PSICOLOGIA :Il PERIODO DELL'ADOLESCENZA
PSICOLOGIA :  Il PERIODO DELL'ADOLESCENZA  

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IL PERIODO DELL'ADOLESCENZA  

 

 

 

 

IL PERIODO DELL�ADOLESCENZA

 Esistono migliaia di libri che trattano questo argomento come una  fase evolutiva  che potrebbe stravolgere il carattere del giovane.Perci� � bene fare un po� di chiarezza.

Fra gli 11 e i 18 anni inizia la fase dell�adolescenza nel corso della quale l'individuo acquisisce le competenze e i requisiti necessari per assumere le responsabilit� di adulto. Nel processo di transizione verso lo stato di adulto entrano in gioco ed interagiscono fra loro fattori di natura biologica, psicologica e sociale.

Il periodo adolescenziale inizia con la pubert� ma non � il solo mutamento biologico connesso con la pubert� che provoca il momento adolescenziale. Al cambiamento fisico si associano esperienze emozionali molto intense: per la rilevanza dei cambiamenti corporei e dell'assetto pulsionale che impongono la ricerca di nuovi equilibri nei rapporti con il mondo e con il proprio s�; per la precocit� del cambiamento rispetto a quello dei coetanei (o coetanee) che lo fa giungere inaspettato, o per il suo ritardo che suscita in chi si aspetta di cambiare, ansie e incertezze in rapporto a chi � gi� cresciuto.

I mutamenti fisici, d'altronde, fanno s� che l'individuo sia trattato dalle persone con cui � abitualmente in contatto, e anche dagli estranei, in modo diverso da come era trattato da bambino. Le richieste che gli sono rivolte si modificano, ci si aspetta da lui (o da lei) un comportamento da adulto ma contemporaneamente lo si continua a considerare non autonomo, non in grado di prendere da solo certe decisioni rilevanti per il suo destino (bere alcool o no, fumare o no, uscire la sera con i coetanei, scegliere l'orientamento scolastico...).

Di questo cambiamento di relazioni l'adolescente � particolarmente consapevole: in rapporto ad esso modifica il proprio atteggiamento verso se stesso ed il mondo circostante. Il primo indice, frequentemente conflittuale, di questo cambiamento di atteggiamenti si manifesta nel fatto che egli/ella non accetta pi� di essere totalmente dipendente dalla propria famiglia e dalle varie forme di sostegno sociale-affettivo che la famiglia gli/le ha fornito sino a quel momento.

In parallelo, altri cambiamenti nei confronti del mondo circostante sono attivati dall'aumentato numero di stimoli a cui l'adolescente pone attenzione, in rapporto ad un incremento del proprio interesse nei confronti dei sentimenti e stati d'animo, oltre che del mondo esterno. L'acquisizione, anche parziale, di autonomia permette di intraprendere nuove attivit� e di adottare stili di condotta diversi, collegati a nuove modalit� di mettersi in rapporto con gli altri. I cambiamenti che si verificano mettono in discussione il sistema di rappresentazioni e di schemi che hanno regolato sino a quel momento le relazioni dell'individuo (ragazzo o ragazza) con il proprio corpo, con altri individui e gruppi, con attivit�, oggetti ed istituzioni sociali.

Molte certezze consolidate sono cos� messe in discussione, anche perch� immaginare il proprio futuro e prepararsi ad affrontarlo pu� risultare particolarmente difficile. L'adolescente, in altre parole, si trova di fronte molte incertezze a proposito di come interpretare la propria esperienza, tanto pi� che non vuole pi� applicare ad essa i metri di giudizio familiare.

E in momenti critici di questo tipo, in cui � in atto una vera e propria riorganizzazione del sistema di s�, che la specificit� di un sistema sociale offre alla persona la possibilit� di trovare soluzioni adeguate. L'organizzazione della vita sociale di tutti i giovani in gruppi di et�, tipica della societ� odierna, diviene decisiva. Essendo costantemente in contatto con tanti coetanei che condividono gli stessi problemi (a scuola, sul lavoro, nel tempo libero), l'adolescente rafforza ed estende le proprie relazioni con il gruppo di pari cos� che tali relazioni diventano pi� frequenti, intense, significative.

La riorganizzazione del sistema di s�, dunque, si verifica grazie a questa fitta rete di relazioni e di scambi in cui il soggetto, consapevole almeno in parte del cambiamento che lo concerne, verifica il proprio valore e riflette su se stesso.

L'adolescenza si conclude quando l'individuo � in grado di stabilire rapporti stabili e significativi con se stesso, con i gruppi di riferimento pi� prossimi e con il proprio ambiente di vita pi� ampio. Questa assunzione, fondata sul carattere attivo del rapporto s�-altri-mondo, indica che nel corso dell'adolescenza accadono avvenimenti che obbligano l'individuo a comportarsi e a definirsi in rapporto sia con l'ambiente in cui � inserito, sia con i gruppi di cui � membro, sia con le proprie trasformazioni.

E' possibile sostenere che ci sono molti modi diversi di vivere l'adolescenza e che lo stesso soggetto che cresce � parte attiva, costruttiva, della propria evoluzione. Non ha quindi senso considerare l'adolescenza come una fase contrassegnata esclusivamente da ribellioni e da conflitti  n� vederla come un passaggio privo di scosse dalla riva indistinta e mal strutturata dell'infanzia alla riva ben costruita, funzionante, sicura dell'et� adulta.

 In tutte le adolescenze il protagonista deve affrontare una gran mole di problemi: capita ad alcuni che essi siano distribuiti lungo il percorso e possano essere affrontati uno dopo l'altro s� che l'impresa pu� avere una buona riuscita; capita a molti altri invece che essi si presentino complessi, pi� o meno aggrovigliati in modo assurdo, tali da rendere assai difficile, a volte quasi impossibile, la risoluzione di essi. Non c'� adolescenza senza problemi anche se nella maggior parte dei casi tali problemi possono essere, con un costo pi� o meno rilevante, risolti. I problemi, d'altronde, non sono entit� fatali e incomprensibili che capitano a caso. Sono sempre in rapporto con il contesto culturale e sociale in cui l'adolescente vive, con le relazioni che egli ha con il suo ambiente pi� prossimo, con la sua storia.

 Nel percorso adolescenziale il protagonista non � mai del tutto solo: egli � sempre in compagnia di altri (genitori, insegnanti, coetanei, altre persone significative) che possono offrirgli una guida sicura e comprensiva, oppure richieste incomprensibili tali da svalorizzare il senso del suo impegno, o al limite dargli indicazioni frammentate e contraddittorie che aggiungono confusione alla mancanza di esperienza. Questo non vuol dire che in molte occasioni l'adolescente non si senta veramente solo e distante da tutti: in quei momenti egli avverte di non potersi fidare di nessuno, di dover dirigere da solo il proprio cammino. Tutti fanno, in momenti pi� o meno lunghi, questa esperienza: � augurabile che essa non sia quella pi� importante o, all'estremo, quella che contrassegna tutta l'adolescenza.

 

 

 

 
 
 
 

 

 


 


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