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MADONNA, DIR VO VOGLIO
Madonna, dir vo voglio
Jacopo da Lentini
Madonna, dir vo voglio
como l’amor m’à priso,
inver’ lo grande orgoglio
che voi bella mostrate, e no m’aita.
5Oi lasso, lo meo core,
che ’n tante pene è miso
che vive quando more
per bene amare, e teneselo a vita.
Dunque mor’e viv’eo?
10No, ma lo core meo
more più spesso e forte
che no faria di morte – naturale,
per voi, donna, cui ama,
più che se stesso brama,
15e voi pur lo sdegnate:
amor, vostra mistate – vidi male.
Lo meo ’namoramento
non pò parire in detto,
ma sì com’eo lo sento
20cor no lo penseria né diria lingua;
e zo ch’eo dico è nente
inver’ ch’eo son distretto
tanto coralemente:
foc’aio al cor non credo mai si stingua;
25anzi si pur alluma:
perché non mi consuma?
La salamandra audivi
che ’nfra lo foco vivi – stando sana;
eo sì fo per long’uso,
30vivo ’n foc’amoroso
e non saccio ch’eo dica:
lo meo lavoro spica – e non ingrana.
Madonna, sì m’avene
ch’eo non posso avenire
35com’eo dicesse bene
la propia cosa ch’eo sento d’amore;
sì com’omo in prudito
lo cor mi fa sentire,
che già mai no ’nd’è quito
40mentre non pò toccar lo suo sentore.
Lo non-poter mi turba,
com’on che pinge e sturba,
e pure li dispiace
lo pingere che face, – e sé riprende,
45che non fa per natura
la propïa pintura;
e non è da blasmare
omo che cade in mare – a che s’aprende.
Lo vostr’amor che m’ave
50in mare tempestoso,
è sì como la nave
c’a la fortuna getta ogni pesanti,
e campan per lo getto
di loco periglioso;
55similemente eo getto
a voi, bella, li mei sospiri e pianti.
Che s’eo no li gittasse
parria che soffondasse,
e bene soffondara,
60lo cor tanto gravara – in suo disio;
che tanto frange a terra
tempesta, che s’aterra,
ed eo così rinfrango,
quando sospiro e piango – posar crio.
65 Assai mi son mostrato
a voi, donna spietata,
com’eo so’ innamorato,
ma crëio ch’e’ dispiaceria voi pinto.
Poi c’a me solo, lasso,
70cotal ventura è data,
perché no mi ’nde lasso?
Non posso, di tal guisa Amor m’à vinto.
Vorria c’or avenisse
che lo meo core ’scisse
75come ’ncarnato tutto,
e non facesse motto – a vo’, isdegnosa;
c’Amore a tal l’adusse
ca, se vipera i fusse,
natura perderia:
80a tal lo vederia, – fora pietosa.
PARAFRASI.
1.
Madonna, voglio parlarvi
Di come m’innamorai
E, a contrario, della grande indifferenza
Che dismostrate nei miei confronti, e come
l’amore non mi aiuti (= non mi sia un sostegno).
Ai, povero mio cuore
Che si è messo in una situazione tanto dolorosa
Che, perché ama veramente,
Vive quando muore, e considera vita questa
sua morte (= considera che questa morte sia vita).
Dunque muoio e vivo ?
No, ma il mio cuore
More più spesso e con maggior strazio
Che non farebbe di morte naturale,
Per voi, donna, che ama,
E desidera più di quanto non ami se stesso,
E voi in continuazione lo rifiutate con
disdegno (in modo altezzoso) :
Amore, per mia sventura incontrai la vostra
« amicizia » (= l’amore che provo per voi)
2.
Il mio amore
Non si può esprimere a parole,
E il mio cuore non sarebbe capace di concepirlo
e la mia lingua non saprebbe esprimerlo
Così come lo sento ;
Ciò che dico non è niente
Al confronto di quanto profondamente sono legato :
Il mio cuore arde di un fuoco che
non credo si spegnerà mai ;
Anzi continua ad ardere :
Perché non mi consuma ? (= non mi annienta)
Sentii dire che la salamandra vive nel fuoco illesa ;
E io faccio altrettanto per lunga abitudine,
Vivo nel fuoco d’amore
E non so cosa dico ;
Il mio frumento fa la spiga ma non mette chicchi.
3.
Madonna, mi accade
Di non poter riuscire
Ad esprimere bene
Quale sia precisament il mio sentimento ;
Il cuore mi fa sentire
Come l’uomo colto dal prurito,
Che non si quieta
finché non riesce a toccare la parte che prude
(« sentore » = la zona sensibile).
La mia incapacità (di descrivere il
mio sentimento) mi turba,
Come l’uomo che dipinge e cancella,
E a cui dispiace sempre
Il ritratto che fa, e che biasima se stesso,
Perché il suo dipinto
Non è identico al modello ;
E non è da biasimare
Ciò a cui si aggrappa l’uomo che cade in mare.
4.
L’amore che vi porto / L’amore di voi che mi trattiene
In un mare tempestoso
E’ come la nave
Che butta alla bufera ogni carico,
E con questa operazione si salvano i marinai
Da una situazione pericolosa ;
Allo stesso modo io getto
A voi bella i miei sospiri e i miei pianti.
Perché se non li gettassi,
Mi sembrerebbe di sprofondare,
E sprofonderei davvero,
Tanto peserebbe il mio cuore a causa del suo desiderio ;
Tanto si frange a terra
La tempesta, che s’indebolisce,
Ed io così mi frango :
Quando sospiro e piango, credo di trovar pace.
5.
Vi ho svelato,
Donna spietata,
Come sono innamorato,
Ma credo che vi dispiacerei anche solo dipinto.
Poiché solo a me, poveretto,
Tocca una simile ventura,
Perché non rinuncio ?
Non posso, a causa del modo
in cui l’amore mi ha vinto.
Vorrei che ora accadesse
Che il mio cuore uscisse dal mio corpo,
Come fatto persona,
E non vi facesse motto, donna sdegnosa ;
(Vorrei) che, se ci fosse una vipera,
(il mio cuore) l’adusse in tale stato
che perderebbe la sua naturale crudeltà :
verebbe il mio cuore ridotto in una condizione
tale che proverebbe pietà.
ALCUNE FIGURE RETORICHE
Prima stanza
Madonna : apostrofe
Vo voglio: allitterazione
Vive quando muore: antitesi
'mistate: aferesi
Seconda stanza
Foc'aio al cor: metafora
Alluma: francesismo
La salamandra audivi: similitudine implicita che si esplicita con "eo sì fo per long'uso"
Salamandra: si pensava fosse capace di resistere al fuoco e non bruciarsi
Terza stanza
sì com'omo in prudito: introduce una similitudine metaforica
com'on che pinge e sturba: introduce una similitudine metaforica
omo che cade in mare - a che s'aprende: implicita similitudine
Quarta stanza
è sì como la nave: introduce una similitudine metaforica
sospiri e pianti: dittologia
che tanto frange a terra tempesta: introduce una similitudine metaforica
Quinta stanza
Amor: personificazione, per la prima volta viene scritto con l'iniziale maiuscola
'scisse: aferesi