Versi liberi di vario ritmo (settenari, senari, quinari), raggruppati in due strofe di diversa lunghezza; gli a capo sono frequenti e fuori di ogni regola; sembrano obbligare la voce a sostare nella lettura, quasi a scandire; manca la punteggiatura; il livello fonico � costruito sull'accentuazione del valore e del tono delle sillabe con frequenti allitterazioni (consonanze e assonanze) e anche rime; la struttura sintattica � sorretta, inizialmente, dai participi passati (buttato, massacrato, digrignata, volta, penetrata) fino ai passati prossimi ho scritto e a non sono mai stato; questa particolare sintassi, quasi a segmenti (con la "compiutezza" di quei participi passati e la "prossimit�" delle azioni del fante-poeta, passate ma non remote) costituisce una forma di espressionismo poetico.

Temi:

Con questa lirica entra per la prima volta ne "Il Porto Sepolto" ( e poi nell'"Allegria") il tema della guerra: � la prima atroce pagina del "diario di guerra", nel quale il fante-poeta racchiude l'esperienza della trincea (un anno terribile sul fronte del Carso, dal dicembre del 1915 al dicembre del 1916; � bene ricordare che Ungaretti non smise di combattere nel 1916, continu� sul fronte della Champagne, in Francia, ma ci� che scrisse dopo non � oggetto della nostra ricerca). La lirica inizia con la descrizione espressionistica e molto incisiva, nei primi versi, del commilitone morto accanto al soldato Giuseppe. Dal primo piano a un campo medio, come in una sequenza del cinema muto dell'epoca, l'attenzione viene repentinamente spostata sulla dimensione personale: alla morte, il fante-poeta oppone l'esperienza, la consolazione, l'ancora di salvezza della scrittura, riscoprendo in s� un fortissimo attaccamento alla vita. Nella splendida e silenziosa notte di plenilunio, nasce "la volont� di espressione, necessit� d'espressione�esaltazione, quell'esaltazione quasi selvaggia dello slancio vitale, dell'appetito di vivere, che � moltiplicato dalla prossimit� e dalla quotidiana frequentazione della morte."

Dando un primo sguardo alla poesia si pu� capire che parla della prima guerra mondiale; in realt� non � cos� semplice come appare poich� nasconde un messaggio ermetico. Questo ci viene dimostrato dal primo verbo: "buttato". L'autore con una sola parola estremamente semplice � riuscito a dimostrare e a farci comprendere il suo stato d'animo e le sue sensazioni. Si � sentito vecchio, scartato e inutilizzato dall'intera societ�; probabilmente non era consapevole che l'unica vera colpevole, di tali sentimenti, fosse la guerra. Cos� Ungaretti in una sola parola ha costruito un paragone: lui buttato nel fango come uno straccio usato. In molte altre occasioni utilizza termini che costituiscono un intero verso. E' una dimostrazione dell'ermetismo: ogni singola parola cela un significato nascosto. Nel penultimo verso in cui l'autore si serve di una sola parola, lo spazio bianco sembra quasi volerne prolungare il suono, l'eco. Lo scrittore usa per il compagno ormai sconfitto dalla morte verbi di modo indefinito, mentre per s� utilizza quello finito, attribuendo loro significati precisi. Possiamo trovare altre analogie, stavolta riferite al compagno morente, o meglio alle mani e alla bocca. Quest'ultima ci viene presentata in una espressione d'ira, solita ai cani e non agli uomini; ci� che della metafora ci colpisce maggiormente � l'attenzione posta verso il plenilunio, la luna piena. Infatti essa pu� essere vista dal soldato come unico simbolo naturale in mezzo a un mondo distrutto dalla guerra. La luna rappresenta il cielo, la terra indifferenti in modo quasi sfacciato al destino degli uomini. Pu� esserle attribuito un secondo significato: � l'unico punto di riferimento per il soldato che, come il plenilunio, era nel pieno della sua giovinezza. Forse non era solo il dolore a fargli digrignare la bocca, ma l'invidia, la rabbia contro qualcosa che ignara brillava completa nelle tenebre.
Impressionante la descrizione di quelle mani tumide, gonfie, perdute, che sembrano voler strappare il cuore silenzioso, straziato dello scrittore. E' un' immagine che pu� essere intesa diversamente; in senso di supplica verso il compagno vivo, sperando in questo modo di rubargli un p� di vita oppure attirarlo con s� nel vortice della morte. La situazione appare come una condizione: "se muoio io, muori anche tu". E' un egoismo che non merita una punizione da parte dell'autore perch� il compagno � gi� stato punito da Dio con la morte.
Contemporaneamente � scattata nell'autore una voglia bramosa di vita, di amore nei suoi confronti. Proprio in questo punto della poesia, Ungaretti interviene per giungere ad una conclusione decisiva. Tra le due strofe possiamo notare non un segno di punteggiatura che le divida; � come se l'autore si fosse fermato per far trarre a se stesso e al lettore certe impressioni. Potremmo anche pensare alla poesia come ad un intero ragionamento che termina con una deduzione logica.

Figure retoriche

metonimia : v.8 -con la congestione
metafora: v. 10 -penetrata

climax :Vv. 14,15,16
Enjambement: vv. 12-13

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