DANTE : Così nel mio parlar voglio esser aspro

A.DANTE : Così nel mio parlar voglio esser aspro


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Così nel mio parlar voglio esser aspro

DANTE

 

Così nel mio parlar voglio esser aspro
com'è ne li atti questa bella petra,
la quale ognora impetra
maggior durezza e più natura cruda,
e veste sua persona d'un diaspro
tal che per lui, o perch'ella s'arretra,
non esce di faretra
saetta che già mai la colga ignuda;
ed ella ancide, e non val ch'om si chiuda
né si dilunghi da' colpi mortali,
che, com'avesser ali,
giungono altrui e spezzan ciascun'arme:
sì ch'io non so da lei né posso atarme.
Non trovo scudo ch'ella non mi spezzi
né loco che dal suo viso m'asconda;
ché, come fior di fronda,
così de la mia mente tien la cima.
Cotanto del mio mal par che si prezzi,
quanto legno di mar che non lieva onda;
e 'l peso che m'affonda
è tal che non potrebbe adequar rima.
Ahi angosciosa e dispietata lima
che sordamente la mia vita scemi,
perché non ti ritemi
sì di rodermi il core a scorza a scorza
com'io di dire altrui chi ti dà forza?
Che più mi triema il cor qualora io penso
di lei in parte ov'altri li occhi induca,
per tema non traluca
lo mio penser di fuor sì che si scopra,
ch'io non fo de la morte, che ogni senso
co li denti d'Amor già mi manduca:
ciò è che 'l pensier bruca
la lor vertù sì che n'allenta l'opra.
E' m'ha percosso in terra, e stammi sopra
con quella spada ond'elli ancise Dido,
Amore, a cui io grido
merzé chiamando, e umilmente il priego:
ed el d'ogni merzé par messo al niego.
Egli alza ad ora ad or la mano, e sfida
la debole mia vita, esto perverso,
che disteso a riverso
mi tiene in terra d'ogni guizzo stanco:
allor mi surgon ne la mente strida;
e 'l sangue, ch'è per le vene disperso,
fuggendo corre verso
lo cor, che 'l chiama; ond'io rimango bianco.
Elli mi fiede sotto il braccio manco
sì forte che 'l dolor nel cor rimbalza:
allor dico: "S'elli alza
un'altra volta, Morte m'avrà chiuso
prima che 'l colpo sia disceso giuso".
Così vedess'io lui fender per mezzo
lo core a la crudele che 'l mio squatra;
poi non mi sarebb'atra
la morte, ov'io per sua bellezza corro:
ché tanto dà nel sol quanto nel rezzo
questa scherana micidiale e latra.
Omè, perché non latra
per me, com'io per lei, nel caldo borro?
ché tosto griderei: "Io vi soccorro";
e fare'l volentier, sì come quelli
che nei biondi capelli
ch'Amor per consumarmi increspa e dora
metterei mano, e piacere'le allora.
S'io avessi le belle trecce prese,
che fatte son per me scudiscio e ferza,
pigliandole anzi terza,
con esse passerei vespero e squille:
e non sarei pietoso né cortese,
anzi farei com'orso quando scherza;
e se Amor me ne sferza,
io mi vendicherei di più di mille.
Ancor ne li occhi, ond'escon le faville
che m'infiammano il cor, ch'io porto anciso,
guarderei presso e fiso,
per vendicar lo fuggir che mi face;
e poi le renderei con amor pace.
Canzon, vattene dritto a quella donna
che m'ha ferito il core e che m'invola
quello ond'io ho più gola,
e dàlle per lo cor d'una saetta,
ché bell'onor s'acquista in far vendetta.

 

Lontana dai modi stilnovistici e dalla sublimazione della donna.questa canzone fa parte delle rime petrose. Con tale nome dante si riferisce ad una nota Pietra, uno pseudonimo allusivo che sta ad indicare lo stile di un linguaggio aspro ed intenso.Ne deriva un risultato opposto a quanto il poeta aveva perseguito nella Vita Nova per l’immagine della donna.Qui la donna non è più un angelo capace di elevazione spirituale , ma veicolo di sofferenza e tormento interiore.

 

Le prime quattro stanze sono dominate dal tema della crudeltà della donna (elemento innovativo rispetto alla tradizione stilnovistica, che spesso rappresentava Amore come crudeltà). Le ultime due stanze e il congedo vedono invece il capovolgersi della situazione: è il poeta, sia pure solo con l’immaginazione, a infierire con crudeltà sulla donna, applicando contro di lei una sorta di legge del contrappasso.LA DONNA DIVENTA UN’ASSASSINA MICIDIALE  meritevole d’essere trascinata dalla passione in un burrone

 

Si tratta di una canzone divisa in sei stanze di 13 versi ciascuna, più un congedo di 5 versi. Le stanze,  formate da  endecasillabi e settenari, si dividono in una fronte di 8 versi  e una sirma di cinque versi . Lo schema delle stanze è pertanto ABbC, ABbC; C, Dd, EE.
La metrica ricorre spesso a rime baciate, che danno al testo un effetto  incalzante.

 

SPIEGAZIONE

 

In questo mio scrivere versi voglio essere duro così come è donna Petra, dura di cuore, la quale ha una natura sempre più crudele facendomi soffrire tenendomi lontano; i suoi colpi bassi,  come se avessero le ali, mi  raggiungono  spezzando ogni mia armatura. Non c’è  protezione che ella non possa annientare .

E questa passione spietata d'amore  mi ferisce e mi fa soffrire continuamente; Amore mi sta sopra con quella sua spada e toglie speranza alla mia debole vita: allora sorgono grida lamentose nella mia mente che si smarrisce. Tutto il dolore, così, si ripercuote nel cuore che non chiede altro che vendetta. Potessi vedere Amore annientare il cuore della donna crudele che fa a pezzi il mio!

Perché non  desidera me come faccio io per lei nell'abisso infuocato della passione!

Allora la soccorrerei e metterei la mano nei biondi capelli che Amore arriccia e rende dorati per rovinarmi, per non farmi capire più niente.Se potessi stringer le belle trecce della mia amata,  non le lascerei più fino a sera.

E se Amore provasse a frustarmi con esse, io mi vendicherei più di mille volte tanto per punire  ogni suo rifiuto.E poi le darei il mio perdono, e con esso il mio amore.

Mia canzone colpisci Petra che mi ha conquistato  e trapassale il cuore con una freccia, così io renderò contento il mio orgoglio d'innamorato non corrisposto come volevo!

 

 

 

 


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