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ALTA E' LA
NOTTE
Vincenzo Monti
Alta è la notte, ed in profonda calma |
dorme il mondo sepolto, e in un con esso |
par la procella del mio cor sopita. |
Io balzo fuori delle piume, e guardo; |
e traverso alle nubi, che del vento |
squarcia e sospinge l’iracondo soffio, |
veggo del ciel per gl’interrotti campi |
qua e là deserte scintillar le stelle. |
Oh vaghe stelle! e voi cadrete adunque, |
e verrà tempo che da voi l’Eterno |
ritiri il guardo, e tanti Soli estingua? |
E tu pur anche coll’infranto carro |
rovesciato cadrai, tardo Boote, |
tu degli artici lumi il più gentile? |
Deh, perché mai la fronte or mi discopri, |
e la beata notte mi rimembri, |
che al casto fianco dell’amica assiso |
a’ suoi begli occhi t’insegnai col dito! |
Al chiaror di tue rote ella ridenti |
volgea le luci; ed io per gioia intanto |
a’ suoi ginocchi mi tenea prostrato |
più vago oggetto a contemplar rivolto, |
che d’un tenero cor meglio i sospiri, |
meglio i trasporti meritar sapea. |
Oh rimembranze! oh dolci istanti! io dunque, |
dunque io per sempre v’ho perduti, e vivo? |
e questa è calma di pensier? son questi |
gli addormentati affetti? Ahi, mi deluse |
della notte il silenzio, e della muta |
mesta Natura il tenebroso aspetto! |
Già di nuovo a suonar l’aura comincia |
de’ miei sospiri, ed in più larga vena |
già mi ritorna su le ciglia il pianto. |
Alta = profonda, lat. |
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piume = letto; metonimia poetica. |
che....l’iracondo soffio = che l'irato (iracondo) soffio del vento squarcia e sospinge innanzi. |
del ciel per gl’interrotti campi = interrotti dalle nuvole; metafora ricalcata dall' "agros coeli" latino. |
deserte = solitarie. |
Oh vaghe stelle = da qui Leopardi trasse la celebre apostrofe in apertura delle Ricordanze "Vaghe stelle dell'Orsa...". |
carro = quello formato dalle stelle dell'orsa maggiore di cui al verso seguente; Tardo = lento: l'Orsa maggiore si trova vicino al Polo e quindi il suo spostamento appare più lento; Boote = nome greco della costellazione dell'Orsa maggiore; Artici = settentrionali. |
rimembri = ricordi. |
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t’insegnai = ti segnalai. |
rote = movimenti circolari. |
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prostrato = chinato; stavo inginocchiato dinanzi a lei. |
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Oh rimembranze! = l'apostrofe e l'incalzante serie degli interrogativi che seguono lasceranno una profonda impressione in Leopardi fino ad influenzarne la sintassi, ravvisabile soprattutto nell'ode "A Silvia". |
mi deluse = mi ingannò. |
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in più larga vena = vena in questo caso designa il flusso dell'acqua e sta a significare: con più abbondanza. |
La poesia è divisa in tre parti :
La prima ha carattere contemplativo : nelle profonda quiete della notte il poeta contempla il cielo stellato.
La seconda ha un carattere riflessivo : la bellezza delle stelle spinge il poeta a meditare sulla caducità delle cose che un giorno coinvolgerà anche le stelle.
La terza parte ha carattere rievocativo : la vista dell’Orsa Maggiore spinge il poeta a rievocare i dolci incontri con la donna amata, facendolo sospirare e piangere.
Tema:
L'ode fa parte dei "Pensieri d'amore" scritti per Carlotta Stewart e pubblicati
nel 1783, in seno alla raccolta poetica dei Versi. La corona poetica è suddivisa
in dieci momenti, di cui quest'ode rappresenta l'VIII, e sviluppa in versi la
materia del Werther (tranne i pensieri V e IX). I dieci componimenti vengono
scritti negli anni in cui il poeta frequenta il salotto fiorentino di Fortunata
Sulgher, dove conosce Carlotta, una giovane fanciulla della quale s"innamora
perdutamente e si ispirano ad alcuni passi dei "Die Leiden des jungen Werthers"
di Goethe.
Il pensiero VIII in realtà
non deriva direttamente dal Werther ma dai Canti di Ossian (Ossian è per Werther
il più grande poeta di tutti i tempi), dove, in uno dei poemi più belli Il
Cartone (vv.608-619), un'oscura minaccia turba il corso sempre uguale del sole.
La riflessione sulla caduta degli astri e sulla fine del mondo è tipica della
letteratura preromantica e i solitari pensieri notturni del Poeta vertono
appunto su tale tematica, sulla possibile fine dell'intero universo con il
conseguente cadere degli astri e del sole nel caos originario.
Leopardi attingerà
copiosamente a questa lirica, specie per quanto concerne le Ricordanze, il cui
incipit è identico al verso montiano:"Vaghe stelle...". ed inoltre la seconda
parte dell´idillio leopardiano A Silvia ha il medesimo andamento finale del
pensiero del Monti.
Forma metrica: endecasillabi sciolti