Pedagogisti: Giovanni Gentile

Pedagogisti: Giovanni Gentile

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Giovanni Gentile 

dal web

Giovanni Gentile nacque a Castelvetrano il 30 maggio 1875 e comp� gli studi universitari alla Scuola Normale Superiore di Pisa, dove venne a contatto con la filosofia dell'idealismo.
Passato all'universit� di Pisa e poi a quella di Roma, Gentile cominci� ad elaborare il principio dell'"atto puro" e a pubblicare una serie di opere teoriche in cui esponeva la propria filosofia.
All'avvento del fascismo, Gentile entr� nel governo come Ministro della Pubblica Istruzione (1922-24), realizzando quell'ampia riforma della scuola che porta il suo nome. Nel frattempo, le divergenze con Croce si fecero sempre pi� forti e, nel 1920, Gentile abbandon� la direzione della rassegna filosofica "La Critica".
Nominato senatore nel 1922, Gentile lasci� il governo dopo il delitto Matteotti .
Gentile, che aveva confermato la sua adesione al fascismo anche dopo l'8 settembre 1943, fu ucciso da un gruppo di partigiani a Firenze il 15 aprile 1944. 

 

L'attualismo

L'attualismo � l'idealismo di Gentile che riduce tutta la realt� all'atto del pensiero pensante.
Secondo Gentile � necessario considerare il pensiero come attivit� piuttosto che come totalit� o sostanza pensante ("res cogitans"). L'atto del pensare ha una funzione essenziale poich� � esso che garantisce l'unit� tra pensiero e realt� e ha quindi una posizione primaria rispetto a ciascuno di essi.
Il punto di partenza della filosofia di Gentile � la critica alla dialettica hegeliana. Come per Hegel la dialettica si articola in tre momenti, quello della tesi, dell'antitesi e della sintesi, ma, a differenza di quest'ultima, la dialettica di Gentile riguarda il pensiero pensante, un momento del pensiero dove esiste, a differenza dello Spirito Assoluto di Hegel, la contraddizione tra essere e non-essere che fa sorgere il divenire.
Applicando questa definizione di dialettica Gentile giunge ad affermare che il divenire viene generato dall'atto del pensiero mentre pensa sia la realt� che il pensiero pensante.
L'atto del pensiero � un'attivit� senza fine dello spirito, perch� non appena l'atto si realizza come pensiero pensante, questo si converte in fatto (pensiero pensato) e si oggettiva; come conseguenza viene espulso dall'Io che � attivit�.
La teoria gentiliana della conoscenza si risolve interamente nella metafisica attualistica; conoscere infatti significa per Gentile identificare (=rendere identico a s�), cio� ricondurre tutta la realt� all'atto del pensiero mentre pensa. Come conseguenza la scienza appare astratta e dogmatica, poich� concepisce la natura di cui � oggetto di studio come qualcosa di indipendente ed esterno al pensiero che ne viene limitato.
Dopo essere riuscito a risolvere nel pensiero ogni aspetto della realt�, Gentile dedica la sua attenzione all'arte, alla religione e alla filosofia.
L'arte, per Gentile, � frutto di una libera creazione del soggetto che non ha n� vuole avere alcuna relazione con la realt� a cui mira l'uomo pratico. L'arte � presente solo all'interno del pensiero pensante, poich� rappresenta la vita, i sentimenti e l'animo dell'autore; se essa si realizza come oggetto perde la propria essenza e diventa pensato. Non � possibile inoltre una "storia dell'arte", poich� questa � interamente chiusa nell'individualit� del soggetto.
La religione viene intesa come l'opposto dell'arte, perch� si concentra interamente sull'oggetto, cancella il soggetto e spezza ogni legame tra i due rendendo l'oggetto inconoscibile e termine di un rapporto soltanto mistico. Il soggetto assume quindi una posizione di subordinazione rispetto all'oggetto (Dio) dal quale viene creato (etero-ctisi).
La filosofia costituisce il momento di sintesi tra soggettivit� (l'arte) e oggettivit� (religione e scienza) che si realizza nell'atto del pensiero. Essa rappresenta quindi il sapere assoluto, poich� il soggetto diventa consapevole che � lui e lui solo a porre l'oggetto.
Da questa definizione, segue che il pensiero � auto-ctisi, cio� creazione di se stesso.
La filosofia esprime inoltre la forma di massima autoconsapevolezza dello spirito e la sua storia � la ricostruzione dei momenti attraverso i quali il pensiero umano � divenuto cosciente di s�. 

 

La teoria dell'educazione

Per Gentile pedagogia e filosofia coincidono, poich� entrambe hanno la funzione di rendere l'uomo consapevole di essere unit� tra pensiero e realt� nell'atto del pensare.
Il rapporto di educazione si presenta come un rapporto tra insegnante e allievo, ma la dualit� dei due protagonisti si risolve in un'unica attivit�; nell'atto educativo infatti la mente dell'insegnante e quella dell'allievo divengono una mente sola: "la mente oggettiva che viene costruendo la verit�". Sia l'insegnante che lo studente negano quindi la loro "soggettivit� naturale" innalzandosi a quell'unit� superiore, che � unione con l'oggettivit�.
L'educazione presuppone la libert�, perch� l'atto di pensare � un atto libero che mira alla libert� e intende formare un uomo libero e padrone di s�.
Queste opinioni di Gentile sono le premesse pedagogiche della riforma della scuola del 1923 di cui il filosofo, in quanto ministro dell'educazione, ne fu l'autore.
Considerando la filosofia di Gentile appare evidente che egli non riconosce valore formativo alla scienza, ma alla filosofia. Come conseguenza, nell'ambito culturale assume particolare importanza il liceo classico (come scuola destinata alle classi superiori della nazione) e in esso l'insegnamento della filosofia e della cultura storico- letteraria. Il sapere tecnico- scientifico, esaltato dal Positivismo, assume invece un ruolo secondario destinato alle classi inferiori.
Anche l'insegnamento della religione nella scuola elementare assume una funzione importante poich� aiuta i bambini a cogliere la dimensione dell'assoluto che sar� fornita nell'insegnamento successivo della filosofia.

 

L'eticit�

Lo stato per Gentile � l'unificazione dei singoli soggetti i cui interessi profondi coincidono con la "missione" storica dello stato; non vi � quindi distinzione tra sfera pubblica e privata come nello stato liberale.
La democrazia non pone limiti allo Stato, in quanto esso viene fondato nell'interiorit� dell'uomo e ha una base di consenso che deriva dall'identificazione tra individuo e Stato. Lo Stato non � pi� "tra gli uomini", ma "negli uomini", poich� essi, a differenza dello stato di Hegel, hanno una parte attiva nella sua istituzione.
Il massimo della libert� dell'individuo coincide con la massima forza dello stato, il quale deve sollecitare interiormente l'uomo a partecipare acconsentendo alle decisioni prese. Anche la forza materiale poteva essere usata per ottenere questo consenso!
Gentile riusc� cos� a dimostrare che il fascismo non operava una rottura con il passato, ma era la piena attuazione del vero liberalismo; per questo motivo la concezione di stato di Gentile si adattava perfettamente con quello fascista.

 

 

 


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