Ecco mormorar l'onde
e tremolar le fronde
e l'aura mattutina e gli arboscelli,
e sopra i verdi rami i vaghi augelli
cantar soavemente
e rider l'or�ente:
ecco gi� l'alba appare
e si specchia nel mare,
e rasserena il cielo,
e le campagne imperla il dolce gelo,
e gli alti monti indora.
O bella e vaga aurora,
l'aura � tua messaggera, e tu de l'aura
ch'ogni arso cor restaura.
E� un madrigale che ha protagonista l�alba, �
costruito con coppie di versi a rima baciata , con alternarsi di
settenari e di endecasillabi.
Tasso concepisce la sua composizione partendo
dal da "ecco". Insegna Dante che, dopo "ecco" od altri termini deittici,
sta per succedere qualcosa di importante (ed ecco verso noi venir per
nave / un vecchio... Canto III Inferno). Importante � la posizione
dell'anafora "e", che inizia in tutti i versi, e la ripetizione di
"ecco", a dividere in due il componimento.
Parafrasi:
Ecco il rumore delle onde e oscillare le fronde e l'aria mattutina e
gli arboscelli, e sopra i verdi rami gli uccelli cantare dolcemente e
illuminarsi l'oriente: ecco gi� l'alba appare e si riflette la luce nel
mare, e rende chiaro il cielo e la fresca rugiada copre di goccioline la
campagna e ricopre le cime dei monti con uno riflesso d'oro. O bella e
vaga Aurora, l'aria ci annuncia il tuo apparire, e tu dell'aria che
piace ad ogni uomo.