia � la condizione della libert�.
La citt� degli uomini e la citt� di Dio:
Nel De civitate Dei Agostino sconvolto dalla presa di Roma da pare dei goti del 410, elabora una sintesi storico-teologica di grande interesse. Il filosofo attribuisce al cristianesimo tutto ci� che di positivo vi � stato nella storia, ed imputa al paganesimo il male, la caduta e la corruzione. Il tema centrale dell�opera � la dottrina delle due citt�: l�una � la citt� degli uomini che vogliono vivere secondo la carne perseguendo il bene temporale (Roma-Babilonia), l�altra � quella degli uomini che vogliono vivere secondo la pace dello spirito aspirando alla beatitudine eterna (Gerusalemme). La storia delle due citt� attraversa tutta la storia umana fin dalle origini con Caino e Abele. Nel corso della storia le due citt� non sono nettamente distinguibili e sono solo rappresentate simbolicamente come Roma la citt� terrestre e Gerusalemme la citt� celeste. Gli abitanti della citt� della terra saranno separati per sempre da quelli della citt� del cielo,dannati da una parte beati dall�altra.
Il tempo:
Sant'Agostino interpretala storia come l�attuarsi nel tempo di un disegno provvidenziale concepito dalla mente divina. La storia � lo svolgersi nel tempo del conflitto fra le due citt�,e il progressivo affermarsi della citt� di Dio, che pellegrina nel mondo trionfer� in cielo. Appare cos� netta la distinzione tra vita terrena e vita celeste, tra l�instabilit� del tempo che muta e la pace quieta del �giorno senza sera� la felicit� si raggiunger� solo alla fine della storia stessa, infatti solo allora vi sar� la piena libert�, il libero arbitrio finale: l�impossibilit� di peccare. Creazione, peccato originale, incarnazione di Cristo, liberazione sono le tappe della storia dell�uomo. Ognuno di questi momenti si presenta come totalmente nuovo, unico e irripetibile rispetto a tutti gli altri, e cos� il tempo acquista una direzione univoca verso un senso finale e con un punto di partenza ben segnato nella creazione. La storia quindi comincia, si sviluppa e finisce in un disegno lineare.