EDGAR ALLAN POE
(1809 -1849)
EULALIA
Io dimorai solitario
In un mondo di lamento,
E la mia anima fu un'acqua stagnante,
Finch� la bella e gentile Eulalia
divenne la mia pudica sposa
Finch� la giovine Eulalia dalla bionda chioma
divenne la mia sorridente sposa.
Ah, meno � meno lucenti
Le stelle della notte
Degli occhi della raggiante fanciulla!
E mai un fiocco
Che il vapore pu� fare
Colle tinte di porpora e di perla della luna,
Pu� gareggiare col pi� negletto
ricciolo della modesta Eulalia
Pu� paragonarsi al pi� umile
e negletto ricciolo di Eulalia dagli occhi lucenti.
Ora il Dubbio � ora il Dolore
non ritornano mai pi�,
Poich� la sua anima mi dona sospiro per sospiro,
E durante tutto il giorno
Splende, brillante e vivida,
Astarte nel cielo,
Mentre sempre a lei la cara Eulalia
leva il suo occhio di matrona
Mentre sempre a lei la giovine Eulalia
leva il suo occhio di viola.
ALLAN POE
UN SOGNO DENTRO UN SOGNO
Questo mio bacio accogli sulla fronte!
E, da te ora separandomi,
lascia che io ti dica
che non sbagli se pensi
che furono un sogno i miei giorni;
e, tuttavia, se la speranza vol� via
in una notte o in un giorno,
in una visione o in nient'altro,
� forse per questo meno svanita?
Tutto quello che vediamo, quel che sembriamo
non � che un sogno dentro un sogno.
Sto nel fragore
di un lido tormentato dalla risacca,
stringo in una mano
granelli di sabbia dorata.
Soltanto pochi! E pur come scivolano via,
per le mie dita, e ricadono sul mare!
Ed io piango - io piango!
O Dio! Non potr� trattenerli con una stretta pi� salda?
O Dio! Mai potr� salvarne
almeno uno, dall'onda spietata?
Tutto quel che vediamo, quel che sembriamo
non � che un sogno dentro un sogno?
***
Vorresti essere amata?E tu fa� che il tuo cuore
non si discosti dal sentiero di ora!
Essendo ogni cosa che ora tu sei,
non essere mai altro che non sei.
Cos� i tuoi cortesi modi di vita,
la tua grazia, la tua pi� che bellezza
saranno un tema d�elogio senza fine,
e l�amore � non altro che un puro dovere.
***
A Elena
La tua bellezza Elena � per me
Come quei legni di Nicea d'un tempo
Che adagio per un odoroso mare
Portavano lo stanco e tediato viaggiatore
Alla riva natia.
Per mari disperati abituato a errare,
i tuoi capelli di giacinto, il puro viso,
le grazie tue di Naiade mi hanno riportato
alla gloria che fu la Grecia
alla grandezza di Roma.
Ed ecco! Nella nicchia splendere
Simile ad una statua tu m'appari
Con la lampada d'agata in mano!
Ah Psiche, venuta da quelle regioni
Che sono Terra-Santa
**
CANTO
Ti vidi nel tuo giorno nuziale
e t' invase una vampata di rossore,
quantunque felicita' ti brillasse d' intorno
e il mondo fosse tutto amore innanzi a te.
E il baleno che s' accese nei tuoi occhi
(quale ch' esso fosse per me),
fu quando alla Belta' di piu' conforme
potesse svelarsi alla mia vista dolente.
Fu quel rossore, credo, pudore di fanciulla -
e ben si comprende che cosi' fosse.
Ma un piu' fiero incendio quel baleno
sollevo' - ahime'! - nel petto di colui
che ti vide nel tuo giorno nuziale,
allorche' ti sorprese quell' acceso rossore,
quantunque felicita' ti brillasse d' intorno
e il mondo fosse tutto amore innanzi a te.
POE
A una in Paradiso
Eri per me quel tutto, amore,
per cui si struggeva la mia anima -
una verde isola nel mare, amore,
una fonte limpida, un' ara
di magici frutti e fiori adornata:
e tutti erano miei quei fiori.
Ah, sogno splendido e breve!
Stellata speranza, appena apparsa
e subito sopraffatta!
Una voce del Futuro mi grida
<> - ma e' sul Passato
(oscuro gugite!) che la mia anima aleggia
tacita, immobile, sgomenta!
Perche' mai piu', oh, mai piu' per me
risplendera' quella luce di Vita!
Mai piu' - mai piu' - mai piu' -
(e' quel che il mare ripete
alle sabbie del lido) - mai piu'
rifiorira' un albero percosso dal fulmine,
ne' potra' piu' elevarsi un' aquila ferita.
Vivo, trasognato, giorni estatici,
e tutte le mie notturne visioni
mi riportano ai tuoi grigi occhi di luce,
a la' dove tu stessa ti porti e risplendi,
oh, in quali eteree danze,
lungo rivi che scorrono perenni.