LA DONNA IN VERGA
LA DONNA IN VERGA
La donna, appare in alcuni romanzi giovanili di Verga, come una donna fatale:
- 1872 "Eva": Eva � una ballerina del Teatro "La Pergola" di Milano e fa
innamorare follemente il pittore catanese Enrico Lanti, che non pu� pi� fare a
meno di lei.
- "Tigre Reale": Nata, contessa russa giunta a Firenze per curarsi dalla
tubercolosi, fa perdere la testa al giovane Giorgio La Ferlita, avviato alla
carriera politica.
Alla figura di Nata, donna fatale e sensuale, si contrappone in questo romanzo,
la figura di Erminia, sposa di Giorgio, una donna dolce, onesta e pudica.
Verga fa di essa una donna dominatrice che emana fascino distruttivo.
Tuttavia l'immagine femminile dominante nei romanzi verghiani, da Eva a La lupa,
� quella della donna fatale, come si � anticipato. Il corpo femminile non � pi�
il simbolo, come accadeva con i poeti stilnovisti, della divina armonia della
natura, ma � un artificio; il fascino della donna dipende solo dal mascheramento
estetico.
Nelle novelle di Vita dei campi, in particola nel La lupa, la passione amorosa
assume una violenza elementare che si addice pi� agli animali che alle persone.
Qui, l'eros poggia sulla categoria semantica del possesso che investe sia le
persone che la roba. Il possesso � espresso mediante il verbo volere che ricorre
otto volte nella novella. Inoltre, la primitiva ed ossessiva tensione al
possesso erotico � veicolata attraverso gli occhi..
L'attributo animale che fa della lupa una "mangiatrice di uomini" rivela
l'ottica nuova che si diffonde nel secondo Ottocento, ovvero la paura con cui
l'uomo guarda la donna, poich� la avverte come una possibile minaccia della
propria integrit� per le capacit� seduttive che possiede.
Nelle novelle veriste invece, la donna � spesso una contadina, legata alla
famiglia, non viene descritta come sensuale e seducente, ma semplice e sobria.
Si ha quindi la figura di una donna dai valori autentici, che rinuncia alle sue
passioni per il bene della famiglia (vedi Mena che rinuncia all'amore per Alfio
per riformare la famiglia nei "Malavoglia").