Strofe per musica
Dicono che la Speranza sia felicità,
ma il vero Amore deve amare il passato,
e il Ricordo risveglia i pensieri felici
che primi sorgono e ultimi svaniscono.
E tutto ciò che il Ricordo ama di più
un tempo fu Speranza solamente;
e quel che amò e perse la Speranza
oramai è circonfuso nel Ricordo.
È triste! È tutto un'illusione:
il futuro ci inganna da lontano,
non siamo più quel che ricordiamo,
né osiamo pensare a ciò che siamo.
GEORGE BYRON
STANZE AD AUGUSTA
I
Anche se il giorno del mio destino era finito
E tramontata la stella del mio fato,
Il tuo cuore indulgente non volle trovare
Le colpe che molti scorgevano in me;
Anche se la tua anima sapeva il mio dolore,
Non esitò a dividerlo con me
E quell'amore che si è dipinto
Il mio spirito l'ha trovato solo in te.
II
Così quando intorno mi sorride la natura,
Ultimo sorriso che risponde al mio,
Io non credo che essa m'inganni
Poiché mi ricorda il tuo sorriso;
E quando i venti combatton con l'oceano
Come con me i cuori in cui credevo,
Se i marosi mi danno il turbamento
È perché m'allontano da te.
III
Benché la roccia della mia ultima speranza
Sia in pezzi, e nel fondo dell'onda i suoi frammenti,
Benché senta che la mia anima è votata
Alla pena, essa non sarà sua schiava.
Molti sono i tormenti che mi inseguono:
Possono annientarmi, non spezzarmi,
Possono torturarmi, non domarmi;
È a te che io penso, non a loro.
IV
Benché umana tu non m'ingannasti
Benché donna non m'abbandonasti
Benché amata evitasti di ferirmi
Benché calunniata non tremasti mai
Benché fidata non mi rinnegasti
Benché divisa non fu per fuggire
Benché vigile non fu per diffamarmi
Né fosti muta perché sparlasse il mondo.
V
Pure non biasimo, non disprezzo il mondo
Né la guerra dei molti a uno solo;
Se apprezzarlo non poteva la mia anima,
Fu follia non fuggirlo prima:
E se molto mi è costato quell'errore,
Ben più di quanto prevedessi un tempo,
Ho scoperto, qualunque cosa m'abbia tolto,
Che non poteva privarmi di te.
VI
Dal naufragio del passato, che è già morto,
Questo almeno posso riportare:
Mi ha insegnato che quanto ho più amato
Meritava che mi fosse tanto caro.
Nel deserto sgorga una sorgente,
C'è ancora un albero nel deserto sconfinato,
Canta un uccello nella solitudine
E parla al mio spirito di te.
***
ELLA PASSA RADIOSA
I.
Ella passa radiosa, come la notte
Di climi tersi e di cieli stellati;
Tutto il meglio del buio e del fulgore
S'incontra nel suo sguardo e nei suoi occhi
Così addolciti a quella luce tenera
Che allo sfarzo del giorno nega il cielo.
II.
Un'ombra in più, un raggio in meno, avrebbero
Guastato in parte la grazia senza nome
Che ondeggia sulla sua treccia corvina
O dolcemente le illumina in volto,
Dove pensieri limpidi e soavi
Pura svelano e preziosa la dimora.
III.
Su quella guancia, sopra quella fronte,
Così dolci, serene ma eloquenti,
I sorrisi avvincenti, i colori accesi
Parlano di giorni volti al bene,
Di un animo che qui con tutto è in pace,
Di un cuore che ama innocente!
***
EPISTOLA AD AUGUSTA
I
Sorella mia! Dolce sorella mia! Se vi fosse
Un nome più caro e puro, dovrebbe essere tuo.
Monti e mari ci dividono, ma non chiedo
Lacrime, sì tenerezza che alla mia risponda.
Dovunque io vada, sei per me la stessa,
Rimpianto amato al quale non rinuncio;
Due cose ho ancora nel mio destino:
Un mondo in cui vagare e una casa con te.
II
Se nulla fosse il primo, e avessi l'altra,
Sarei nel porto della mia felicità;
Ma tu hai altri doveri, altri legami,
Ed è mio desiderio rispettarli.
Strano destino ha il figlio di tuo padre,
Irrevocabile, perché senza rimedio;
L'antico fato del nostro avo è opposto al suo:
Egli non ebbe pace in mare, io sulla terra.
III
Se in altri elementi sta la mia
Eredità di tempeste, se sulle rocce
Di pericoli ignorati o imprevedibili ho sopportato
La mia parte di colpi terreni, fu mio
Lo sbaglio, e non cerco di nascondere
I miei errori con difese assurde.
Io fui l'artefice della mia caduta,
Il pilota attento della mia sventura.
IV
Fu mia la colpa, e mio ne sia il compenso.
Tutta la mia esistenza fu una lotta, da che il giorno
Che mi diede la vita mi diede insieme quanto
Sciupava a quel dono - fato o volontà devianti;
E a volte trovai dura la battaglia
E pensai di disfarmi dei miei vincoli di creta:
Ma un poco ora vorrei vivere, almeno
Per vedere cosa la sorte può serbarmi.
V
Di regni e imperi, nei miei brevi giorni,
Ho veduto la fine, pure vecchio non sono;
E quando guardo a ciò, la lieve spuma
Dei miei anni d'affanno, ribollenti
Come marosi selvaggi nella baia, si disperde:
Qualcosa, io non so che, sorregge ancora
Uno spirito tenue di costanza: non invano,
Pur se fine a se stessa, abbiamo pena.
VI
Forse in me s'agita l'effetto del disprezzo,
O forse una disperazione fredda che nasce
Quando consueti ricorrono i mali; forse
Un clima più mite, un'aria più pura (anche così
Può l'anima mutare e noi impariamo
A reggere una corazza più leggera)
Mi hanno insegnato una quiete strana, che non era
La prima compagna di una sorte più tranquilla.
VII
A volte quasi provo le emozioni
Dell'infanzia felice; ruscelli, alberi, fiori
Mi ricordano i luoghi in cui vivevo
Prima che ai libri offrissi in sacrificio
La mia giovane mente, e come un tempo mi assalgono,
E il cuore si commuove a riconoscerli;
Potrei anche pensare a tratti di incontrare
Un essere da amare, vivo, ma nessuno come te.
VIII
Qui i paesaggi alpini offrono
Ricchezza di contemplazione: ammirare
È sentimento breve che non dura.
Ma queste scene ispirano qualcosa
Di più alto: qui essere soli non rattrista,
Perché ho visto molte cose che potrei desiderare
E soprattutto posso scorgere un lago
Più bello - non più caro - del nostro d'un tempo.
IX
Oh se soltanto tu fossi con me! Ma io divengo
Il giullare dei miei stessi desideri e scordo
Che la solitudine tanto celebrata
Per questo solo rimpianto ha già perduto
Il suo pregio; forse altri li so meglio
Dissimulare: non sono d'umore malinconico,
Pure sento che la mia filosofia vien meno
E una marea mi sale nell'occhio che è mutato.
X
Ti ho ricordato il nostro caro lago
Presso il vecchio castello che non sarà più mio.
Il Lemano è bello, ma non pensare che rinunzi
Al dolce ricordo di una sponda più cara:
Della mia memoria triste rovina deve fare il tempo
Prima che esso o tu fuggiate da questi occhi,
Benché siate, come tutto ciò che ho amato,
Da me lontani o divisi per sempre.
XI
Dinanzi a me sta il mondo intero; alla Natura
Io chiedo solo ciò che mi darà:
Riscaldarmi al suo sole d'estate,
Confondermi nella pace del suo cielo,
Vederne il volto gentile senza veli
E non guardarla mai indifferente.
Fu la mia prima amica, ora sarà
La mia sorella, finché non ti rivedrò.
XII
Posso reprimere tutti i sentimenti, ma non questo:
Non lo vorrei, perché qui vedo aperte
Vedute pari a quelle dove iniziai la vita.
Eran le prime, i miei soli sentieri
Se avessi imparato per tempo a fuggire la folla
Sarei migliore di quanto ora non sia, le passioni
Che mi hanno straziato avrebbero dormito;
Io non avrei sofferto, tu non avresti pianto.
XIII
Con la falsa Ambizione, che avevo a che fare?
Con l'Amore poco, con la Fama ancor mano;
Ma non cercati vennero e crebbero con me
Dandomi quel che potevano: un nome.
Pure, non questo era il fine che inseguivo:
Certo un tempo miravo a più nobile scopo.
Ora tutto è finito: mi aggiungo ai milioni
Di vinti scomparsi prima di me.
XIV
Circa il futuro, il futuro di questo mondo
Può richiedere poco del mio impegno;
Mi sono sopravvissuto molti giorni,
Di molte cose ho veduto la fine;
Non c'è stato sonno nei miei anni, ma un bottino
Di vigilie incessanti, perché la vita che ho vissuto
Avrebbe potuto colmare un secolo, prima
Che un quarto fosse trascorso accanto a me.
XV
Per il resto che ancora deve accadere,
Io sono pronto; verso il passato non mi sento
Ingrato, perché nella folla delle lotte
Si è insinuata a volte la felicità;
Quanto al presente, non vorrei oltre soffocare
Quel che sento. E non nasconderò che, pur così,
Posso ancora guardarmi intorno e adorare
Con pensieri profondi la Natura.
XVI
Quanto a te, mia dolce sorella, del tuo cuore
Io mi sento sicuro, come tu del mio;
Noi fummo e siamo - io sono come te -
Esseri che mai potranno rinunciare
L'uno all'altro; uniti o divisi non conta;
Dall'inizio della vita al suo lento declino
Noi siamo avvinti insieme: venga lenta o rapida
La morte, il primo legame sarà eterno!