SHAKESPEARE
William Shakespeare (Sonetto 92)
Fa' pure del tuo peggio per sfuggirmi
tu in me vivrai per tutta la mia vita
e vita non durer� pi� a lungo del tuo amore,
perch� sol da questo affetto essa dipende.
Quindi temer non devo il peggior dei torti
quando nel pi� piccolo la mia vita ha fine;
mi par di meritare miglior sorte
di quella che � balia dei tuoi capricci.
Non puoi torturarmi con la tua incostanza
perch� nel tuo disdegno muore la mia vita:
o che beato titolo solo io posseggo,
felice del tuo amore, felice di morire!
Ma esiste felicit� che nuvole non tema?
Tu potresti ingannarmi ed io non saperlo.
ALL'AMATA
Se leggi questi versi,
dimentica la mano che li scrisse:
t'amo a tal punto
che non vorrei restar
nei tuoi dolci pensieri,
se il pensare a me
ti facesse soffrire.
***
Il mio occhio s'� fatto pittore ed ha tracciato
L'immagine tua bella sul quadro del mio cuore;
il mio corpo � cornice in cui � racchiusa,
Prospettica, eccellente arte pittorica,
Ch� attraverso il pittore devi vederne l'arte
Per trovar dove sia la tua autentica immagine dipinta,
Custodita nella bottega del mio seno,
Che ha gli occhi tuoi per vetri alle finestre.
Vedi ora come gli occhi si aiutino a vicenda:
I miei hanno tracciato la tua figura e i tuoi
Son finestre al mio seno, per cui il Sole
Gode affacciarsi ad ammirare te.
Per� all'arte dell'occhio manca la miglior grazia:
Ritrae quello che vede, ma non conosce il cuore
***
Non mangia che colombe l'amore,
e ci� genera sangue caldo,
e il sangue caldo genera caldi pensieri
e i caldi pensieri generano calde azioni,
e le calde azioni sono l'amore.
***
SILENZIO! QUALE LUCE IRROMPE...
Silenzio! Quale luce irrompe da quella finestra lass�?
� l'oriente, e Giulietta � il sole.
Sorgi, vivido sole, e uccidi l'invidiosa luna,
malata gi� e pallida di pena
perch� tu, sua ancella, di tanto la superi in bellezza.
Non essere la sua ancella, poich� la luna � invidiosa.
Il suo manto di vestale � gi� di un verde smorto,
e soltanto i pazzi lo indosano. Gettalo via.
� la mia donna; oh, � il mio amore!
se soltanto sapesse di esserlo.
Parla, pure non dice nulla. Come accade?
Parlano i suoi occhi; le risponder�.
No, sono troppo audace; non parla a me;
ma due stelle tra le pi� lucenti del cielo,
dovendo assentarsi, implorano i suoi occhi
di scintillare nelle loro sfere fino a che non ritornino.
E se davvero i suoi occhi fossero in cielo, e le stelle nel suo viso?
Lo splendore del suo volto svilirebbe allora le stelle
come fa di una torcia la luce del giorno; i suoi occhi in cielo
fluirebbero per l'aereo spazio cos� luminosi
che gli uccelli canterebbero, credendo finita la notte.
Guarda come posa la guancia sulla mano!
Oh, fossi un guanto su quella mano
e potessi sfiorarle la guancia!
Sonetto CIX
Non dire mai che il mio cuore ti � stato infedele
Sebbene la lontananza sembrasse attenuare la mia fiamma:
Potrei forse allontanarmi da me stesso? No, come non potrei
Abbandonare la mia anima che � chiusa nel tuo petto:
Quella � la casa del mio amore. Se ho vagato,
Come ogni viaggiatore alla fine torno a casa,
Giusto in tempo, dal tempo non cambiato,
Porto l�acqua nella fedelt� per lavare le sozzure del viaggio.
Non credere � bench� nella mia natura regni
La fragilit� che assedia ogni tipo di sangue �
Che io possa stupidamente insozzare quell�acqua,
Che io lasci per un nulla la tua ricchezza di bont�:
Perch� nulla � per me l�intero l�universo�
Tranne te, mia Rosa: nell�universo sei tu il mio tutto.
WILLIAM SHAKESPEARE
Oh in che maniera posso mai cantarti
Sapendo che tu sei di me la miglior parte?
Cosa mi d� un elogio che a me stesso io faccia?
E che cos'� lodarti se non lodare me?
Proprio per questo allora dobbiamo separarci
Cos� che il nostro amore non sia pi� indivisibile
Ed io da te lontano possa infine donarti
Quello che ti � dovuto, e che tu sola meriti.
Oh assenza che tormento tu dovresti soffrire
Se l'amaro riposo non avesse il consenso
Di trascorrere il tempo nei pensieri d'amore
Che dolcemente ingannano il tempo e i pensieri.
E tu, assenza, m'insegni a fare uno di due
Lodando ora chi resta da qui tanto lontano.
WILLIAM SHAKESPEARE
Non piangere per me quando mi saprai morto,
Non oltre il suono tetro della campana lugubre
Che d� notizia al mondo che io sono fuggito
Dalla sua codard�a per vivere coi vermi.
Anzi, se leggerai queste righe, dimentica
La mano che le ha scritte: io t'amo cos� tanto
Che vorrei scomparire dalla tua cara mente
Se il pensiero di me pu� portarti dolore.
Oh se mai tu posassi gli occhi su questi versi
Quando forse sar� gi� sfatto nella terra,
Ti prego non chiamare il mio povero nome
Ma lascia che il tuo amore con la mia vita muoia.
Cos� che il mondo accorto non veda mai che tu
Soffri ancora e ne rida, quando non sar� pi�.
***