CALANDRINO E L'ELITROPIA di BOCCACCIO

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CALANDRINO E L�ELITROPIA

 

Nella citt� di Firenze, che � sempre stata ricca di tipi di ogni genere , visse un pittore chiamato Calandrino, un uomo semplice che stava quasi sempre con due altri pittori chiamato l�uno Bruno e l�atro Buffalmacco. Questi ultimi erano due tipi allegri, avveduti e pieni di astuzia, i quali stavano volentieri in compagnia di Calandrino perch� spesso si divertivano a spese della sua semplicit�. In quel tempo vi era anche, a Firenze, un giovane che riusciva in tutto quello che voleva, astuto e accorto, chiamato Maso il Saggio; il quale, sentendo parlare dell�ingenuit� del buon Calandrino, pens� di giocargli qualche tiro birbone o di fargli credere qualche assurdit�.

Trovatolo un giorno nella chiesa di San Giovanni, intento a osservare le pitture i rilievi del tabernacolo sopra l�altare, pens� che l�occasione era opportuna; e, messosi d�accordo con un amico, si avvicin� pian piano con lui a Calandrino facendo finta di non vederlo, e cominci� a parlare delle varie virt� delle pietre preziose, sicuro e preciso come se fosse stato un gioielliere.

Calandrino si mise ad ascoltare quei discorsi, e dopo un po�, vedendo che non parlavano in segreto, si un� a loro. Maso, che non attendeva altro, continu� a parlare tranquillo, e ben presto si sent� domandare da Calandrino dov�erano quelle pietre che possedevano tanta virt�.

- A Berlinzone, - rispose Maso, - terra dei Baschi, in una contrada che si chiama Bengodi, nella quale si legano le vigne con le salsicce e si ha un�oca con un quattrino e un papero per giunta. V�� l� una montagna tutta d formaggio parmigiano grattugiato, e sopra vi abitano genti che non fanno altro che preparare maccheroni e ravioli, cuocerli in brodo di capponi e gettarli gi�: chi ne piglia pi� ne ha. L� presso, poi, scorre un fiume di vernaccia, della migliore che mai si bevve, e senza un goccio d�acqua.

- Oh, - disse Calandrino, - � un bel paese, codesto. Ma dimmi un po�: dei capponi che cuociono che se fanno?

- Li mangiano i Baschi.

- E tu vi sei mai stato? � domand� Calandrino.

- Se vi son mai stato? � rispose Maso. � Vi sar� andato almeno mille volte.

- E quante miglia ci sono?

- Ce ne sar� pi� di millanta che tutta notte canta.

- Dunque � pi� lontano degli Abruzzi?

- Fa conto un po� pi� l�.

Il semplice Calandrino, nel vedere Maso dir quelle parole serio serio, ci credeva ciecamente.

- Per me � troppo lontano, - disse, - ma se fosse pi� vicino ci andrei volentieri una volta con te, se non altro per veder rotolare gi� quei maccheroni e farmene una scorpacciata. Ma dimmi, per favore, dalle nostre parti non ce n�� proprio nessuna di codeste pietre cos� piene di virt�.

- Si, - rispose Maso, - ce ne sono di due qualit� e molte preziose. Le prime sono i macigni di Settignano e di Montici, per le virt� dei quali si fa la farina dopo averli ridotti a macine; e per questo si dice che da Dio vengono le grazie e da Montici le macine. Ma di queste pietre noi ne abbiamo tante che sono poco apprezzate, cos� come presso i Baschi sono poco apprezzati gli smeraldi, dei quali hanno intere montagne grandi come monte Morello, e che rilucono anche a mezzanotte. Ma sappi che se tu facessi ad esempio incastonare una macina in un anello e la portassi al re di Turchia potresti averne tutto quello che vuoi. L�altra � una pietra che noi orefici chiamiamo elitropia, dotata di una virt� immensa perch� chi la porta addosso non � veduto da alcuno dove non �.

Calandrino, senza badare alle ultime parole, disse allora:

- Una gran virt� davvero. Ma questa seconda pietra dove si trova?

- Di solito, - rispose Maso, - si trova nel Mugnone.

E Calandrino:

- E quando � grande? Di che colore �?

- Di varie grossezze, quale pi� e quale meno. E il colore tende al nero.

Calandrino si fiss� bene in mente tutte queste cose e prese congedo da Maso con la scusa che aveva da fare; ma si propose di andare a cercare al pi� presto quella pietra insieme con Bruno e Buffalmacco che erano tanto suoi amici. Si mise dunque a cercarli per andare con loro a scovar quella pietra, e gir� cos� per tutta la mattina. Finalmente, verso mezzogiorno, si ricord� che lavoravano nel monastero delle suore di Faenza, e, sebbene facesse un gran caldo, and� da loro quasi di corsa e subito li fece chiamare.

- Amici miei, - disse, - se mi vorrete credere possiamo diventare gli uomini pi� ricchi di Firenze, perch� mi hanno detto un tale degno di fede che in Mugnone si trova una pietra che chi la porta non � veduto da alcuno. A parer mio dovremmo andare subito a cercala prima che qualche altro ci preceda. La troveremo di certo perch� so com�� fatta; e quando l�avremo trovata non avremo da fare altro che mettercela in tasca, e andare da qualche cambiavalute, che ha sempre le tavole piene di bei fiorini, e pigliare tutti quelli che vorremmo. Nessuno ci vedr�. Arricchiremo subito e non dovremo pi� imbrattar mura tutto il giorno coi nostri pennelli.

Bruno e Buffalmacco, a sentirlo, cominciarono a ridere entro di s� e, accordatisi con un�occhiata, fecero le viste di meravigliarsi e approvarono il progetto.

-E come si chiama, codesta pietra? � domand� Buffalmacco.

Calandrino, che aveva poco cervello e che si era gi� dimenticato il nome, rispose:

-Che c�importa del nome visto che conosciamo la virt�? Su, su, andiamo a cercarla.

-E come � fatta? � domand� Bruno.

-Ce n�� d�ogni maniera, ma son tutte quasi nere. A parer mio dobbiamo raccogliere tutte quelle che tendono al nero.

-Un momento, - disse Bruno. � A me par che Calandrino abbia ragione, ma questa non � l�ora adatta perch� il sole � alto e batte a picco sul Mugnone. Le pietre sono asciutte, e molte, che la mattina, quando sono ancora umide, appaiono nere, sembrano bianche. Inoltre oggi c�� per il Mugnone un mucchio di gente che, vedendoci, potrebbe indovinare quello che andiamo facendo e mettersi a cercare e magari trovar la pietra. E cos� avremmo perso il meglio per il peggio. A me pare che questa sia faccenda da far di mattina e in giorno di festa, quando non ci sar� nessuno.

Buffalmacco approv� quest�idea, e anche Calandrino. Decisero di andare a cercare tutti e tre la pietra la domenica prossima di buon mattino. Soprattutto Calandrino si raccomand� che non parlassero con persona viva perch� la cosa gli era stata confidata in gran segreto. E poi disse loro tutto quello che aveva udito della meravigliosa contrada di Bengodi, giurando e spergiurando che era proprio cos�. Partito che fu Calandrino, i due pittori concordarono quello che dovevano fare. Calandrino aspett� pieno di desiderio la domenica mattina; quando fu venuta, si lev� sul far del giorno, e, chiamati i compagni, uscirono per la porta di San Gallo e scesero nel Mugnone, dove si diedero a cercar la pietra. Calandrino, pi� volenteroso, andava avanti saltando qua e l�: come vedeva una pietra nera vi si gettava sopra, la raccoglieva e ne la metteva nella camicia.

I compagni gli andavano dietro e ne raccoglievano una ogni tanto, ma Calandrino dopo un poco ne aveva piena tutta la camicia. Allora si rialz� i lembi del gonnellino fissandoseli alla cintura a modo di grembiale, ed emp� anche quello; ed infine si riemp� anche il mantello. Buffalmacco e Bruno, vedendo che Calandrino era ormai carico e che l�ora di desinare si avvicinava, seguirono il pisano concertato e Bruno disse a Buffalmacco:

-Dove � andato Calandrino?

Buffalmacco, che se lo vedeva vicino, cominci� a guardare in qua e in l� e rispose:

-Non so davvero: un momento fa era qui davanti a noi.

-Sar� � disse Bruno, - ma per me son sicuro che a quest�ora � tornato a casa a desinare e ci ha lasciato qui a cercar come pazzi pietre nere per il Mugnone.

-O come ha fatto a burlarci a questo modo e a lasciarci qui, dopo che siamo stati cos� schiocchi da credergli? � disse Buffalmacco. � Guarda un po�! nessuno fuor che noi sarebbe stato cos� grullo da credere che nel Mugnone si possa trovare una pietra di tale virt�.

Calandrino, a sentir questo, si immagin� che quella pietra gli fosse venuta nelle mani e che, per sua virt�, gli amici non lo vedessero. Tutto felice pens� di andarsene a casa senza dir nulla e torn� zitto zitto sui suoi passi. Allora Buffalmacco disse a Bruno:

-B�, che facciamo? Perch� non ce ne torniamo?

-Andiamocene, - disse Bruno, - ma giuro che questa � l�ultima che ci fa. E, se mi fosse vicino come dianzi gli scaglierei questo ciottolo negli stinchi che si ricorderebbe per un mese dello scherzo che ci ha giocato.

E il dir cos�, il prender la mira e il gettare il sasso negli stinchi di Calandrino fu tutt�uno. Calandrino tir� e cominci� a soffiare dal dolore, ma rimase zitto e tir� avanti zoppicando. Buffalmacco prese allora una delle pietre che aveva raccolte e disse a sua volta:

-Guarda che bel sasso: cos� potesse arrivare nelle reni di Calandrino.

E glielo tir� difatti nella schiena. Insomma, ora con una parola ora con un�altra, lo andarono lapidando per tutto il corso del Mugnone fino a porta San Gallo. Giunti qui, gettarono a terra le pietre che avevano raccolte e si misero a chiacchierare con i gabellieri, i quali, avvertiti da loro della burla, fecero vista di non vedere e lasciarono passare Calandrino divertendosi un mondo. Cos� Calandrino arriv� a casa sua, che era vicina al Canto alla Macina, e la beffa fu particolarmente fortunata perch� per tutto il tratto nessuno bad� a lui n� gli disse nulla. Era ora di desinare e le strade erano deserte; i pochi che passavano tiravano via senza fermarsi perch� sapevano di essere aspettati a tavola. Calandrino entr� carico in casa e trov� monna Tessa, sua moglie, in cima alla scala, tutta indispettita per la sua assenza. Come lo vide arrivare cominci� a gridare:

-Non c�� pericolo che il diavolo ti riporti a casa all�ora giusta. Tutti hanno gi� desinato e tu arrivi adesso.

Calandrino, a sentir queste parole e accorgendosi di essere stato veduto, fu pieno di dolore e di rabbia.

-Maledetta donna, tu m� hai rovinato, - cominci� a dire. � Ma me la pagherai.

Entr� nella stanza, scaric� le pietre, corse infuriato contro la moglie, la prese per le trecce, la gett� a terra e cominci� a tirar pugni e calci senza badare alle sue proteste. Buffalmacco e Bruno che, dopo aver riso un bel po� con i gabellieri, avevano seguito Calandrino di lontano, sentirono tutto quel tramestio e chiamarono l�amico Calandrino. Tutto sudato, rosso in volto e col fiato grosso, venne alla finestra e li preg� di salire. Essi andarono su alquanto turbati e videro la sala piena di pietre e, in un angolo, la donna scapigliata, stracciata e livida che piangeva, mentre, in un altro angolo, Calandrino ansava senza fiato e si lasciava cadere su una sedia.

-O Calandrino � dissero, - vuoi forse tirar su un muro con tutte codeste pietre? E monna Tessa che ha? Par che tu l�abbia picchiata. Che storie son queste?

Calandrino, affranto dal peso delle pietre, dalla rabbia con cui aveva picchiato sua moglie e dal dolore della fortuna perduta, non riusciva a rispondere. Allora Buffalmacco incalz�:

-Calandrino, non dovevi prenderci in giro a questo modo, portandoci a cercare una pietra preziosa e lasciandoci poi come due scemi in mezzo al Mugnone. Questa non te la perdoniamo e ti giuro che � l�ultima che ci fai.

-Amici miei, - disse Calandrino, - non vi arrabbiate perch� non � andata cos�. Avevo trovato quella pietra, sventurato me! E ve lo provo: quando cominciaste a chiedere di me, io v�ero vicino a meno di dieci braccia e, vedendo che non mi vedevate, ho pensato di precedervi verso casa.

E raccont� loro dal principio alla fine tutto quello che avevano detto e fatto, mostrando i lividi delle loro sassate sulle gambe e sulla schiena. Poi continu�:

-Quando arrivai alle porte della citt�, i gabellieri non mi dissero nulla, eppure voi sapete che quei guardiani vogliono sempre vedere ogni cosa. E inoltre ho trovato per strada degli amici e dei parenti e nessuno mi ha detto una sola parola perch� non mi vedevano. Alla fine arrivo a casa e questa maledetta donna mi vede subito, perch�, come sapete, le femmine fanno perdere la virt� a ogni cosa. Ed ecco che io, che mi potevo dire l�uomo pi� fortunato di Firenze, son diventato il pi� sventurato!

Ripreso dall�ira, voleva tornare a battere la disgraziata moglie, ma Bruno e Buffalmacco, vedendolo levarsi furioso, gli andarono incontro e lo trattennero dicendo che la donna non aveva alcuna colpa e che lui, piuttosto, sapendo che le donne fanno perdere le virt� alle cose, doveva dirle di non comparirgli davanti per quel giorno. E certo Dio aveva voluto cos� per punirlo che egli avesse cercato di ingannare i suoi compagni, celando loro di aver trovato la pietra. E dopo aver detto molte altre parole, riuscirono a fatica a riconciliarlo con la dolente moglie, dopo di che se ne andarono lasciandolo malinconico e con la casa piena di pietre.

 

RIASSUNTI

A Firenze, un "dipintore" chiamato Calandrino ha per amici altri due "dipintori": Bruno e Buffalmacco, uomini molto pi� furbi di lui e che spesso lo prendevano in giro approfittando della sua stupidit�.

Trovandolo nella chiesa di S. Giovanni ad osservare il Tabernacolo coinvolgono in un crudele scherzo. Maso, un altro amico, illustra a Calandrino le virt� delle pietre preziose che si trovavano in terre lontane come la famosa terra di Bengodi nella quale si legavano le vigne con le salsicce e vi era una montagna di formaggio parmigiano grattugiato sopra la quale vi erano persone che cuocevano maccheroni in brodo di cappone e li buttavano gi�. In questo paese vi era ovviamente un fiume di vernaccia.

Molto interessato Calandrino chiede dove fosse tale paese. La risposta di Maso conferma i dubbi dell�uomo: � lontano pi� di "millanta" miglia, "pi� l� che Abruzzi".

Comunque pietre preziose si trovano anche vicino la citt�: nel Mugnone. Fra queste pietre vi � l�elitropia, la pietra che dona l�invisibilit�.

Alle tre del pomeriggio ("ora della nona") Calandrino propone a Bruno e Buffalmacco di cercare la famosa pietra (nera) che avrebbe dato loro la ricchezza. Concordano di andare al Mugnone la domenica mattina.

Arrivati sul posto Calandrino raccoglie tutte le pietre nere che trova e, verso l�ora di pranzo, � cos� carico di pietre che quasi non ce la fa pi� a camminare.

I due amici iniziano a fingere di non vederlo e Calandrino non parla per non far scoprire loro di aver trovato la pietra che dona l�invisibilit�.

Lo prendono anche a sassate.

Il colmo della beffa: mentre Calandrino torna in citt� nessuno lo saluta, quindi egli non ha dubbi circa la sua invisibilit�.

Arrivato a casa Monna Tessa, la moglie, lo rimprovera perch� ha fatto tardi per il pranzo. Calandrino picchia la moglie. Spiegher� agli amici di essere molto sfortunato: aveva trovato l�elitropia ma sua moglie ne aveva annullato la virt� perch� le donne, � risaputo, fanno perdere la virt� a tutte le cose.

 

***

 

Calandrino, Bruno e Buffalmacco sono tre pittori. Bruno e Bruffalmacco per fare uno scherzo a Calandrino gli parlano di una pietra chiamata elitropia che dona l'invisibilit�, che si trova nel paese di Bengodi ma anche nel Mugnone, vicino al paese dove i tre abitano; Calandrino ci crede e convince gli altri due ad andare a cercarla. Arrivati sul posto Calandrino raccoglie tutte le pietre nere che trova ed � cos� carico di pietre che quasi non ce la fa pi� a camminare. Bruno e Buffalmacco iniziano a fingere di non vederlo e Calandrino non parla per non far scoprire loro di aver trovato la pietra che dona l�invisibilit�; lo prendono anche a sassate e quando tornano in paese nessuno saluta Calandrino, che cos� continua ingenuamente a credere di essere invisibile. Arrivato a casa Monna Tessa, la moglie, lo rimprovera perch� ha fatto tardi per il pranzo, e Calandrino la picchia. Spiegher� agli amici di essere molto sfortunato: aveva trovato l�elitropia ma sua moglie ne aveva annullato la virt� perch� le donne, � risaputo, fanno perdere la virt� a tutte le cose.

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