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POESIE DI THOMAS STEARNS ELIOT



THOMAS STEARNS ELIOT

Una dedica a mia moglie

A cui devo la gioia palpitante
che tiene desti i miei sensi nelle ore di veglia,
e il ritmo che scandisce il riposo 
delle nostre ore di sonno,
l'accordo del respiro

di due amanti i cui corpi
profumano l'uno dell'altro,
che pensano uguali pensieri
e non hanno bisogno di parole
e sussurrano uguali parole
senza la necessit� di un senso.

Il vento stizzoso dell'inverno non far� gelare
il sole astioso del tropico non far� seccare
le rose nel giardino di rose che � soltanto nostro

ma scrivo questa dedica perch� altri la leggano:
sono parole private indirizzate a te in pubblico.




LIRICA 

Se Tempo e Spazio, come i Saggi dicono, 
sono cose che mai potranno essere, 
il sole che non cede al mutamento 
non � per nulla superiore a noi. 
Cos� perch�, Amore, dovremmo sperare 
Di vivere un secolo intero? 
La farfalla che vive un solo giorno 
� gi� vissuta per l'eternit�. 

I fiori che ti diedi allorch� la rugiada 
Tremolava sul tralcio rampicante, 
prima che l'ape volasse a suggere 
la rosellina di macchia erano gi� appassiti. 
Cos� affrettiamoci a coglierne ancora 
Senza tristezza se poi languiranno; 
i nostri giorni d'amore sono pochi: 
facciamo almeno che siano divini. 




Ritratto di signora 


I 
Fra il fumo e la nebbia di un pomeriggio di dicembre 
Tu lasci che la scena si accomodi da sola - e cos� sembrer� - 
Con un �Ti ho riservato questo pomeriggio�; 
E quattro ceri nella stanza in ombra, 
Quattro cerchi di luce sul soffitto, 
Un'atmosfera da tomba di Giulietta 
Pronta per tutte le cose da dire, o lasciate non dette. 
Noi siamo stati, diciamola, ad ascoltare l'ultimo polacco 
Trasmetterci i Preludi coi suoi capelli e le punte delle dita. 
� Cos� intimo, questo Chopin, che penso la sua anima 
Dovrebbe farsi risorgere solo fra amici 
Non pi� di due o tre, che non tocchino il fiore 
Gi� sgualcito e discusso nelle sale da concerto. � 
- E cos� la conversazione scivola 
Fra velleit� e rimpianti con cura contenuti 
In mezzo a toni lievi di violini 
Confusi a remote connette 
E comincia. 

�Tu non lo sai quanto gli amici vogliono dire per me 
E quanto raro, quanto raro e strano sia per me trovare 
In un a vita fatta di tante avversit� e di tanti scopi 
(Perch� davvero non mi piace... lo sapevi? non sei cieco! 
E come sei acuto!) 
Poter trovare un amico che abbia queste qualit�, 
Che abbia, e dia 
Le qualit� sulle quali l'amicizia vive. 
Quanto per me significhi che io te lo ripeta - 
Senza queste amicizie - che cauchemar la vita! � 

Fra le spirali dei violini E le ariette 
Di cornette stridule 
Nel mio cervello ha inizio un tam tam sordo 
Che assurdamente martella un suo preludio. 
Capriccioso monotono 
Che � almeno una decisa � nota falsa �. 
- Andiamo a prendere aria, in un'estasi di tabacco, 
Ad ammirare i monumenti, 
A discutere gli ultimi avvenimenti, 
A rimettere l'orologio con gli orologi pubblici. 
Poi a sederci mezz'ora, per bere un bicchiere di birra. 



II 
Ora che i lill� sono in fiore 
Lei tiene un vaso di lill� nella sua stanza 
E ne contorce uno fra le dita, parlando. 
� Ah, amico mio, tu non lo sai, tu non lo sai 
Cos'� la vita, tu che la tieni fra le mani �; 
(Lentamente torcendo gli steli dei lill�) 
� La lasci scorrere da te. la lasci scorrere, 
La giovinezza � crudele, non ha alcun rimorso, 
Sorride alle situazioni che non pu� vedere. � 
Io sorrido, naturalmente, 
E continuo a bere il t�. 
� Eppure, in questi tramonti d'aprile, 
che in qualche modo richiamano 
La mia vita sepolta, e Parigi a primavera, 
Mi sento immensamente in pace, e dopo tutto 
Trovo che il mondo sia meraviglioso e giovane. � 

E la voce ritorna simile all'insistente stonatura 
Di un violino spezzato in un pomeriggio d'agosto: 
� lo sono sempre sicura che comprendi 
Ogni mio sentimento, sono sempre sicura che lo senti 
E che mi tendi la mano oltre l'abisso. 

Sei invulnerabile tu, non hai il tallone d'Achille. 
Andrai avanti, e quando avrai prevalso 
Potrai dire: qui molti hanno fallito. 
Ma cosa mai posseggo, amico mio, cosa posseggo 
Da poterti donare, e cosa puoi ricevere da me? 
Nient'altro che amicizia e simpatia 
Da chi sta per raggiungere la fine del viaggio. 

Rester� qui a sedere, servendo il t� agli amici... � 

Prendo il cappello: come potr� vigliaccamente fare ammenda 
Per quello che mi ha detto? 
Mi vedrete nel parco ogni mattina 
A leggere i fumetti e la pagina sportiva. 
Noto in particolare 
Una contessa inglese che si d� alle scene. 
Un greco assassinato 
Durante un ballo polacco, un reo di peculato 
Che ha reso confessione. Mantengo il mio contegno, 
E rimango padrone di me 
Fino al momento in cui un organetto, meccanico e stanco, 
Ripete un vecchio canto estenuato 
Con il profumo dei giacinti nel giardino, richiamando 
Alla memoria cose che altri hanno desiderato. 
Sono sbagliate o giuste queste idee? 



III 
La notte d'ottobre discende; 
tornando come prima se si esclude 
Quasi un leggero senso di malessere 
Salgo le scale e giro la maniglia, ed ho la sensazione 
D'esser salito strisciando sulle mani 
E sui ginocchi. � E cos� parti per l'estero; e quando 
Pensi di ritornare? Ma � una domanda inutile. 
Difficilmente saprai quando ritorni, 
Troverai molte cose da imparare. � 
Il mio sorriso cade pesantemente in mezzo al bric-�-brac. 
� Forse mi potrai scrivere. � 
La mia padronanza di me s'accende per un attimo-, 
Questo me l'aspettavo per davvero. 
� Ultimamente me lo chiedevo spesso 
(Ma i nostri inizi non sanno mai quale sar� la fine!) 
Perch� non siamo diventati amici. � 
Mi sento come uno che sorrida, 
e volgendosi noti all'improvviso 
La sua espressione riflessa in uno specchio. 
La mia padronanza si spegne; noi siamo veramente al buio. 

� Perch� tutti l'avevano detto, tutti i nostri amici, 
Erano tutti sicuri 
che i nostri sentimenti si accordassero 
Cos� intimamente! Anche per me � difficile capire. 
Ora dobbiamo lasciarle al destino queste cose. 
In tutti i casi, mi scriverai. 
Forse non � troppo tardi. 
Rester� qui a sedere, servendo il t� agli amici. � 
E devo approfittare d'ogni forma mutevole se voglio 
Trovare l'espressione... ballare, ballare 
Come un orso ballerino, 
Strillare come un pappagallo, 
schiamazzare come una scimmia. 
Andiamo a prendere aria, in un'estasi di tabacco - 
Bene! E cosa accadrebbe se un pomeriggio morisse, 
Un pomeriggio grigio e fumoso, 
una sera gialla e rosa; 

Se lei morisse e mi lasciasse 
qui seduto con la penna in mano 
Con il fumo che scende gi� dai tetti; 
Pieno di dubbio, per un certo tempo 
Senza sapere cosa provo o se comprendo 
N� se sia saggio o pazzo, 
in ritardo o in anticipo... 
Non avrebbe la meglio, dopo tutto? 
Questa musica trova il tono giusto 
con un � morendo � 
Ora che noi parliamo di morire - 
E avrei il diritto di sorridere? 


***


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