JACOPONE DA TODI


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O CORPO ENFRACEDATO


 

O corpo enfracedato

Jacopone da Todi

 

�O corpo enfracedato,

eo so' l'alma dolente;

l�vati emmantenente,

c� si meco dannato.

L'�gnelo sta a trombare

(voce de gran pagura!),

�po nn'� a ppresentare

senza nulla demora.

St�vime a ppredecare,

ch'e' no n'avissi pagura;

male te crisi allora,

quando fic'el peccato�.

�Or �i tu, l'alma mia

cortese e conoscente?

Po' che 'n t'andasti via

retornai a neiente.

Famme tal compagnia

ch'eo non sia s� dolente!

Veio terrebel gente

cun volto esvaliato�.

�Queste so' le demonia,

cun chi t'�p'� <a> avetare;

non te p�' far istoria

que t'opor� a portare;

non me 'n trovo en memoria

de poterlo ennarrare;

se ententa fuss'el mare,

i� non 'n sir�a pontato!�.

�Non ce p�' mo venire,

ch� so' en tanta afrantura

ch'eo sto su nel morire,

sento[ce] la morte dura.

S� facisti al partire,

rumpisti onne iontura;

recata �i tal fortura

c'onn'osso m'�' spezzato�.

�Como da t�ne a mmene

f�se apicciato amore,

simo reiunti en pene

con eternal sciamore;

l'ossa contra le vene,

nerba contra ionture,

'sciordenat'onne umore

de lo primero stato�.

�Unquanque Galieno,

Avicenna, Ypocrate

non s�pper lo conveno

de me' infirmitate;

tutte ensemor [ ...eno ]

e ss�mese adirate,

sento tal tempestate

ch'e' non vorr�a esser nato�.

�Levat'emmaledetto,

c� non p�i plu morare;

ne la fronte n'� scripto

tutto nostro peccare;

quel che, 'n ascus' �l letto,

volavamo operare,

opor�sse mustrare,

vigente onn'om ch'� nato�.

�Chi � questo gran scire,

rege de grann'altura?

So' tterra vorr�a gire,

tal me mette paiura.

Ove porr�a fugire

da la sua faccia dura?

Terra, fa copretura,

ch'e' no 'l veia adirato�.

�Questo � Ies� Cristo;

lo Figliolo de Dio.

Vedenno el volto tristo,

'splaceli el fatto mio.

Potemmo fare aquisto

d'aver lo renno sio!

Malvascio corpo e rio,

or que avem guadagnato!�.

 

 

 

ANALISI DEL TESTO

 

O CORPO ENFRACEDATO (Iacopone da Todi)

 

Una tra le pi� famose laudi scritte da Iacopone da Todi fu senz�altro �O Corpo Enfracedato�.

Questa tipologia testuale, che raggiunge il massimo della propria diffusione orale nel corso del 1260, � caratterizzata principalmente da lodi rivolte alla Madonna, a Cristo e ai Santi.

Lo schema metrico utilizzato per questi inni era la canzone a ballo o ballata, un metro tipico popolare, rappresentante il passaggio ad una forma letteraria pi� complessa. In seguito, quando diventer� una vera e propria lauda �drammatica�, avr� un ruolo anche nel teatro.

Nel dialogo analizzato � narrata la storia dell�anima dello scrittore, che dopo la morte si trova a dovere rendere conto delle azioni compiute durante la propria vita. L�intero testo non � altro che uno scambio di battute fra Iacopone da Todi, spaventato dalle orribili visioni che vede guardandosi attorno, fra cui la pi� spaventosa � quella dei demoni che lo circondano, ma anche intimidito al cospetto di Ges�, raffigurato come un signore di grande altezza, dallo sguardo severo e arrabbiato.

Le risposte dell�anima sono tutt�altro che liete e rassicuranti (�levati emmantemente, c� si meco dannato), quasi fosse una seconda persona innocente che si vede trascinata in un baratro da un essere colpevole. Ella ricorda in continuazione allo stesso protagonista i peccati compiuti durante la vita terrena, che ora dovr� pagare a caro prezzo. All�interno del testo, l�autore insiste su immagini macabre e terrificanti: la prima di esse si trova al verso numero 20; qui Iacopone viene a contatto con orribili persone dal volto sfigurato, con le quali l�autore dovr� convivere per l�eternit�, per espiare i peccati commessi durante tutta la sua vita. Un�altra raffigurazione terrificante pi� per il significato che per l�aspetto � quella di Cristo, il cui sguardo duro, tanto che lo scrittore vorrebbe sprofondare sotto terra, rappresenta il modo di vivere sbagliato che l�ha condotto all�inferno anzich� nel regno dei cieli. Tali immagini di per s� orribili hanno come significato il distaccamento dell�anima dal corpo, descritto da Iacopone da Todi quasi come la separazione di due esseri distinti, dei quali sembra addirittura che uno agisca contro l�altro, e i cui peccati vengono scritti sulla fronte e giudicati da Cristo, che compare alla fine della lauda come un signore su un trono.

E proprio in questo momento l�anima stessa rimpiange un errore molto grave commesso nella vita terrena dall�autore, e che avrebbe potuto salvarli entrambi dal peggiore destino che sarebbe mai potuto capitare a qualsivoglia persona: non avere vissuto in modo spiritualmente giusto per entrare nel suo regno.

La visione dell�uomo da parte di Iacopone da Todi, messa in evidenza dall�analisi del testo �O Corpo Enfracedato�, non coincide con quella di Francesco D�Assisi, pur inserendosi anch�egli nel solco della tradizione francescana. Il primo, difatti, non vive pi� il rapporto fiducioso e ottimistico con la natura che caratterizza quest�ultimo. La sua opposizione contro la ricchezza ed il potere � tragica e sfiduciata, al contrario di quella di San Francesco, che era riuscito a trovare un rapporto sereno con l�uomo riconciliato alla natura. Il suo equilibrio risulta impossibile per Iacopone da Todi, che riprende dalla sua dottrina gli aspetti maggiormente polemici, senza alcunch� di positivo, come era stata per il primo la conversione.


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