DANTE : Sonar bracchetti, e cacciatori aizzare

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Sonar bracchetti, e cacciatori aizzare

 

Sonar bracchetti, e cacciatori aizzare,
lepri levare, ed isgridar le genti,
e di guinzagli uscir veltri correnti,
4per belle piagge volgere e imboccare

assai credo che deggia dilettare
libero core e van d�intendimenti!
Ed io, fra gli amorosi pensamenti,
8d�uno sono schernito in tale affare,

e dicemi esto motto per usanza:
"Or ecco leggiadria di gentil core,
11per una s� selvaggia dilettanza

lasciar le donne e lor gaia sembianza!".
Allor, temendo non che senta Amore,
14prendo vergogna, onde mi ven pesanza.

 

In questo sonetto Dante descrive una movimentata scena di caccia, che coinvolge uomini ed animali : l�abbaiare strepitoso dei bracchi, l�aizzare dei cacciatori, lo scovare le lepri e il loro addentare la selvaggina.

Poi Dante si lascia riprendere da dolci pensieri d�amore, si fa persino schernire per voler lasciare le donne per un piacere cos� grossolano. Il sonetto risale  agli anni giovanili di Dante e risente , nella prima parte, degli influssi di Folgore di San Gimignano, e nella seconda di di modi stilnovistici con riferimento alla gentilezza d�animo.

 


 

 

 

 

 

 

 

 



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