PERCHE’ ANDARE DALLO PSICOLOGO INFANTILE
La decisione di consultare uno psicologo dell’infanzia spesso è molto sofferta
dai genitori e talvolta si arriva alla consultazione quando la situazione del
bambino è molto critica, quando il disagio psicosomatico è incontenibile oppure
quando la manifestazione comportamentale della sofferenza diventa un problema
scolastico che le insegnanti non riescono più a gestire.
Ma nel corso dello sviluppo le situazioni critiche che possono creare degli
ostacoli ad una crescita armonica e serena possono essere molteplici come
molteplici sono le manifestazioni sintomatiche spesso trascurate.
Può succedere ad esempio che un bambino rifiuti il cibo o che accetti solo pochi
alimenti selezionati, che mangi con voracità o che impieghi tempi biblici per
finire.
Il bambino può avere difficoltà nel dormire da solo oppure può avere frequenti
risvegli notturni caratterizzati da ansia o può far fatica ad addormentarsi.
Alcuni bambini possono essere eccessivamente oppositivi ed assumere continui
comportamenti di sfida, possono non rispettare le regole o stremare il genitore
al punto che gli venga concessa la totale autonomia di azione.
A scuola possono manifestarsi problemi di ordine caratteriale che spaziano dalle
difficoltà di socializzazione, alla mancanza di attenzione, iperattività, calo
del rendimento, somatizzazioni di diversa natura (mal di pancia, di testa…),
rifiuto della scuola.
Il bambino può attraversare periodi di tristezza eccessiva, di eccessiva
irritabilità, di chiusura.
Questi e altri comportamenti del bambino sono sempre il segnale di un malessere
interno. I bambini fanno fatica ad esprimere quello che sentono, spesso non sono
consapevoli della consequenzialità degli stati emotivi a eventi della vita,
talvolta viene meno l’autostima per problemi di ordine educativo ma anche
ambientale.
Queste diverse forme di sofferenza psichica infantile possono compromettere la
possibilità di una crescita armoniosa e serena e le potenzialità di sviluppo
cognitivo-emotivo del bambino.
Un bambino può essere consapevole del suo stare male ma spesso si può sentire
inadeguato, cattivo, non all’altezza andando ad alimentare i comportamenti che
esprimono la sua sofferenza emotiva. Dal momento che un bambino non è in grado
da solo di cercare aiuto, il compito di farlo spetta ai genitori e agli adulti
di riferimento (insegnanti, educatori, parenti, amici di famiglia).
Una volta chiesta la consulenza lo psicologo valuterà la situazione a partire da
un colloquio con i familiari e da un’osservazione del bambino; dopo un’attenta
valutazione diagnostica della problematica presentata, il percorso che verrà
proposto vedrà sicuramente coinvolte le figure genitoriali al fine fortificarne
le competenze educative e la capacità di cogliere e comprendere i bisogni
particolari e il disagio del proprio bambino, e in taluni casi la scuola e gli
educatori di riferimento.
Il bambino durante le sedute di psicoterapia troverà invece uno spazio per
esprimere ed elaborare il suo disagio trovando delle modalità migliori di
affrontare le situazioni problematiche.
Nel caso di adolescenti, considerate le necessità di autonomia e “svincolo”
dalle figure genitoriali, tipiche di questa età, il percorso di cura e sostegno
sarà prevalentemente incentrato sul ragazzo.
Affinché bambini e ragazzi possano continuare a fidarsi dei propri genitori e
imparino a credere in sé stessi, è necessario che si sentano amati per quello
che sono, valorizzati per le loro doti più che criticati per i difetti, compresi
e rispettati nella propria individualità così come hanno bisogno di sentire che
c’è una guida educativa coerente e sicura che sa porre limiti e regole in
maniera adeguata.