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IL VASO DI PANDORA mito greco
dal web Con le braccia vigorose, la modell� in
argilla dal capo alle piante, la fece disseccare, le plasm� con dita sapienti un
volto soave, la color� di tenero rosa e le diede come anima una scintilla del
fuoco divino che ardeva nei forni immensi dell�Olimpo. Allora la donna apr� gli
occhi, sorrise e le sue membra si mossero con grazia; era in tutto simile alle
bellissime Dee. Accorse Minerva ad ammirarla e le don�
una cintura di perle e un abito ricchissimo di porpora e gemme; le Grazie le
adornarono il petto e le braccia di gioielli scintillanti; Venere, la dolce dea
dal sorriso adorabile, sparse sulla testa della fortunata ragazza tutte le pi�
squisite grazie femminili, mentre le Ore dalle lunghe trecce dorate
inghirlandavano la donna appena creata con serti di rose vellutate e profumate. Anche Giove volle offrire il suo dono
alla bellissima mortale, prima di mandarla fra gli uomini.�Io ti metto nome
Pandora � disse Giove. �E il tuo nome vuol dire la donna �di tutti i doni� e a
quelli che hai ricevuto ora, aggiungo il mio. Eccolo, tu porterai questo vaso
con te, quando andrai sulla terra. Esso contiene tutti i mali che possono far
piangere, soffrire, rovinare gli uomini. Guardati dunque dall�aprirlo, essi
sfuggirebbero tutti per il mondo; mentre invece chiusi l� dentro, rimarranno
imprigionati in eterno e non potranno nuocere a nessuno�. La donna accolse grata il dono del nume e
su di un cocchio a forma di cigno, scese sulla Terra ove il Fato aveva stabilito
che dovesse diventare la sposa di un re. Ma la curiosit�, a poco a poco, prese a
roderle il pensiero: che cosa dunque conteneva il prezioso vaso intarsiato
donatole da Giove? Tutti i mali aveva detto il nume? Ma come erano fatti? Quali
erano? E se avesse aperto appena un pochino il coperchio e avesse curiosato con
precauzione da uno spiraglio? Piano piano la donna sollev� il
coperchio, ficc� il viso nella breve fessura, ma dovette staccarsene subito
inorridita. Un fumo denso, nero e acre usciva a folate enormi dal vaso e mille
fantasmi orribili si delineavano in quelle tenebre paurose che invadevano il
mondo e oscuravano il sole. C�erano tutte le malattie e tutti i dolori e tutte
le brutture e tutti i vizi. E, tutti rapidi, inafferrabili, violenti, uscivano
dal vaso irrompendo nelle case tranquille degli uomini. Invano Pandora, cercava affannosamente di
chiudere il vaso, di trattenere i Mali e di rimediare al disastro. Il Fato
inesorabile si compiva e da quel giorno la vita degli uomini fu desolata da
tutte le sventure scatenate da Giove. Quando tutto il fumo denso fu svaporato
nell�aria e il vaso parve vuoto, Pandora guard� nell�interno: c�era ancora un
grazioso uccellino azzurro; era la Speranza, l�unico bene rimasto ai mortali a
conforto delle loro sventure. Giove aveva punito gli uomini con la
curiosit� rovinosa di Pandora, aveva voluto che i Mali fossero liberi di causar
loro infiniti castighi, ma aveva anche donato alla vita travagliata che egli
stesso aveva imposto all�umanit�, un dolce azzurro conforto:la Speranza che non
abbandona nessuno.
Erano troppo malvagi gli uomini da
qualche tempo. Giove, il possente nume che governava il Cielo e la Terra ne era
proprio stanco.�Bisogna punirli� si disse. E, chiamato presso il suo trono il
fabbro Vulcano gli comand� di fabbricargli una donna. �Fabbricare una donna!!!
Ma non � la stessa cosa che cesellare lo scudo di Minerva o sbalzare l�armatura
di Marte!� gli disse. �Obbedisci!!� ripet� Giove, severo. �Ho bisogno di
castigare gli uomini che stanno diventando veramente malvagi!� E Vulcano
obbediente se ne torn� alle sue fucine e cominci� a costruire la donna.