|
CECCO ANGIOLIERI |
|
|
|
I BUONI PARENTI, DICA CHI DIR VUOLE |
|
* |
|
|
|
I buon parenti, dica chi dir vuole, a chi ne può aver, sono i fiorini: quei son fratei carnali e ver cugini, e padre e madre, figliuoli e figliuole. 5Quei son parenti, che nessun sen dole, bei vestimenti, cavalli e ronzini: per cui t’inchinan franceschi e latini, baroni, cavalier, dottor di scuole. Quei ti fanno star chiaro e pien d’ardire, 10e venir fatti tutti i tuoi talenti, che si pon far nel mondo né seguire. Però non dica l’uomo: – I’ ho parenti – ché s’e’ non ha denari, e’ può ben dire: -o nacqui come fungo a’ tuoni e venti!
Spiegazione e parafrasi Per il poeta, i migliori parenti sono “i fiorini” (i soldi), che valgono come tutti i “fratei”, “cugini” ecc. messi assieme. Nessuno “sen dole” (se ne duole di parenti simili), afferma Cecco, anzi, essi ti permettono di vestirti bene, di possedere cavalli e scudieri e persino i nobili (“franceschi e latini” e “baroni, cavalier”) si inchinano quando tu passi. È dunque l’elogio della ricchezza che il poeta comico fa: se nasci senza soldi (“s’e’ non ha denari”) sei come un fungo sotto i “tuoni e i venti”!
I buon parenti, ognuno dica ciò che vuole, son solo i fiorini (la moneta era in voga a Firenze) che sono i veri fratelli carnali, i veri cugini e padri, madri e figli.
Quelli sono parenti, e nessun ci rimanga male, che fanno sì che tu possa avere vestiti e cavalli o ronzini e che ti elevano a nobile rango.
Quelli ti permettono d'esser lucido e pieno di coraggio e che esaudiscono ogni desiderio che puoi cercare al mondo.
Quindi che nessun dica: io li ho i parenti, poiché senza soldi, potrai affermare: son nato come un fungo esposto alle intemperie!
|
|
|
|