JOHN KEATS
CHE MI AMI TU LO DICI, MA CON UNA VOCE
Che mi ami tu lo dici, ma con una voce
Pi� casta di quella d'una suora
Che per s� sola i dolci vespri canta,
Quando la campana risuona -
Su, amami davvero!
Che mi ami tu lo dici, ma con un sorriso
Freddo come un'alba di penitenza,
Suora crudele di San Cupido
Devota ai giorni d'astinenza -
Su, amami davvero!
Che mi ami tu lo dici, ma le tue labbra
Tinte di corallo insegnano meno gioia
Dei coralli del mare -
Mai che s'imbroncino di baci -
Su, amami davvero!
Che mi ami tu lo dici, ma la tua mano
Non stringe chi teneramente la stringe;
� morta come quella d'una statua
Mentre la mia brucia di passione -
Su, amami davvero!
Su, incendiamoci di parole
E bruciandomi sorridimi - stringimi
Come devono gli amanti - su, baciami,
E l'urna, poi, delle mie ceneri
seppelliscila nel tuo cuore -
Su, amami davvero!
***
KEATS: SENZA DI TE
Non posso esistere senza di te.
Mi dimentico di tutto tranne che di rivederti:
la mia vita sembra che si arresti l�,
non vedo pi� avanti.
Mi hai assorbito.
In questo momento ho la sensazione
come di dissolvermi:
sarei estremamente triste
senza la speranza di rivederti presto.
Avrei paura a staccarmi da te.
Mi hai rapito via l'anima con un potere
cui non posso resistere;
eppure potei resistere finch� non ti vidi;
e anche dopo averti veduta
mi sforzai spesso di ragionare
contro le ragioni del mio amore.
Ora non ne sono pi� capace.
Sarebbe una pena troppo grande.
Il mio amore � egoista.
Non posso respirare senza di te.
Non pensarci, mia cara
Non pensarci, mia cara,
Non pianger pi�:
a sospirare impara,
e di non tornare, diglielo tu!
Dolcezza mia, non impallidire,
Non mostrare il volto triste e sconsolato:
Oppure, se vuoi, spargi pure una lacrima
- se n'� andato -
Si, certo, era nato per morire!
Ancora cosi pallida? Piangi pure, allora, a profusione,
Che le lacrime tue conter� nel sentire:
Saranno per te una benedizione
Negli anni a venire!
Vedi? HA lasciato i tuoi occhi pi� sfavillanti
d'un soleggiato ruscello,
e le tue melodie sussurranti
Son ancora pi� dolci di quello!
Pure, poich� lacrime e pianto son seguaci
Delle gioie fuggenti,
Insieme piangiamo: ma le note dolenti
Del rimpianto intrecciate sian di baci.
VOGLIO UNA COPPA PIENA SINO ALL'ORLO
di JOHN KEATS
"Che terribile bellezza!
Da quest'istante strappo dalla mia mente
qualsiasi altra donna"
Voglio una coppa piena sino all'orlo
E dentro annegarci l'anima:
Riempitela d'una droga capace
Di bandire la Donna dalla mente.
E non voglio dell'acqua poetica, che scaldi
I sensi al desiderio lussurioso,
Ma una sorsata profonda
Tracannata dalle onde del Lete,
Per liberare con un incanto il mio
Petto disperato dall'immagine
Pi� bella che gli occhi miei festanti
Videro, intossicandone la mente.
� inutile - mi perseguita struggente
La dolcezza di quel viso.
Lo sfavillio del suo sguardo splendente -
E quel seno, terrestre paradiso.
Mai pi� felice sar� la vista mia,
Ch� ha perso il visibile ogni sapore:
Perduto � il piacere della poesia,
L'ammirazione per il classico nitore.
Sapesse lei come batte il mio cuore,
Con un sorriso ne lenirebbe la pena,
E sollevato ne sentirei la dolcezza,
La gioia, mescolata col dolore.
Come un toscano perduto in Lapponia,
Tra le nevi, pensa al suo dolce Arno,
Cos� sar� lei per me in eterno
L'aura della mia memoria.
***
Mia cara ragazza, ti amo ancora e ancora e senza
riserve... In ogni modo possibile, anche le mie
gelosie non erano che agonie dell'Amore, nelle
fitte piu' intense che mai ho provato, sarei morto
per te.
Tu sempre nuova. L'ultimo dei tuoi baci era il
piu' dolce, l'ultimo sorriso il piu' luminoso,
l'ultimo movimento il piu' aggraziato.
John Keats a Fanny Brawne (1820)
***
Compassione ti chiedo
Compassione ti chiedo - e piet� - e amore - s�, amore,
un amore misericordioso che strazio soltanto non sia,
costante, innocente, con un pensiero solo dominante,
senza veli o maschere, che anche nudo sia puro!
Tutta, tutta, lasciami averti - mia!
La tua forma e la tua bellezza, quel veleno dolce
d'amore, il tuo bacio, e le tue mani, e gli occhi divini,
il seno caldo, bianco, luminoso, capace di mille piaceri -
te stessa - la tua amica - per piet�, tutta lasciami averti,
e non tenerti un atomo solo - o morir� -
se vivessi sarebbe come un servo miserabile,
dimentico, tra tanta inutile infelicit�,
ch'abbia un senso la vita - il palato della mente
perder� il suo gesto, la mia ambizione la vista.