PAUL CELAN
ATTRAVERSO LE RAPIDE
Attraverso le rapide
della tristezza,
sfiorando
il nudo specchio delle piaghe inferte:
l� si fanno fluitare i quaranta
tronchi di vita
scorticati.
Unica tu, nuoti
controcorrente, tu
li conti, li tocchi
tutti.
NEI FIUMI A NORD DEL FUTURO
Nei fiumi a nord del futuro
io lancio la rete che tu
esitante aggravi
con ombre scritte
da pietre.
DORMI DUNQUE
Dormi dunque
e il mio occhio rimarr� aperto
la pioggia colm� la brocca
noi la vuotammo
la notte germiner� un cuore
il cuore un breve stelo
ma per mietere � troppo tardi
falciatrice.
Vento notturno
cos� candidi sono i tuoi capelli
candido ci� che mi resta
candido ci� che perdo
ella conta le ore e io conto gli anni
noi bevemmo pioggia
pioggia, bevemmo.
***
GRATA DI PAROLE
Occhio tondo tra le sbarre.
Palpebra, sfarfallante animale,
voga verso l'alto,
fa passare uno sguardo.
Iride, natante, opaca e senza sogni:
sar� prossimo, il cielo, grigio-cuore.
Storta, nel beccuccio di ferro,
la scheggia fumigante.
Al senso che la luce prende
tu indovini l'anima.
(Fossi io come te. Tu come me.
Non sottostammo forse
al medesimo vento?
Siamo estranei.)
Pavimento. Sopra,
l'una accanto all'altra, le due
pozzanghere grigio-cuore:
due
bocconi di silenzio.
SCHIBBOLET
Assieme alle mie pietre,
nutrite con il pianto
dietro le sbarre,
mi strascinarono
al centro del mercato,
l� dove
si dispiega la bandiera
cui io non prestai giuramento.
Flauto,
doppioflauto della notte:
pensa all'oscuro
gemello rosseggiare
a Vienna e Madrid.
Metti a mezz'asta la tua bandiera,
memoria.
A mezz'asta
per oggi e per sempre.
Cuore:
fatti conoscere anche qui,
qui, al centro del mercato.
Gridalo, lo Schibboleth,
nella patria estraniata:
Febbraio. No pasaran.
Einhorn:
tu ben conosci le pietre,
ben conosci le acque,
vieni,
io ti porto laggi�,
ti porto alle voci
di Estremadura.
CON ALTERNA CHIAVE
Con alterna chiave
tu schiudi la casa dove
la neve volteggia delle cose taciute.
A seconda del sangue che ti sprizza
da occhio, bocca ed orecchio
varia la tua chiave.
Varia la tua chiave, varia la parola
cui � concesso volteggiare coi fiocchi.
A seconda del vento che via ti spinge
s'aggruma attorno alla parola la neve.
Scrivimi presto
Scrivimi presto, ti prego,
e scrivi se voi ancora una mia parola,
se puoi ancora accogliere
la mia tenerezza e il mio amore,
se qualcosa ancora pu� aiutarti,
se tu ogni tanto tendi ancora la mano verso di me
e mi oscuri con il sogno pesante,
nel quale vorrei splendere come una luce.
Tenta, scrivimi, rivolgiti a me,
allontana da te scrivendo tutto ci� che ti opprime!