CAMILLO SBARBARO
Ora che sei venuta
Ora che sei venuta,
che con un passo di danza sei entrata
nella mia vita
quasi folata in una stanza chiusa
a festeggiarti, bene tanto atteso,
le parole mi mancano e la voce
e tacerti vicino gi� mi basta.
Ma te la mia inquietudine cercava
Quando ragazzo
Nella notte d'estate rifacevo
Alla finestra come soffocato:
che non sapevo, m'affanava il cuore.
E tutte sue sono le parole
Che, come l'acqua all'orlo che trabocca,
alla bocca venivano da sole,
l'ore deserte ,quando s'avanzan
puerilmente le mie labbra d'uomo
da se, per desiderio di baciare.
***
Taci anima stanca di godere
Taci, anima stanca di godere
e di soffrire (all'uno e all'altro vai
rassegnata).
Nessuna voce tua odo se ascolto:
non di rimpianto per la miserabile
giovinezza, non d'ira o di speranza,
e neppure di tedio.
Giaci come
il corpo, ammutolita, tutta piena
d'una rassegnazione disperata.
Non ci stupiremmo,
non � vero, mia anima, se il cuore
si fermasse, sospeso se ci fosse
il fiato...
Invece camminiamo,
camminiamo io e te come sonnambuli.
E gli alberi son alberi, le case
sono case, le donne
che passano son donne, e tutto � quello
che �, soltanto quel che �.
La vicenda di gioia e di dolore
non ci tocca. Perduto ha la voce
la sirena del mondo, e il mondo � un grande
deserto.
Nel deserto
io guardo con asciutti occhi me stesso.