Ella teneva a terra gli occhi fissi.
Nel silenzio incredibile i minuti
pareano aprire smisurati abissi.
Oh se per sempre, sotto un improvviso
colpo, fossimo noi rimasti muti!
Lenta mi sollev� quelli occhi al viso.
Ancora la convulsa bocca esangue
vedo. Le prime sue parole, rare,
cadono come gocciole di sangue
da piaga che incominci a sanguinare.
Avere un ricordo vuol dire richiamare
col cuore. Ed ecco allora il ricordo accorato di D�Annunzio che
incontra una donna, non ancora del tutto divenuta fantasma del passato.
Inizialmente c'� uno stato
di sospensione, destato dalla timidezza di lei, che tiene gli
occhi abbassati. Sembra il silenzio degli innamorati, quel rossore dell'anima
che non ha bisogno di parole, quel minuto che resta per sempre immerso nella
mente e che pare durare un'eternit�. Si apre un mondo dentro questo mutismo, un
mondo fatto di immaginazione infinita e di mistero: abissi
imperscrutabili, retti sull'invisibilit�, la fuggevolezza dello sguardo.
Poi, tutto ha termine: per
far finire l'incantesimo basta uno sguardo. La chiarezza, la
verit� degli occhi spezzano il mistero. Il moto � lento, ma il gioco degli occhi
� decisivo: la trama � rotta, il mondo cambia colore, lo spirito ridiventa
carne: ed ecco le parole, come sangue dalle ferite, la negazione dell'amore, ci�
che era sospeso si delinea come un rifiuto.
Poesia ricca di immagini:
due personaggi, faccia a faccia. Lei, bellissima, lascia lui in sospeso, lui,
innamorato preferirebbe la morte, un improvviso colpo, ad una negazione. Ma
bastano gi� gli occhi di lei a dire tutto, e poi primo piano sulla bocca, che
ancora deve cominciare a parlare, ma nonostante questo � rivestita di una certa
freddezza che la fa apparire convulsa ed esangue. Dal vedere al sentire, la
situazione precipita: le parole al rallentatore, cadono una ad una, ogni sillaba
diviene per il poeta goccia di sangue, brucia come una
ferita ancora aperta che
ancora non si sutura e si
perpetua nel ricordo.