Parla con IL POETA Vincenzo Melino nasce nel 1953 a Colletorto (CB). Ha studiato a Perugia, dove si � laureato in Scienze Politiche. Attualmente vive e lavora a Campobasso. Appassionato del mondo rurale si occupa di tradizioni locali, salvaguardia dell'ambiente e di 'vivere sano'. La campagna e il suo paese natale sono costantemente presenti nei suoi scritti come luoghi di perenne nostalgia. 'Miti e chimere nei ricordi della sera' (Silele Edizioni,2010) � il titolo del suo primo romanzo, con il quale ha partecipato al Concorso Nazionale Letterario Histonium 2010 di Vasto (CH), vincendo il Premio Speciale della Giuria.
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POESIE DI VINCENZO MELINO 2
Il mondo piange Il mondo piange su sguardi distratti e su ansie di vita, su sorrisi ondulati d�aria inquieta, su volti immersi nella putredine di un ghetto, su labirinti di cunicoli senza via d�uscita. Il mondo piange la sordida monotonia di voci piatte e rauche, di urla sprezzanti e ghigni felini, di facce purpuree nello sforzo di gridare, di strepiti clandestini riflessi in dolorose afflizioni. Il mondo piange su guance scavate, su occhi infossati, su visi esaltati e tetri, su sussulti spasmodici e crisi di paura, su movimenti imbrigliati nell�essenza del tempo e nella giustizia del cuore. Il mondo piange nei santuari della coscienza, in grigi riverberi d�isteria, in opachi scandagli morali, nel sospiro profondo di uno spirito vagante alla ricerca di un raggio di luce. Il mondo piange su schegge di pietra, su argini di tempo perduto, su plumbei sepolcri di nuvole, su fragili dignit� umane e sulla rassegnata solitudine di una fermata d�autobus. Una nebbia triste mi entra nell�anima spegnendola. La forza dei ricordi Rimorsi e rimpianti come rovi intralciano il sentiero. Se non li spezzi t�intrigheranno sempre. Ma i rovi ricrescono e i sentimenti smarriti ritornano. E allora occorre un nitore incessante per spazzolare i dolori e renderli levigati come ciottoli di torrenti. E allora occorre un nitore incessante per ridare serenit� ai sentieri della coscienza. Come una falce la forza dei ricordi taglia i tristi fieni dell�oblio. Chimera Appoggio la testa al tronco di un albero, alle pietre, alle rocce e ascolto la voce delle foglie, il racconto del ruscello. Appoggio la testa sul dorso della collina e odo le musiche tradizionali, le fiabe autentiche, i discorsi folcloristici del popolo. Nel riverbero soffuso di una chimera rivedo l�alba algida, il tramonto rutilante, il sorgere della luna sulla solitudine delle campagne molisane. Una vita volgare Le pareti della stanza generano nel mio spirito la nausea quotidiana della vita volgare. Desidero fuggire per non vedere pi� questi volti, queste abitudini e questi giorni. Voglio riposare, estraniandomi da questa assurda monotonia. Voglio sentire arrivare il sonno come vita e non come riposo. Una capanna in riva al mare, un pagliaio sul terrazzo ruvido della montagna. Grumi di verit� Viso rugoso come guscio di noce, zigomi sporgenti e bocca infossata. Capelli crespi e baffi che coprono, come una fettuccia di neve, tutto il labbro. Grandi mani callose radicate in zolle di terra, temprate in austera fierezza e nella dignit� di aspre briciole. Fragili parole artigliano la coscienza in grumi di verit�. Sguardo assente e incupito nel tormento dell�esistenza. Languida come il cielo al crepuscolo la luce degli occhi assorbe l�infinito col tremore di un groppo in gola. Romantico Non mi indigno perch� l�indignazione � dei forti, non mi rassegno perch� la rassegnazione � dei nobili, non taccio perch� il silenzio � dei grandi. Soffro e sogno. Mi lamento perch� sono debole e romantico. Mi diverto a rendere musicali i miei lamenti e ad arrangiare i miei sogni. Mi spiace solo di non essere bambino per continuare a credere ai miei sogni, di non essere pazzo per potermi uniformare all�anima di tutti coloro che mi circondano. Porto con me la coscienza della sconfitta come uno stendardo di vittoria. Stalagmiti La mia vita inquieta piange in ogni goccia di pioggia. C�� la mia malinconia negli acquazzoni notturni. Come la mia tristezza il temporale rovescia inutilmente i suoi strali sulla terra. Le grondaie vomitano torrenti d�acqua, la mia anima � umida, la mia carne � liquida. La pioggia batte contro la vetrata e scende sulla mia coscienza con un rumore molesto come di acqua su stalagmiti. Un freddo smanioso cinge con gelide mani il mio povero cuore. Ore grigie si allungano, si fanno pianura nel tempo e trascinano oscurati momenti. Libro di pietra Sensazioni come elastici si tendono in una flaccida continuit�. Mero riflesso dell�esistenza. Ho la bocca chiusa come se le labbra si dovessero incollare. Una tristezza diffusa mi accompagna. Tra nuvole desolate, leggere e monotone, vago e sfoglio la mia coscienza come un libro di pietra. Le cose morbide su cui mi adagio hanno spigoli per la mia razionalit�. Aspetti fluttuanti, macchie di movimenti, voci d�incertezza, cose che passano e non accadono. Grandi fruscii di alberi intorno a me. Da isole lontane osservo la pianura della mia meditazione. Finzione e turbamento, disordine e fredda pietra tombale. L�anima ricorda e piange. Ghirlande di astri Nuvole atone insaponano di grigio il cielo, nuvole che soffocano la luce con coperte di lentezza. Come un raggio smorto di sole fosco che si adagia sul verde scuro degli alberi trascino per strada i miei piedi e la mia spossatezza. Come una matassa aggrovigliata trascino per strada la mia anima. Come ghirlande di astri nella notte, tra unzioni di quiete e viali di solitudine, faccio naufragare il mio deambulare. In vaghe ombre di luce assaporo, senza pensare, il piacere di errare per la citt� e cammino come se nulla avesse una soluzione. Anagramma del grigiore Afferro ombre di uccelli, ghermisco spettri d�erba nel vento, come in un gioco di bimbo al crepuscolo. Metafisica di sagome autonome, poesia della rimembranza e della disillusione, tra diplomazie di sorde battaglie. Analisi lenta di vibrazioni, scienza atomica dell�anima, musica della volont�, fragile anagramma del grigiore. Parole oziose, perdute in sciolte metafore, incatenano le mie ombre in vaghe angosce. Cornici che inquadrano sensazioni, rilegature di ci� che pensiamo. Paesaggi colorati di case e comignoli, di prati e foreste, di speranze e felicit�. Paesaggi scialbi di anime monotone che salgono in superficie con parole antiche e gesti logori. Fondamentale stupidit� dell�espressione umana. Nuvole del sud Esistono metafore pi� reali delle persone che camminano per strada. Immagini nelle pieghe nascoste di un libro. Falsi sorrisi, inganni di tenerezze, astuzia di carezze. Vestigia di ore migliori vissute lungo viali alberati. Lampada spenta il cui oro brilla nell�oscurit� attraverso il ricordo della luce estinta. Parole affidate al vento e alla terra, fatte scivolare sulle dita senza presa, come foglie secche. Nostalgia di fontane situate in ville altrui, razionalit� di ci� che non accade mai. Ore d�ansia nella mia azzurra tranquillit�. Tra le nuvole del sud perdo la mia anima. Ingredienti dell�anima Guardo la luce che si diffonde sui tetti delle case e trascino nei miei occhi il lieve agitarsi degli alberi alti sul declivio. Ingredienti dell�anima, erbe raccolte nei recessi delle rovine dei sogni, papaveri neri accanto alle tombe dei propositi, lunghe foglie di alberi osceni agitano i rami su rivoli inascoltati della coscienza. Inizio il quadro della consapevolezza perch� non ho la forza di pensare, termino la tela della razionalit� perch� non ho il coraggio di interrompere. Confusione di vari intervalli getta sterminati silenzi nella mia conversazione interiore e nella dissimulazione irreale della coscienza. Mi perdo nel vaneggiamento di un sentimento sincero, mi ritrovo in un�emozione trasognata e in vacue tenebre di vita. Il mio cuore si svuota, senza volerlo, come un secchio rotto. Pretendo Molti parlano di fame nel mondo ma pochi offrono ristoro: pretendo pane per gli affamati. Molti parlano di speranza ma pochi infondono fiducia: pretendo speranza per i rassegnati. Molti parlano di giustizia ma pochi si comportano con equit�: pretendo giustizia per i diseredati. Molti parlano di carit� ma pochi danno briciole di bont�: pretendo misericordia per gli indigenti. Molti parlano dei poveri ma pochi parlano con i bisognosi: pretendo dignit� per i poveri. Molti parlano di felicit� ma pochi regalano gioia: pretendo felicit� per le anime assopite. Lacrime senza pianto Tristi giunchi sulle rive di un fiume senza barche nereggiano nitidamente fra i margini distanti come indefinito pallore di sera acquatica. Sentimenti irrazionali, emozioni intense, ansia di cose impossibili, nostalgia di ci� che non � stato desiderio di ci� che sarebbe potuto essere, tristezza di non essere altro, insoddisfazione dell�esistenza. Lenta follia dello sconforto, reminiscenze di un altro mondo, reminiscenze intrecciate e mescolate, come viste in sogno, assurde nell�immagine ma non nell�origine. Lacrime senza pianto ardono nei miei occhi induriti. La finzione mi accompagna come la mia ombra. Una sorta di angoscia inesistente si rigonfia nella gola secca. Cado addosso alle speranze e alle certezze come il tramonto sulla collina. Naufragio dell�anima La pioggia � cessata, l�allegria dell�aria � troppo fresca sulla pelle. Il giorno sta finendo non nel grigiore ma in un pallido azzurro, un vago azzurro che si riflette sul selciato delle strade. Fulmini di razionalit� evidenziano il nerume dell�esistenza. Inerzia e falsit�, inutilit� laboriosa di giorni uguali. Trascino la mia vita, assurda come un orologio fermo, nel privilegio della mia penombra. M�invade un sentimento peggiore del tedio, un sentimento di desolazione, di naufragio dell�anima intera. Tutto diventa niente nella luce ancora calda delle ultime nuvole colorate. Il mio tedio assume tratti di orrore, la mia noia � paura. Il mio sudore non � freddo ma � fredda la mia coscienza del sudore. Il malessere dell�anima penetra nei pori del corpo e lo inonda. Sono come uno scaffale vuoto. Funerale della speranza nel silenzio dorato di cieli inerti e di grandi pianure biancastre. Giaccio sotto la vacuit� precipitata dell�universo intero. Vita estranea Vuota immensit� dell�universo entra nella mia coscienza come malinconia di sera inutile. Tranquilla insoddisfazione, lucida emozione, sentimento del vacuo e del tedio. Grande oblio del cielo e del cosmo scende lieve e leggero come naufragio esistenziale. Fragile speranza inonda la terra fredda come foschia senza nebbia. Fradicia illusione irradia le foreste e muove le foglie arrossate come un quadro esteriore, spettacolo senza trama, balletto senza senso. Nello specchio del pozzo profondo contemplo il mio volto e scopro il tedio senza torpore che scivola dalla collina come cenere invisibile su vecchie strade tracciate casualmente in punti insoliti della citt�. Felicit� dell�incoscienza brandisce il mio cuore come onda di luce esausta su spettri timidi e furtivi. E l�inquietudine dell�anima assapora l�amarezza sostanziale di una vita estranea come dolente monotonia. Frammenti di parole Incaprettata tra due cirri famelici la luna falcata libera il suo ghigno nel riverbero assurdo delle falene. Un fulmine caldo percorre la mente, lampi improvvisi serpeggiano fragorosamente nel cuore, un tuono assordante sconquassa l�anima. Occhi rappresi nell�incendio di sogni, ricordi, dubbi corrodenti. Frammenti di parole articolate con spasimo in suoni gutturali. Pianto di libert� Notte della vita e dell�anima, silenzio del pensiero e dello spirito. La libert� piange in silenzio come la luce che entra dalla finestra. Nella quiete parlano il sole e la pioggia, alberi e prati, pietre e ruscelli. Il silenzio, come una tomba, mi avvolge con fremiti notturni. E nel silenzio della natura mi difendo dalla vita. Stagno d�indifferenza Piove da un cielo invisibile oscurato di nebbia come fosse notte perenne. Nelle strade fango attaccaticcio. Pensieri si rincorrono rapidi come fulmini. Impulsi d�uggia e d�affetto, di rammarico e dispetto nel rimbombo di voci cavernose e remote. Occhi cosparsi di melma invernale, ombre del viso percorse da lampi d�ira. Il diavolo digrigna i denti e incendia le coscienze. Il tempo, come tornio, lima sussurri e infedelt�, consuma i ricordi e modella figure inanimate. Uragano di dolore, sisma d�afflizioni, stagno d�indifferenza. Luna falcata Voci lontane, soffici ombre, ricordi svolazzanti avvolti nel buio dell�esistenza. La solitudine taglia i pensieri come una falce di luna. Testa china e occhi senza speranza. Nell�aria odore di lacrime e singhiozzi bloccati in gola. Percuote l�orizzonte e rimbomba sulle acque tranquille del lago una malinconia incupita. Acquerugiola Come polvere d�argento un�acquerugiola insistente si posa sui vestiti della gente, bagna i volti, rende lucidi i lastroni del selciato, scurisce i muri, scivola dagli ombrelli. Come polvere d�argento gorgoglia nei canali, singhiozza su tetti e comignoli, schizza sopra gli alberi spogli e mormora la sua solitudine alla lussuria dei gatti vaganti nella notte buia. Come polvere d�argento scroscia attraverso gli ombrinali, si adagia sui cuori degli uomini, accarezza la loro anima e lava le coscienze. BOZZOLO DI QUIETE Case di pietra raggrumate su un colle, gente povera. Una piazza, una chiesa, un ritaglio di storia. La masseria dei nonni, un ciuffo di basilico, un cespuglio di rosmarino, l�androne delle scale. Un odore, un ricordo, un colore, un�amore. Il naso dentro le pagine di un libro nuovo, non ancora sfogliato. Belle visioni nel cuore e un bozzolo di quiete.
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