HOME PAGE DIDATTICA SCUOLA POESIE 200-900 COMMENTI POESIE FAMOSE LETTERATURA
O CORPO ENFRACEDATO O corpo enfracedato Jacopone da Todi �O corpo enfracedato, eo so' l'alma dolente; l�vati emmantenente, c� si meco dannato. L'�gnelo sta a trombare (voce de gran pagura!), �po nn'� a ppresentare senza nulla demora. St�vime a ppredecare, ch'e' no n'avissi pagura; male te crisi allora, quando fic'el peccato�. �Or �i tu, l'alma mia cortese e conoscente? Po' che 'n t'andasti via retornai a neiente. Famme tal compagnia ch'eo non sia s� dolente! Veio terrebel gente cun volto esvaliato�. �Queste so' le demonia, cun chi t'�p'� <a> avetare; non te p�' far istoria que t'opor� a portare; non me 'n trovo en memoria de poterlo ennarrare; se ententa fuss'el mare, i� non 'n sir�a pontato!�. �Non ce p�' mo venire, ch� so' en tanta afrantura ch'eo sto su nel morire, sento[ce] la morte dura. S� facisti al partire, rumpisti onne iontura; recata �i tal fortura c'onn'osso m'�' spezzato�. �Como da t�ne a mmene f�se apicciato amore, simo reiunti en pene con eternal sciamore; l'ossa contra le vene, nerba contra ionture, 'sciordenat'onne umore de lo primero stato�. �Unquanque Galieno, Avicenna, Ypocrate non s�pper lo conveno de me' infirmitate; tutte ensemor [ ...eno ] e ss�mese adirate, sento tal tempestate ch'e' non vorr�a esser nato�. �Levat'emmaledetto, c� non p�i plu morare; ne la fronte n'� scripto tutto nostro peccare; quel che, 'n ascus' �l letto, volavamo operare, opor�sse mustrare, vigente onn'om ch'� nato�. �Chi � questo gran scire, rege de grann'altura? So' tterra vorr�a gire, tal me mette paiura. Ove porr�a fugire da la sua faccia dura? Terra, fa copretura, ch'e' no 'l veia adirato�. �Questo � Ies� Cristo; lo Figliolo de Dio. Vedenno el volto tristo, 'splaceli el fatto mio. Potemmo fare aquisto d'aver lo renno sio! Malvascio corpo e rio, or que avem guadagnato!�. ANALISI DEL TESTO O CORPO ENFRACEDATO (Iacopone da Todi) Una tra le pi� famose laudi scritte da Iacopone da Todi fu
senz�altro �O Corpo Enfracedato�. Questa tipologia testuale, che raggiunge il massimo della
propria diffusione orale nel corso del 1260, � caratterizzata principalmente da
lodi rivolte alla Madonna, a Cristo e ai Santi. Lo schema metrico utilizzato per questi inni era la canzone
a ballo o ballata, un metro tipico popolare, rappresentante il passaggio ad una
forma letteraria pi� complessa. In seguito, quando diventer� una vera e propria
lauda �drammatica�, avr� un ruolo anche nel teatro. Nel dialogo analizzato � narrata la storia dell�anima dello
scrittore, che dopo la morte si trova a dovere rendere conto delle azioni
compiute durante la propria vita. L�intero testo non � altro che uno scambio di
battute fra Iacopone da Todi, spaventato dalle orribili visioni che vede
guardandosi attorno, fra cui la pi� spaventosa � quella dei demoni che lo
circondano, ma anche intimidito al cospetto di Ges�, raffigurato come un signore
di grande altezza, dallo sguardo severo e arrabbiato. Le risposte dell�anima sono tutt�altro che liete e
rassicuranti (�levati emmantemente, c� si meco dannato), quasi fosse una seconda
persona innocente che si vede trascinata in un baratro da un essere colpevole.
Ella ricorda in continuazione allo stesso protagonista i peccati compiuti
durante la vita terrena, che ora dovr� pagare a caro prezzo. All�interno del
testo, l�autore insiste su immagini macabre e terrificanti: la prima di esse si
trova al verso numero 20; qui Iacopone viene a contatto con orribili persone dal
volto sfigurato, con le quali l�autore dovr� convivere per l�eternit�, per
espiare i peccati commessi durante tutta la sua vita. Un�altra raffigurazione
terrificante pi� per il significato che per l�aspetto � quella di Cristo, il cui
sguardo duro, tanto che lo scrittore vorrebbe sprofondare sotto terra,
rappresenta il modo di vivere sbagliato che l�ha condotto all�inferno anzich�
nel regno dei cieli. Tali immagini di per s� orribili hanno come significato il
distaccamento dell�anima dal corpo, descritto da Iacopone da Todi quasi come la
separazione di due esseri distinti, dei quali sembra addirittura che uno agisca
contro l�altro, e i cui peccati vengono scritti sulla fronte e giudicati da
Cristo, che compare alla fine della lauda come un signore su un trono. E proprio in questo momento l�anima stessa rimpiange un
errore molto grave commesso nella vita terrena dall�autore, e che avrebbe potuto
salvarli entrambi dal peggiore destino che sarebbe mai potuto capitare a
qualsivoglia persona: non avere vissuto in modo spiritualmente giusto per
entrare nel suo regno. La visione dell�uomo da parte di Iacopone da Todi, messa in
evidenza dall�analisi del testo �O Corpo Enfracedato�, non coincide con quella
di Francesco D�Assisi, pur inserendosi anch�egli nel solco della tradizione
francescana. Il primo, difatti, non vive pi� il rapporto fiducioso e ottimistico
con la natura che caratterizza quest�ultimo. La sua opposizione contro la
ricchezza ed il potere � tragica e sfiduciata, al contrario di quella di San
Francesco, che era riuscito a trovare un rapporto sereno con l�uomo riconciliato
alla natura. Il suo equilibrio risulta impossibile per Iacopone da Todi, che
riprende dalla sua dottrina gli aspetti maggiormente polemici, senza alcunch� di
positivo, come era stata per il primo la conversione.