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Giovanni Berchet
Giovanni Berchet (Milano 1783 � Torino 1851) Noto a molti come iniziatore teorico del
romanticismo italiano per il successo della Lettera semiseria
(mentre � l�ultimo uscito dei �manifesti�) il milanese Berchet ha iniziato
la sua attivit� letteraria come traduttore degli autori preromantici
inglesi: Il bardo di Gray, Il vicario di Wakefield di
Goldsmith. Fu poeta, critico e traduttore. Nella Lettera semiseria di
Grisostomo al suo figliuolo, pubblicata nel 1816, avvi�, assieme a
Borsieri e Di Breme, la battaglia romantica, proseguita sul Il
Conciliatore, a favore di una poesia accessibile a un pubblico
ampio, identificato nella borghesia considerata la
classe sociale dotata della cultura sufficiente per apprezzare gli scritti
del tempo. FANTASIE Il giuramento di Pontida fa parte delle Fantasie, una
lunga romanza, divisa in cinque parti, di argomento
storico-patriottico. L�opera di Berchet rompe con la tradizione
creando un modello epico-lirico, dal ritmo concitato e
popolare, assai imitato dai poeti civili del Risorgimento. Lo stile
mescola il decoro classicistico con modi e lessico attinti dal
linguaggio popolare, presentando un ritmo acceso che ben si
concilia con il vigoroso entusiasmo civile che caratterizza
i versi. La pagina di storia che Berchet recupera, al fine di proporne
l�esemplarit�, � medievale: siamo nel XII secolo, all�epoca
di Federico Barbarossa. Il giuramento di Pontida
rievoca l�alleanza stretta tra i Comuni lombardi contro il
Sacro Romano Impero di Federico, sancita il 7 aprile 1167
presso l�abbazia di Pontida, e formata da Milano, Lodi, Ferrara, Piacenza e
Parma. Il 1 dicembre 1167 venne allargata tramite l�alleanza con la Lega
Veronese ed altri Comuni, che port� nella Lega ben 26 (in seguito 30) citt�
dell�Italia settentrionale, tra cui Crema, Cremona,
Mantova, Piacenza, Bergamo, Brescia, Milano, Bologna, Padova, Reggio
nell�Emilia, Treviso, Venezia, Vicenza, Verona, Lodi, e Parma e che venne
detta Concordia. Ma perch� mai Berchet si sofferma proprio su questo episodio della storia
medievale per spronare i suoi contemporanei alla ribellione contro
l�oppressione austriaca? Non dobbiamo dimenticare che il
Romanticismo aveva recuperato il Medioevo come et� storica esemplare.
Consideriamo che si era inaugurato il filone storico con il romanzo di
Walter Scott Ivanhoe ambientato in Inghilterra
intorno al 1194. A favorire la diffusione del romanzo di carattere storico
in Italia fu indubbiamente il grande valore dei
Promessi sposi, ma soprattutto le caratteristiche della
situazione politica italiana che spronava i romanzieri a farsi
portavoce delle vicende storiche dell�Italia che si erano susseguite dal
Medioevo al Risorgimento, riportando esempi eroici di libert�
e di resistenza all�oppressione dello straniero. Se Manzoni scelse per il
suo capolavoro un�ambientazione risalente al XVII secolo, per le tragedie
prefer�, invece, attenersi al modello di Scott: nacquero, cos�, Il conte
di Carmagnola e l�Adelchi, entrambe di ambientazione
medievale. Stesse scelte operarono altri scrittori: tra i romanzi storici
successivi ebbe, ad esempio, un particolare successo il Marco Visconti
(1834) che Tommaso Grossi scrisse sull�esempio manzoniano
ma svolgendo ampiamente temi cavallereschi e pittoreschi legati al Medioevo
di maniera. Dal punto di vista metrico, Il giuramento di Pontida � scritto
in settenari ed endecasillabi. L�han giurato gli ho visti in Pontida Fin dall�inizio colpisce la reiterazione di quel L�han giurato
che scandisce con forza elementare il racconto epico. La
Lega che unisce venti citt� suscita un�enfasi di giubilo da
parte del poeta che vuole trascinare il lettore verso l�epilogo sperato: il
pennone, lo stendardo della Lega, presto sar� tinto di
rosso con il sangue dello straniero. Pi� sul cener dell�arso abituro Nei primi due versi c�� il palese riferimento alle punizioni che
Barbarossa infliggeva ai Comuni ribelli: Milano,
ad esempio, fu bruciata nel 1162. Ma ormai la popolazione � insorta
e, attraverso l�unione, rivendica il diritto ad una Patria.
E questa risolutezza deriva ai mariti e ai fratelli guerrieri dalle
donne: modeste, onorate, fedeli agli sposi, guida sicura per i
figli fiduciosi e ispiratrici dell�amor patrio agli uomini forti,
pronti a combattere per la libert� dal giogo straniero. In questi versi
prende forma il modello ideale della donna ottocentesca:
sorella, sposa, madre di eroi, ispiratrice dei grandi ideali di Dio, Patria
e famiglia. Perch� ignoti che qui non han padri Il poeta si chiede perch� degli uomini ignoti, stranieri,
che non possono vantare n� discendenza n� eredit�, debbano appropriarsi di
una terra non loro. Secondo il dottrinarismo liberale ottocentesco, la
Nazione si distingue per aver avuto in dono, direttamente
per volont� divina, la terra, i costumi e la lingua. Chi
usurpa ci� che non gli appartiene non ha, tuttavia, meno colpe di chi
permette che altri si approprino del dono che hanno
ricevuto. Questa �maledizione� ha lo scopo di smuovere le coscienze
e far s� che gli Italiani possano combattere uniti contro lo straniero per
recuperare ci� che in modo illegittimo gli � stato sottratto. Su, Lombardi! Ogni vostro Comune Ecco che il richiamo si fa esplicito: Su, Lombardi
� giunto il momento di reagire. In ogni Comune la campana faccia sentire i
suoi rintocchi e tutti gli abitanti dei feudi si rechino nel Comune cui
hanno giurato fedelt�. Ora il dado � gettato,
chiara eco di quel Alea iacta est di cesariana memoria; non si pu�
tornare indietro n� si possono nutrire dubbi. L�accenno a
qualche possibile ripensamento esprime efficacemente il clima di
sospetto e di timore che caratterizzava gli ambienti del
patriottismo clandestino dell�epoca. Il tradimento era sempre
possibile ma era nello stesso tempo un rischio che
bisognava correre. Federigo? Egli � un uom come voi. L�imperatore, nominato in questo passo per la prima volta, � un
uomo come tanti altri, nel pugno stringe una spada di ferro
esattamente come i Lombardi pronti a fronteggiarlo e i suoi
soldati sono fatti di carne ed ossa proprio come qualsiasi mortale.
Il numero dei nemici non deve spaventare perch� anche le madri
lombarde hanno tanti figli e hanno trasmesso, nel partorirli, la
forza di cui sono dotate al pari delle madri tedesche. In questo passo �
evidente che Berchet usi argomenti incoraggianti per
spronare un popolo indebolito dalla servit� e dalla scarsa
fiducia in se stesso. Su! Nell�irto increscioso Alemanno, Anche in quest�altra ottava il poeta cerca di infondere coraggio
negli uomini affinch� essi, puntando la spada nell�ispido e selvaggio
(aggettivi che denotano perlopi� il carattere morale del popolo
tedesco, aspro e ostile) petto dei tedeschi, si riprendano quella
terra che Dio ha concesso loro, altrimenti non sperino nemmeno di poter
conquistare il cuore delle donne. Esse, infatti, devono
premiare la virt� e castigare la vilt� dei loro uomini. Presto, all�armi! Chi ha un ferro l�affili; In quest�altra strofa si ribadisce lo stesso concetto: le armi devono
essere affilate, pronte a fronteggiare l�invasore che,
senza freno, ha tolto al popolo ci� che era loro. Per incitare con pi� forza
i suoi concittadini, Berchet, attraverso l�esempio del
Lombardi alleati, li invita a ricordare dei soprusi subiti.
La libert� non viene meno a chi la desidera; tuttavia essa
addita un percorso pieno di pericoli, concedendosi solo a
chi � disposto a morire per lei perch� non pu� essere
offerta in premio per gli ignavi e i velleitari. Gusti anch�ei la sventura, e sospiri Nell�epilogo della poesia, l�autore trascina il lettore
nell�immaginazione della vittoria sullo straniero: il
tedesco sofferente sospiri pensando al suo focolare domestico ma invochi il
ritorno invano perch� deve provare lo stesso dolore che ha
cagionato alle popolazioni sottomesse. L�insolenza con cui ha calpestato un
suolo non suo possa farlo cadere definitivamente e, morente, rivolga
l�ultimo saluto e l�estremo sospiro alla Patria perduta. IL SIGNIFICATO
DELLA LETTERA SEMISERIA E DEI
POEMETTI Va anche aggiunto che la maggiore importanza della riflessione
berchettiana risiede nel definire una nuova funzione del letterato
all'interno della societ�: accogliendo l'idea della letteratura "popolare" e
"nazionale", contraria alla dipendenza dai modelli classici, il Berchet pone
con forza il ruolo del poeta come di colui il quale possa essere autentico
interprete e mediatore degli interessi generali del pubblico nazionale.
Risulta immediatamente chiaro che parlando di letteratura "popolare", il
Berchet ha in mente un pubblico ben definito, senza di cui peraltro tutta la
sua produzione letteraria non sarebbe pensabile: si tratta del ceto medio,
liberale e cattolica, che il Berchet distacca nettamente da altri tipi di
lettori, da lui scherzosamente definiti degli "ottentoti" e dei "parigini".
Anche se l'autore � lungi dal voler indicare specificamente con tali
definizioni due precise e definite classi sociali, ma intende piuttosto
condannare chi si accosta alla letteratura con un atteggiamento troppo
aristocraticamente raffinato o estetizzante (i parigini), oppure rozzamente
utilitaristico (gli ottentoti), risulta ben chiaro che gli uni e gli altri
rappresentano gli estremi da evitare: le classi aristocratiche, che si
irrigidiscono in una valutazione del gusto orientato a modelli giudicati
prestigiosi (classicismo), e la "plebe affamata", che non sar� mai in grado
di aprirsi alla luce spirituale della cultura. Ma il poeta comunque non �
pi� parte d'un'�lite olimpica, anzi, e qui sta la vera novit�, deve "gradire
alla moltitudine", mettere la sua arte al servizio della gente, e farsi cos�
motore essenziale del progresso sociale e civile. Il componimento poetico
deve quindi riuscire a proporre motivi accettabili alla mentalit� comune, e
non contrastare coi sentimenti, le norme etiche e gli atteggiamenti
culturali tipici del ceto medio. N� dovr� la poesia escludere la
religiosit�, rifacendosi per� a quella del Medio Evo, a quel cristianesimo
cio� non ancora corrotto dagli eccessi panteistici e materialistici del
Rinascimento o impoverito dalla reazione rigorista e repressiva
controriformistica. Il compito dunque del poeta sta nel disvelare la
comunit� a se stessa, esprimendone le esigenze profonde. Ma queste necessit�
sono pur sempre da ricondurre nell'ambito della ortodossia cattolica. Nei Poemetti il Berchet cerca di attualizzare il suo
progetto di poesia. Accoglie l'idea manzoniana della rivalutazione dei metri
parisillabi (ottonario, decasillabo), sviluppando un linguaggio che cerca di
riprodurre le movenze e le cadenze del melodramma, e che presenta due
componenti: una epico-narrativa, ed una lirico-effusiva. Nessun
approfondimento psicologico o costruzione completa di personaggi sta a cuore
al Berchet dei Profughi o delle Fantasie: i protagonisti
si presentano privi di intimit�, ma colti solo nel momento dell'azione, come
sul palcoscenico davanti a un pubblico.
Partecip� attivamente al Risorgimento italiano, aderendo
alla Carboneria ma nel 1821, per evitare l�arresto, fu costretto a
fuggire, visitando parecchi paesi europei. Si stabil�, quindi, a
Torino dove mor�.
La Lega godeva del supporto di Papa Alessandro III,
anch�egli desideroso di veder declinare il potere imperiale in Italia. Il
papa, infatti, aveva tutte le ragioni di temere Federico in
quanto la spedizione che l�imperatore stava preparando era in parte rivolta
contro di lui e Alessandro III si aspettava di vedere ben presto l�esercito
imperiale comparire sotto le mura di Roma. Era necessario,
dunque, fermare l�avanzata germanica. La citt� di Alessandria,
fondata in Piemonte dalla Lega Lombarda, prese il suo nome proprio dal
Pontefice e nacque come fortezza antimperiale ai confini
del marchesato del Monferrato, alleato del Barbarossa.
convenuti dal monte e dal piano.
L�han giurato e si strinser la mano
cittadini di venti citt�
Oh spettacol di gioia! I Lombardi
son concordi, serrati a una Lega.
Lo straniero al pennon ch�ella spiega
col suo sangue la tinta dar�.
la lombarda scorata non siede.
Ella � sorta. Una patria ella chiede
ai fratelli, al marito guerrier.
L�han giurato. Voi donne frugali,
rispettate, contente agli sposi,
voi che i figli non guardan dubbiosi,
voi ne� forti spiraste il voler.
qui staran come in proprio retaggio?
Una terra, un costume, un linguaggio
Dio lor anco non diede a fruir?
La sua patria a ciascun fu divisa.
� tal dono che basta per lui.
Maledetto chi usurpa l�altrui,
chi il suo dono si lascia rapir!
ha una torre, ogni torre una squilla:
suoni a stormo. Chi ha un feudo una villa
co� suoi venga al Comun ch�ei giur�
Ora il dado � gettato. Se alcuno
di dubbiezze ancora parla prudente,
se in suo cor la vittoria non sente,
in suo cuore a tradirvi pens�.
Come il vostro � di ferro il suo brando.
Questi scesi con esso predando,
come voi veston carne mortal.
- Ma son mille pi� mila � Che monta?
Forse madri qui tante non sono?
Forse il braccio onde ai figli fer dono,
quanto il braccio di questi non val?
su, lombardi, puntate la spada:
fare vostra la vostra contrada
questa bella che il ciel vi sort�.
Vaghe figlie del fervido amore,
chi nell�ora dei rischi � codardo,
pi� da voi non isperi uno sguardo,
senza nozze consumi i suoi d�.
chi un sopruso pat� sel ricordi.
Via da noi questo branco d�ingordi!
Gi� l�orgoglio del fulvo lor sir
Libert� non fallisce ai volenti,
ma il sentier de� perigli ell�addita;
ma promessa a chi ponvi la vita
non � premio d�inerte desir.
l�Alemanno i paterni suoi fochi;
ma sia invan che il ritorno egli invochi,
ma qui sconti dolor per dolor.
Questa terra ch�ei calca insolente,
questa terra ei morda caduto;
a lei volga l�estremo saluto,
e sia il lagno dell�uomo che muor.
In questi ultimi versi Berchet sfiora, nell�incitazione alla lotta, un
inconscio sentimento di crudelt� che si discosta dalla
visione tipicamente romantica rivolta al culto della Fede.
Non c��, come in Manzoni, quel provvidenzialismo che, attraverso la
sofferenza, porta alla soddisfazione finale del desiderio. Il nemico,
prima visto in tutta la sua umanit� (vedi seconda strofa), qui assume quasi
la connotazione della vittima, ma egli � soprattutto
vittima di quella violenza che lui stesso ha generato.
In questo contesto di sostanziale accoglienza dell'invito della de
Sta�l, e sentitosi particolarmente stimolato in un'opera traduttoria di
diffusione del nuovo tipo di letteratura tedesca, si pone anche il Berchet
della Lettera semiseria. Essa costituisce il manifesto
teorico del nostro romanticismo, e compendia in modo efficace le idee dei
romantici lombardi. La poesia tedesca - sostiene il Berchet - � pi� viva di
quella italiana, perch� capace di parlare all'anima del popolo, e non
irrigidita in una sterile imitazione dei classici: se l'Italia non �
nazione, ci� � anche causato dal fatto che la letteratura ha abdicato dalla
sua funzione educativa, estraniandosi troppo dalla realt� viva del popolo e
della storia. N� � possibile rinchiudersi in uno sterile concetto di
Bellezza assoluta, perch� quel concetto muta e diviene con le diverse et�,
ed ogni popolo elabora un proprio modello di bellezza che ne riflette ed
esprime la vita. Tuttavia il Berchet, nella sua adesione a certe
sollecitazioni provenienti d'Oltralpe, non recep� molti degli aspetti del
primo romanticismo tedesco: cio� l'esaltazione della passione, del lato
oscuro dell'esistenza, il sentimento dell'impotenza della ragione,
l'esasperata sensibilit� di fronte ai misteri, e primo fra tutti quello del
rapporto fra l'uomo e la natura, lasciarono sostanzialmente indifferenti i
nostri romantici, i quali invece recepirono soprattutto quei precetti
poetici che volevano svecchiare la poesia, per renderla nuovamente uno
strumento capace di incitare il popolo a una nuova coscienza, di spronarlo
verso la libert� e l'indipendenza.