Non posso pi� essere contento "Non posso pi� essere contento, per tutti i miei giorni devo portare nella mia nostalgia la tua immagine. son proprio tuo." Garcia Lorca GARCIA LORCA Come son pesanti i giorni, A nessun fuoco posso riscaldarmi, non mi ride ormai nessun sole, tutto � vuoto, tutto � freddo e senza piet�, ed anche le care limpide stelle mi guardano senza conforto, da quando ho appreso nel mio cuore, che anche l'amore pu� morire. Federico Garcia Lorca Giaccio da solo nella casa silenziosa, la lampada � spenta, e stendo pian piano le mie mani per afferrare le tue, e lentamente spingo la mia fervente bocca verso di te e bacio me fino a stancarmi e ferirmi - e all'improvviso son sveglio, ed intorno a me la fredda notte tace, luccica nella finestra una limpida stella - o tu, dove sono i tuoi capelli biondi, dov'� la tua dolce bocca? Ora bevo in ogni piacere la sofferenza e veleno in ogni vino; mai avrei immaginato che fosse tanto amaro essere solo essere solo e senza di te! Federico Garcia Lorca *** POTESSERO LE MIE MANI SFOGLIARE Potessero le mie mani sfogliare Pronunzio il tuo nome nelle notti scure, quando sorgono gli astri per bere dalla luna e dormono le frasche delle macchie occulte. E mi sento vuoto di musica e passione. Orologio pazzo che suona antiche ore morte. Pronunzio il tuo nome in questa notte scura, e il tuo nome risuona pi� lontano che mai. Pi� lontano di tutte le stelle e pi� dolente della dolce pioggia. T'amer� come allora qualche volta? Che colpa ha mai questo mio cuore? Se la nebbia svanisce, quale nuova passione mi attende? Sar� tranquilla e pura? Potessero le mie mani sfogliare la luna! *** GARCIA LORCA Vorrei sedermi vicino a te in silenzio, ma non ne ho il coraggio: temo che il mio cuore mi salga alle labbra. Ecco perche' parlo stupidamente e nascondo il mio cuore dietro le parole. Tratto crudelmente il mio dolore per paura che tu faccia lo stesso. Il mio cuscino mi guarda di notte con durezza come una pietra tombale; non avevo mai immaginato che tanto amaro fosse essere solo e non essere adagiato nei tuoi capelli. *** "Non e' il tuo amore che voglio voglio soltanto saperti vicina e che muta e silenziosa di tanto in tanto, mi tenda la tua mano." *** SERENATA (Omaggio a Lope de Vega) Lungo le rive del fiume la notte si sta bagnando e sui seni di Lolita muoiono d'amore i rami. Muoiono d'amore i rami. La notte nuda canta sui ponti di marzo. Lolita lava il suo corpo con acqua salmastra e nardi. Muoiono d'amore i rami. Luccica in alto sui tetti la notte d'argento e d'anice. Argento di rivi e specchi. Anice di cosce candide. Muoiono d'amore i rami. *** GAELA III - DELL'AMORE DISPERATO La notte non vuole arrivare in modo che tu non arrivi, e io non possa andare. Ma io andr�, anche con tempie rose da un sole di scorpioni. Ma tu verrai con la lingua bruciata dalla pioggia di sale. Il giorno non vuole arrivare in modo che tu non arrivi e io non possa andare. Ma io andr� dando in consegna ai rospi il mio morso garofano. Ma tu verrai per le fosche cloache dell'oscurit�. N� la notte n� il giorno vogliono arrivare perch� per te io muoia e tu muoia per me. *** CASIDA IV - DELLA DONNA DISTESA Vederti nuda rievoca la Terra, la Terra liscia, sgombra di cavalli. La Terra senza un giunco, forma pura chiusa al futuro: limite d'argento. Vederti nuda � capire l'ansia della pioggia che cerca esile vita, la febbre del mare dall'immenso volto che non trova la luce della guancia. Il sangue, risuonando nelle alcove, giunger� con le spade sfolgoranti, tu per� non saprai dove si celano il cuore di rospo o la violetta. Il tuo ventre una lotta di radici, alba senza contorno le tue labbra. Sotto le rose tiepide del letto i morti gemono aspettando il turno. *** SONETTO Lungo spettro d'argento impietosito, il vento della notte sospirante la vecchia piaga apr� con mano grigia e se ne and�, lasciandomi anelante. Piaga d'amore, mi dar� la vita versando luce pura e sangue eterno. Crepa in cui Filomela ammutolita avr� bosco, dolore e un nido tenero. Ah, che dolce brusio nella mia testa! Mi allungher� vicino al fiore semplice; la tua bellezza ondeggia l� senz'anima. E gialla diverr� l'acqua raminga, mentre scorre il mio sangue nella macchia odorosa e bagnata della riva. *** SONETTO DEL DOLCE LAMENTO Ho paura di perdere il prodigio dei tuoi occhi di statua, e quella nota che di notte depone sul mio viso il tuo respiro, solitaria rosa. Ho dolore a vedermi in questa sponda albero senza rami: e pi� mi angoscia non possedere fiore, polpa o argilla, da dare al verme della mia agonia. Se tu sei il mio nascosto tesoro, se mi sei croce e spasimo bagnato, se sono il cane e tu sei il mio signore, non mi togliere ci� che ho conquistato e le acque del tuo fiume siano adorne di foglie del mio autunno stralunato. *** L'AMORE DORME SUL PETTO DEL POETA Tu mai potrai capire quanto ti amo perch� in me dormi e resti addormentato. Io ti nascondo in lacrime, braccato da una voce di penetrante acciaio. Norma che scuote insieme carne e stella trapassa gi� il mio petto addolorato e le fosche parole hanno addentato le ali della tua anima severa. Gruppo di gente salta nei giardini e attende il corpo tuo, la mia agonia su cavalli di luce e verdi crini. Ma continua a dormire, vita mia, Senti il mio sangue rotto nei violini! Attento, ch� c'� ancora chi ci spia! ***EUGENIO MONTALE
RIPENSO IL TUO SORRISO Ripenso il tuo sorriso, ed � per me un'acqua limpida scorta per avventura tra le petraie d'un greto, esiguo specchio in cui guardi un'ellera i suoi corimbi; e su tutto l'abbraccio di un bianco cielo quieto. Codesto � il mio ricordo; non saprei dire, o lontano, se dal tuo volto s'esprime libera un'anima ingenua, o vero tu sei dei raminghi che il male del mondo estenua e recano il loro soffrire con s� come un talismano. Ma questo posso dirti, che la tua pensata effigie sommerge i crucci estrosi in un'ondata di calma, e che il tuo aspetto si insinua nella mia memoria grigia schietto come la cima di una giovinetta palma... *** Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale e ora che non ci sei � il vuoto ad ogni gradino. Anche cos� � stato breve il nostro lungo viaggio. Il mio dura tuttora, n� pi� mi occorrono le coincidenze, le prenotazioni, le trappole, gli scorni di chi crede che la realt� sia quella che si vede. Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio non gi� perch� con quattr'occhi forse si vede di pi�. Con te le ho scese perch� sapevo che di noi due le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate, erano le tue. La belle dame sans merci Certo i gabbiani cantonali hanno atteso invano le briciole di pale che io gettavo sul tuo balcone perch� tu sentissi anche chiusa nel sonno le loro strida. Oggi manchiamo all'appuntamento tutti e due e il nostro breakfast gela tra cataste per me di libri inutili e per te di reliquie che non so: calendari, astucci, fiale e creme. Stupefacente il tuo volto s'ostina ancora, stagliato sui fondali di calce del mattino; ma una vita senz'ali non lo raggiunge e il suo fuoco soffocato � il bagliore dell'accendino Montale Morgana Non so immaginare come la tua giovinezza si sia prolungata di tanto tempo (e quale!). Mi avevano accusato di abbandonare il branco quasi ch�io mi sentissi illustre, ex gregis o che diavolo altro. Invece avevo detto soltanto revenons � nos moutons (non pecore per�) ma la torma pens� che la sventura di appartenere a un multiplo fosse indizio di un�anima distorta e di un cuore senza piet�. Ahim� figlia adorata, vera mia Regina della Notte, mia Cordelia, mia Brunilde, mia rondine alle prime luci, mia baby-sitter se il cervello v�goli, mia spada e scudo, ahim� come si perdono le piste tracciate al nostro passo dai Mani che ci vegliarono, i pi� efferati che mai fossero a guardia di due umani. Hanno detto hanno scritto che ci manc� la fede. Forse ne abbiamo avuto un surrogato. La fede � un�altra. Cos� fu detto ma non � detto che il detto sia sicuro. Forse sarebbe bastata quella della Catastrofe, ma non per te che uscivi per ritornarvi dal grembo degli Dei. ***UGO FOSCOLO
Io non invidio ai vati Le lodi e i sacri allori, N� curo i pregi e gli ori D'un duce o d'un sovran. Saran miei d� beati Se avr� il mio crine cinto Di serto vario-pinto Tessuto di tua man. Saran miei d� beati Se in mezzo a bosco ombroso Il volto tuo vezzoso Godrommi a contemplar. Che bel vederci allora Mille cambiar sembianti, E direi: O cori amanti, Cessate il palpitar! *** L'ultimo addio T'amai, dunque, t'amai, e t'amo ancor di un amore che non si pu� concepire che da me solo. E' poco prezzo, o mio angelo, la morte per chi ha potuto udir che tu l'ami, e sentirsi scorrere in tutta l'anima la volutt� del tuo bacio, e pianger teco - io sto col pi� nella fossa; eppure tu anche in questo frangente ritorni, come solevi, davanti a questi occhi che morendo si fissano in te, in te che sacra risplendi di tutta la tua bellezza... Io muoio... pieno di te, e certo del tuo pianto... PERCHE' TACCIA Perch� taccia il rumor di mia catena di lagrime, di speme, e di amor vivo, e di silenzio; ch� piet� mi affrena se di lei parlo, o di lei penso e scrivo. Tu sol mi ascolti, o solitario rivo, ove ogni notte amor seco mi mena, qui affido il pianto e i miei danni descrivo, qui tutta verso del dolor la piena. E narro come i grandi occhi ridenti arsero d'immortal raggio il mio core, come la rosea bocca, e i rilucenti odorati capelli, ed il candore delle divine membra, e i cari accenti m'insegnarono alfin pianger d'amore. Di se stesso all'amata Cos� gl'interi giorni in lungo incerto sonno gemo! ma poi quando la bruna notte gli astri nel ciel chiama e la luna, e il freddo aer di mute ombre � coverto; Dove selvoso � il piano e pi� deserto allor lento io vagando, ad una ad una palpo le piaghe onde la rea fortuna, e amore, e il mondo hanno il mio core aperto. Stanco mi appoggio or al troncon d'un pino, ed or prostrato ove strepitan l'onde, con le speranze mie parlo e deliro. Ma per te le mortali ire e il destino spesso obbliando, a te, donna, io sospiro: luce degli occhi miei chi mi t'asconde? da ORTIS S�, ho baciato Teresa; i fiori e le piante esalavano in quel momento un odore soave; le aure erano tutte armonia; i rivi risuonavano da lontano; e tutte le cose s'abbellivano allo splendore della luna che era tutta piena della luce infinita della divinit�. Gli elementi e gli esseri esultavano nella gioia di due cuori ebbri di amore. - Ho baciata e ribaciata quella mano... e Teresa mi abbracciava tutta tremante, e trasfondea i suoi sospiri nella mia bocca, e il suo cuore palpitava su questo petto: mirandomi co' suoi grandi occhi languenti, mi baciava, e le sue labbra umide, socchiuse mormoravano su le mie... (Ortis)