PETRARCA : Amor et io sí pien’ di meraviglia

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Amor et io sí pien’ di meraviglia

Amor et io sí pien’ di meraviglia

 

Amor et io sí pien’ di meraviglia
come chi mai cosa incredibil vide,
miriam costei quand’ella parla o ride
che sol se stessa, et nulla altra, simiglia.

5Dal bel seren de le tranquille ciglia
sfavillan sí le mie due stelle fide,
ch’altro lume non è ch’infiammi et guide
chi d’amar altamente si consiglia.

Qual miracolo è quel, quando tra l’erba
10quasi un fior siede, over quand’ella preme
col suo candido seno un verde cespo!

Qual dolcezza è ne la stagione acerba
vederla ir sola co i pensier’ suoi inseme,
tessendo un cerchio a l’oro terso et crespo!

 

Sonetto con rime ABBA ABBA CDE CDE

Petrarca esprime la contemplazione della bellezza di Laura evidenziando sobrie e delicate note realistiche, che fanno risaltare la grazia di una bellezza prodigiosa e tuttavia umana e terrena. Laura è tratta nei suoi atteggiamenti  quotidiani mentre parla o ride con gli occhi che  sfavillano come stelle. Nella seconda parte Petrarca la descrive, bella come un fiore, mentre si adagia sull’erba; la descrive anche mentre cammina intrecciando una ghirlanda di fiori per i suoi capelli biondi e ricciuti.


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